di REDAZIONE POLITICA
“La frangia ambientalista del M5S al Parlamento europeo, costituita da Piernicola Pedicini, Rosa D’Amato, Ignazio Corrao ed Eleonora Evi, si separa formalmente dalla delegazione pentastallata presente in Europa per proseguire un percorso politico autonomo”. E’ quanto si legge in una diffusa dall’europarlamentare Piernicola Pedicini.
“La giravolta sul Mes” è il “dulcis in fundo” che ha convinto l’europarlamentare 5 Stelle Ignazio Corrao ad abbandonare il Movimento. In una lunga lettera di addio pubblicata sul suo profilo Corrao parla infatti di “presa in giro“. “Dire lo avalliamo ma ‘non lo attiveremo’ è una clamorosa offesa a chiunque possiede un cervello e anche una incredibile violazione del programma elettorale. Il nostro impegno con i cittadini era di fare il massimo per smantellare, liquidare il fondo salva stati e altri strumenti di austerity“.
“Questa vostra scelta mi dispiace” e “per me è un errore”. Così Alessandro Di Battista commenta la decisione di 4 europarlamentari europei del Movimento di lasciare il gruppo. Di Battista scrive sotto il commiato di Ignazio Corrao su Fb dove gli ricorda di aver “tante volte” espresso la sua contrarietà ad abbandonare : “Sei una persona per bene e sei un amico e per me l’amicizia così come la riconoscenza è un grande valore. É stato un onore aver fatto battaglie e migliaia di km insieme a te… Ad ogni modo è la tua vita. In bocca al lupo“.
Nessun rischio per la tenuta del Governo. Parola del ministro della Giustizia e capo delegazione del M5S nell’esecutivo di Conte, Alfonso Buonafede, il quale commenta a Radio 24 la decisione di 16 senatori e 42 deputati pentastellati di scrivere una lettera ai vertici del movimento contro la riforma del Mes.
“Basta leggere la lettera per constatare che non c’è questo rischio. Gli stessi parlamentari che l’hanno scritta precisano che non c’è un problema di maggioranza“, sostiene il Guardasigilli, che ha anche espresso ‘massimo sostegno‘ al premier Conte. Il gruppo ‘dissidente’, che punterebbe alla fine ad ottenere un impegno formale del governo a non usare il Fondo salva Stati, si muove anche per raccogliere adesioni contro il Decreto Sicurezza.