Nelle prime ore della mattinata odierna, il ROS-Raggruppamento Operativo Speciale dei Carabinieri, supportato dai militari dell’Arma territoriale di Genova, Como e Reggio Calabria, ha dato esecuzione ad un’ordinanza di applicazione della misura della custodia cautelare in carcere emessa dal Giudice per le indagini preliminari presso il Tribunale di Genova, su richiesta della Procura della Repubblica – Direzione Distrettuale Antimafia e Antiterrorismo, nei confronti di ventidue persone, tra cui uno di nazionalità dominicana, due di nazionalità colombiana, sette di nazionalità albanese. L’attività, coordinata dal sostituto procuratore Marco Zocco della Dda, è frutto della cooperazione giudiziaria e di polizia con Eurojust ed Europol.
L’indagine è una costola dell’operazione del 2015 che aveva coinvolto Giuseppe Bellocco, figlio del boss ndranghettista Gregorio Bellocco dell’omonima ‘ndrina di Rosarno. Oltre a lui in quell’operazione allora erano stati arrestati Gabriele Puleo e Igor Cerasa per l’importazione di 150 chili di cocaina dal Sudamerica.
Sei degli attuali indagati arrestati dal ROS Carabinieri sono accusati di essere componenti di una associazione per delinquere, operativa dal 2014 a Genova, nonché a Panama; Colombia e Venezuela finalizzata alla importazione dall’America Latina di ingenti quantitativi di cocaina, che veniva caricata su navi dirette al porto di Genova, e, una volta recuperata, grazie all’illecita collaborazione di lavoratori operanti negli scali portuali cittadini, rivenduta a terzi, oppure, al recupero di carichi di droga destinati ad altre organizzazioni criminali, grazie alla possibilità dell’associazione di Assicurare anche tali servizi, in tal caso facendosi ricompensare con una percentuale (in denaro o in cocaina), variabile, ma aggirantesi attorno al 20% del prodotto importato o con una somma equivalente, come corrispettivo per il recupero del carico presso il porto.
L’associazione era diretta da Gabriele Puleo che ha potuto disporre di una rete di contatti con organizzazioni di narcotrafficanti sudamericani. Anche dopo il suo arresto, avvenuto il 7 ottobre del 2015 a seguito del sequestro di un rilevante quantitativo di cocaina, mentre cercava di recuperare un carico di Kg. 147, 970 di cocaina, insieme al latitante Giuseppe Bellocco, il Puleo, nonostante fosse detenuto un carcere, comunicava con gli altri associati (tra questi Marco Cuoco e Vincenzo Puleo) per mezzo di criptofonini o di sistemi artigianali di comunicazione crittografata, continuava ad organizzare e finanziare per conto dell’organizzazione l’importazione di nuovi carichi di cocaina provenienti dalla Colombia e dalla Repubblica Dominicana, e destinati all’Italia, tramite il porto di Genova, l’aeroporto di Parigi, l’aeroporto di Amsterdam.
Il pagamento dello stupefacente veniva effettuato attraverso un metodo di interposizione consistente nella consegna del contante ad un intermediario in Italia, indicato dai fornitori, il quale si occupava della rimessa a questi ultimi, avvalendosi di canali extrabancari e consegnando ricevuta agli acquirenti.
Agli indagati vengono contestati ben nove episodi di importazione di cocaina da Colombia, Repubblica Dominicana, Panama, connotati dalla transnazionalità, complessivamente per circa 670 kg e un valore commerciale di 25 milioni di euro; 38 episodi di detenzione e cessione di droga (per due di questi viene contestata l’aggravante di cui all’art. 416 bis.1 cp ed in particolare la finalità di agevolare l’attività della cosca di ndrangheta Bellocco). Tali condotte venivano compiute in autonomia sia da appartenenti all’organizzazione che da soggetti legati ai membri di questa che, a loro volta, distribuivano stupefacente di varia tipologia (cocaina, hashish e marijuana) alle proprie filiere di spaccio. Contestata la detenzione di armi quali due pistole a tamburo Smith & Wesson mod. 686 cal. 357 magnum con canna da 4”, una bomba a mano M75; una pistola mitragliatrice Zastava mod. M56 cal. 7,62×25 mm (tokarev); due fucili d’assalto Zastava mod. M70 cal. 7,62×39 mm, riproduzioni del più noto mitragliatore AK-47 (Kalašnikov), pistole semiautomatiche Beretta cal. 9, un revolver a tamburo marca Smith & Wesson cal. 38 special pistole marca Colt cal. 45 ACP mod. 1911 e Beretta cal. 7,65 mod. 70 . I reati contestati sono stati commessi in un arco temporale che vanno dal settembre 2014 al dicembre 2022.
L’indagine ha beneficiato del prezioso contributo informativo di Europol, che ha tempestivamente veicolato le informazioni provenienti dalle indagini avviate dalle Autorità francesi su gruppi criminali che utilizzavano un sistema di comunicazione criptato denominato EncroChat e alimentato il flusso informativo relativo ai dispositivi SkyEcc.
Su richiesta della DDA di Genova sono stati sottoposti a sequestro alcuni beni riconducibili all’indagato Marco Cuoco ed in particolare quote nominali di una società, una polizza assicurativa, due veicoli, un conto corrente ed un anello in oro bianco con diamante. Nel corso delle perquisizioni è stato sequestrato materiale documentale, dispositivi informatici, armi bianche ed una pistola semiautomatica.
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