ROMA – Secondo le indagini, condotte dai militari del Nucleo di Polizia Economico-Finanziaria della Guardia di Finanza di Taranto, le aggiudicazioni di 15 appalti banditi nei mesi da ottobre a dicembre 2018 dall’Arsenale e dalla Stazione Navale della Marina Militare di Taranto, per un totale di 4,8 milioni di euro sarebbero state pilotate, inerenti ai lavori di ammodernamento e riparazione delle unità navali in dotazione alla Marina Militare di Taranto,
Tra i destinatari del provvedimento cautelare imprenditori, due ufficiali della Marina Militare e due dipendenti civili della Marina. L’ordinanza di custodia cautelare è firmata dal gip del Tribunale di Taranto Benedetto Ruberto su richiesta del procuratore aggiunto Maurizio Carbone.
Ecco i nomi dei 12 indagati nell’inchiesta: oltre al contrammiraglio della Marina Militare, Cristiano Nervi, direttore dell’Arsenale della Marina Militare di Taranto, Armando Di Comite, Antonio Di Molfetta, Alessandro Di Persio, Abele D’Onofrio, Fabio Greco, Giona Guardascione, Nicola Pletto, Giovanni (detto Luca) Pletto , Giacinto Pernisco, Federico Porraro e Angelo Raffaele Ruggiero, amministratori, gestori di fatto delle società Comerin Srl, Consorzio navalmeccanico Taranto, Consorzio Chio.Me, Maren Srl, Mib Srl, Omega Engineering Srl, Rit Srl, Siples Srl, Technomont Taranto Srl, Tps Taranto Srl, Imet Srl, Officine Jolly Srlu.
Antonio Di Molfetta è invece l’altro ufficiale arrestato ai domiciliari oltre al contrammiraglio Nervi. Di Molfetta è addetto al servizio “efficientamento navi”. Abele D’Onofrio è uno dei due dipendenti civili della Marina arrestati. In qualità di assistente amministrativo, avrebbe comunicato in anticipo ad alcuni imprenditori il contenuto dei bandi di gara dell’Arsenale permettendo così loro di ricevere un vantaggio sugli altri concorrenti, mentre Federico Porraro è il funzionario amministrativo incaricato della custodia dei magazzini del commissariato della Marina (anch’egli dipendente “civile” della forza armata) che avrebbe consentito la sottrazione di 64 cuscini coibenti dei magazzini militari per un valore di circa 15mila euro ricevendo in cambio denaro dagli imprenditori.
Per una gara di circa 3 milioni di euro, previsti per i lavori di ammodernamento della flotta, vi sarebbe stato un frazionamento artificioso degli appalti originari in 11 gare per garantire – secondo le evidenze investigative della Guardia di Finanza – ad ogni società gestita dagli imprenditori indagati di aggiudicarsi una porzione dei lavori e di conseguire un maggior guadagno.
La Guardia di Finanza di Taranto illustrando nel proprio comunicato stampa i dettagli dell’indagine, evidenzia che “La ripartizione degli appalti è stata effettuata scientificamente, in modo tale che il totale degli importi relativi alle gare venisse equamente diviso fra gli associati che giungevano a tali accordi nell’ambito di incontri che si tenevano in luoghi da loro ritenuti sicuri“,.
Gli investigatori sostengono la presenza di un vero e proprio “gruppo d’affari” che si avvaleva della “connivenza” di un ufficiale della Marina Militare in servizio presso l’Arsenale di Taranto il quale “veniva informato, puntualmente, sia dei nominativi delle imprese partecipanti alle varie gare, nonché del nome del vincitore concordato”. Sempre secondo le Fiamme Gialle Gli indagati si avvalevano anche della complicità di un dipendente civile dell’Arsenale, in servizio nell’ufficio amministrativo, il quale, a fronte del pagamento di una tangente, comunicava il dettaglio dei bandi di gara in anticipo rispetto alla data di pubblicazione, consentendo agli stessi di avere un ampio margine di tempo per accordarsi.
“Il disegno criminoso ideato ha trovato un’altra modalità realizzativa attraverso la corruzione di un ufficiale in servizio presso l’ufficio Servizio efficienza navi, il quale, per far ottenere agli imprenditori l’affidamento di lavori necessari alla Stazione Navale della Marina Militare di Taranto, ha richiesto ed ottenuto in cambio utilità consistite in elettrodomestici, mobili e lavori di ristrutturazione di un’abitazione di sua proprietà” aggiunge la Guardia di Finanza.
In relazione alla notizia che vede coinvolto personale della Marina Militare nelle indagini riguardanti irregolarità nella gestione degli appalti con ditte private nell’area tarantina, la Marina, con un proprio comunicato ha reso noto che “segue con attenzione gli sviluppi della vicenda giudiziaria ed esprime il pieno sostegno per il lavoro svolto dalla Magistratura cui assicura la massima collaborazione per l’accertamento dei fatti e l’individuazione dei responsabili. Ciò anche al fine di tutelare quanti con sacrificio ed onestà sono impegnati ogni giorno per la difesa dal mare e sul mare del Paese“.