ROMA – Dall’Inps trapela, ma rigorosamente non ufficialmente che la Guardia di Finanza ha scoperto dall’inizio dell’anno 3mila “furbetti” che hanno ottenuto il reddito di cittadinanza, e nonostante questo incentivo lavoravano in nero. I controlli effettuati ad oggi, sarebbero infatti qualcosa meno di 4.500 a fronte di 922.487 redditi di cittadinanza già erogati. Peraltro le Fiamme gialle avrebbero ricevuto dall’ INPS non più di 600mila nominativi dei beneficiari ! E gli altri 322.487 ? Sarebbe interessante chiederlo al ministro Luigi Di Maio se non fosse occupato ad amoreggiare in piscina con la sua ultima “fiamma-fidanzata“
Dal punto di vista statistico si tratta di numeri ancora troppo parziali per mettere a fuoco il fenomeno, ma che in ogni caso finiscono per dare ragione all’allarme lanciato dal viceministro dell’Economia, Massimo Garavaglia (Lega): “Sul reddito di cittadinanza le prime verifiche della Gdf stando dando risultati interessanti: gran parte di coloro ai quali è stato erogato il reddito di cittadinanza risulta non titolare e quindi i numeri i risparmi non possono che aumentare“.
Parole che hanno spinto il presidente dell’Inps Pasquale Tridico,”tutore” del reddito di cittadinanza, e non a caso nominato in “quota M5S“, a giustificarsi: “Al momento non ci sono dati su eventuali irregolarità. I controlli incrociati dell’Inps con le banche dati collegate sono stati massivi e preventivi, la loro efficacia è dimostrata dal fatto che più di un quarto delle domande è stato respinto“. A dargli man forte è arrivata il viceministro “grillino”, Laura Castelli: “I numeri comunicati da Garavaglia, secondo il quale il 70 per cento di chi riceve il reddito di cittadinanza non ne avrebbe diritto, non corrispondono al vero. A me non risulta che la Guardia di Finanza abbia fornito dati in tal senso“.
Attualmente risulta difficile fare luce sulla questione al centro delle polemiche tra Garavaglia e Tridico: cioè sulla qualità e sulla quantità dei controlli successivi alla concessione dell’assegno per scoprire i furbetti, anche perché la Guardia di Finanza mantiene il massimo riserbo sul numero delle verifiche, probabilmente sotto “pressione” del M5S . Guarda caso proprio ieri l’Inps ha comunicato ufficialmente soltanto di aver girato alla Finanza – come prevede il “Decretone” cioè la legge istitutiva del reddito – 600mila nominativi di altrettanti beneficiari del reddito di cittadinanza per le attività di controllo e che finora circa “32mila nuclei sono decaduti dal beneficio” per decesso, variazione reddituale e uscita dalla disoccupazione oppure perché dopo un controllo è stato scoperto che non avevano diritto. resta da capire, ma dall’ INPS nessuno parla, come mai i controlli siano a posteriori e non precedenti all’erogazione del sussidio.
L’istituto è stato invece più preciso, sui numeri generali della misura: al 31 luglio le domande presentate sono state 1.491.935, delle quali 922.487 accettate, circa 400mila quelle rigettate ed al momento circa 170mila sono sotto ulteriore verifica istruttoria. Quindi secondo l’ INPS “la percentuale di domande respinte è attualmente al 26,8 per cento“, ma in realtà si tratta di controlli al momento di natura preventiva.
Sulla base di notizie “ufficiose” che trapelano dall’Inps, le verifiche dalla Gdf effettuate sarebbero poco meno di 4.500, spesso all’interno di controlli più generali contro il sommerso ed il mancato pagamento di contributi pensionistici. Anche se i finanzieri hanno portato alla luce vicende molto allarmanti: ad esempio la Guardia di Finanza ha scoperto a Carini, in provincia di Palermo, in un ristorante 7 addetti in nero su 11 totali. che percepivano anche il reddito di cittadinanza. A Castrovillari in Calabria per lo stesso reato sono state denunciate 8 persone .
Incredibile il caso di un fruttivendolo che, nonostante fosse titolare di una regolare licenza per la sua bottega di frutta a Crotone, è stato “beccato” dai finanzieri perchè non dichiarava un euro al fisco e non contento…percepiva anche il reddito di cittadinanza . Non molto lontano, a Montegiordano nel Cosentino, due uomini di giorno intascavano il reddito mentre di notte lavoravano – rigorosamente in nero e senza contratto – come guardiani in un supermercato e in un lido balneare.
Il grande buco nero del reddito di cittadinanza dopo quasi cinque mesi dal suo avvio, resta di fatto il sistema dei controlli. La tanto annunciata macchina di controlli che avrebbe dovuto coinvolgere l’Inail, la Guardia di Finanza, l’Inps, le motorizzazioni e i Comuni, non è ancora entrata in funzione . E non poteva essere diversamente: l’istituto di previdenza ha stilato un primo accordo con le Fiamme Gialle sullo scambio dei dati soltanto a giugno , mentre si è dovuto aspettare fine luglio per definire le modalità delle attività di verifica, alle quali si devono attenere l’Ispettorato nazionale del lavoro.
Il presidente dell’ INPS Tridico ha emanato un’apposita circolare annunciando che “per i controlli il personale ispettivo potrà utilizzare le banche dati dell’Inps, attraverso una nuova piattaforma informatica predisposta dall’istituto che accoglie i dati di tutti i percettori di Rdc”. In realtà però la banca dati non è ancora stata implementata. L’ennesima “bufala” a 5 stelle.