In occasione del 78°anniversario della Festa della Repubblica il Capo dello Stato, Sergio Mattarella, insieme con le alte cariche dello Stato, ha deposto una corona d’alloro all’Altare della Patria, e ora si appresta a raggiungere i fori imperiali per assistere alla Parata Militare. Presenti a piazza Venezia -sotto un cielo plumbeo- la premier Giorgia Meloni, i presidenti di Senato e Camera Ignazio La Russa e Lorenzo Fontana e il ministro della Difesa Guido Crosetto. Lo spettacolo delle frecce tricolori ha accompagnato la cerimonia, sorvolando sull’altare della patria. Le frecce sono tornate a ‘colorare’ il cielo di Roma con il tricolore al termine della parata.
“Italia vicina ai popoli che combattono per la libertà”
“Celebrare i 78 anni della nascita della Repubblica italiana richiama i valori della nostra identità e di una Costituzione lungimirante e saggia, frutto della straordinaria rinascita che prese le mosse dalla lotta di Liberazione. Indipendenza e libertà sono conquiste che vanno difese ogni giorno, in comunione di intenti e con la capacità di cooperare per il bene comune. I Padri della Patria erano consapevoli dei rischi e dei limiti della chiusura negli ambiti nazionali e sognavano una Italia aperta all’Europa, vicina ai popoli che ovunque nel mondo stessero combattendo per le proprie libertà”, ha scritto il Presidente della Repubblica nel messaggio inviato al capo di stato maggiore della Difesa, ammiraglio Giuseppe Cavo Dragone, in occasione della Festa della Repubblica.
“Il nostro contributo – e in esso delle Forze armate – alla causa della pace e della stabilità internazionali -prosegue il Capo dello Stato- è più che mai prezioso nell’odierna situazione caratterizzata da devastazioni e aggressioni alle popolazioni civili in Europa e in Medio Oriente. La Repubblica è grata alle donne e agli uomini delle Forze Armate per i compiti assolti negli impegnativi teatri operativi ove sono chiamati ad operare, nell’ambito delle missioni delle Nazioni unite, di quelle frutto della solidarietà fra i Paesi dell’Alleanza atlantica, delle decisioni alle quali abbiamo concorso in sede di Unione europea“.
“La garanzia della civile convivenza, lo sviluppo e il perseguimento della giustizia internazionale sanno di poter contare sulla cornice di sicurezza offerta dalle Forze armate. Nel fare memoria di quanti hanno perso la vita a difesa dei valori della nostra comunità rivolgo il mio deferente pensiero ai caduti che hanno contribuito a rendere l’Italia un Paese unito e una nazione libera e democratica. In questo giorno di festa – conclude Mattarella – giunga a tutti gli appartenenti alle Forze armate l’apprezzamento del popolo italiano per il servizio svolto e l’augurio più cordiale”.
Meloni: “In discussione la certezza della pace, serve la Repubblica”
Lascia l’altare della patria a piedi la premier Giorgia Meloni e raggiunge via dei Fori imperiali per la parata militare. Per lei, una pioggia di cori al grido di ‘Giorgia Giorgia’ l’accompagna fino alla tribuna dove siedono le autorità. Tanti i cittadini, molti con bambini al seguito, che riescono ad avvicinarla per uno scatto, chiedendo un selfie o una semplice stretta di mano. “Questa festa è molto importante anche in questa fase. Siamo in una situazione in cui tante certezze sono in discussione, anche la pace, e c’è bisogno dello stato, della repubblica, per affrontarle con responsabilità”, dice la Meloni arrivando ai fori imperiali per la parata militare per la festa della Repubblica.
“Siamo in una campagna per le elezioni europee, in fondo questa festa – ha aggiunto Meloni – ci ricorda la prima idea di Europa, che immaginava che la sua forza, la forza della sua unione, fosse anche la specificità degli Stati nazionali. forse dovremmo tornare a quell’embrione di idea di Europa e di sogno europeo”.
La sfilata
Sfilano in via dei fori imperiali, tra gli applausi e la commozione, i veterani della Difesa, i gruppi sportivi paralimpici e poi le forze speciali. Sfilano, sotto a una pioggia leggera, anche 300 tra sindaci e amministratori con la fascia tricolore in rappresentanza dei quasi 8mila primi cittadini di tutta Italia.
Dopo bandiere e gonfaloni si parte con le forze speciali: i parà della Folgore, il Goi della Marina, gli Incursori dell’Aeronautica e il Gis dei Carabinieri. Mezzi iper specialistici e di ultima generazione: dal fuoristrada Ltatv usato per le operazioni ad alto impatto fino al trasportatore subacqueo della Marina Bir, aviolanciabile e capace di navigare sia in superficie sia in immersione. Nel corteo siluri e veicoli d’assalto e in contemporanea nel centro di Roma arrivano anche quattro Eurofighter, i superjet che insieme agli F35 rappresentano la forza della nostra difesa aerea. L’Esercito, annunciato dall’emozionante inno della Brigata Sassari, fa sfilare quest’anno anche la nuova Blindo Centauro, l’evoluzione tecnologica del vecchio Centauro B1, utilizzata principalmente per le attività di riconoscimento tattiche terrestri. Poco dopo il carro Armaro “VBM mortaio” in dotazione ai reggimenti di fanteria, il potentissimo Lince 2 e il sofisticatissimo “Veicolo tattico medio multiruolo” utilizzato per la ricognizione degli itinerari a rischio, la ricerca e la rimozione di ordigni. Mezzi da guerra che nelle caserme non abbondano e che l’Italia usa nelle sue missioni finalizzate alla pace.
Ma la grande parata del 2 Giugno non trascura neanche la difesa della sicurezza nazionale e per questo nel corteo è ricca la rappresentanza di Carabinieri, Polizia di Stato, Guardia di finanza, ma anche Vigili del fuoco e Protezione civile. Ma gli alleati della Nato e potenziali nemici che osservano dal Cremlino punteranno l’attenzione soprattutto sul messaggio che la Difesa vuole lanciarsi nella festa più importante dell’anno.
L’immancabile storica fanfara dei Bersaglieri chiude, insieme ai plotoni a cavallo, la parata del 2 giugno. Applausi di gioia al passaggio di corsa dei fanti piumati lungo via dei Fori Imperiali.
Il messaggio
Il concetto deve arrivare lontano: le nostre forze armate sono pronte all’impiego. Ben equipaggiati e addestrati. Pronte ad arrivare in qualunque parte del mondo. Ma questo non deve fare eco all’idea parigina di spedire truppe europee sul fronte ucraino. Il senso che l’Italia dà alla Festa della Repubblica è differente ed è dimostrato dalle 34 missioni già attive: sì per solidarietà, ma soprattutto per evitare l’escalation in zona di crisi, per addestrare le forze armate di stati amici o alleati e che ancora non sono in grado di gestire autonomamente le proprie esigenze di sicurezza. E anche, o soprattutto, per impedire che minacce o attacchi improvvisi mettano in crisi traffici commerciali o infrastrutture strategiche, facendo arrivare fino a casa nostra gli effetti di situazioni apparentemente lontanissime. La tutela degli interessi nazionali, secondo il messaggio che lo Stato maggiore della Difesa vuole far circolare oggi, è di certo ben più ampio delle necessità di controllo dei confini terrestri, aerei e marittimi. E l’occhio delle forze armate, che su questo fronte impiegano 7300 unità, non è solo rivolto verso le zone in cui si trovano gli italiani e dove spesso è necessario organizzare rischiosissime operazioni di evacuazione e salvataggio. L’attenzione è focalizzata anche sui quadranti che appaiono scollegati dalla quotidianità: le tensioni nei paesi africani in cui si fanno strada i regimi, le divisioni politiche che bloccano gli scambi commerciali o la ricomparsa di milizie che funzionano in zona di mare che sul mappamondo funzionano da tutt’altra parte.
Tentato blitz di Ultima generazione
Gli attivisti di Ultima generazione oggi hanno tentato un blitz alla parata del 2 giugno. “Armati di fango”, che non hanno usato, per provaew a richiamare l’attenzione sui problemi climatici nel corso dei festeggiamenti ai fori imperiali di Roma, ma non sono riusciti nel loro intento e cinque manifestanti sono stati portati via.
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