Il governo ha ottenuto la fiducia alla Camera sul decreto Aiuti con 410 voti a favore, 49 contrari e una sola astensione . Sono 28 i deputati del Movimento 5 stelle che non hanno votato la fiducia perché assenti o in missione nella seduta di oggi pomeriggio. I 5 stelle, in percentuale, hanno garantito la presenza del 73% del loro gruppo. Poco meno della Lega, presente con il 74% di deputati con 25 non partecipanti al voto e 9 in missione. Il gruppo più presente è risultato quello del Pd con l’83% di deputati partecipanti al voto. “Vogliamo collaborare”, ha detto il presidente del Movimento 5 Stelle Giuseppe Conte annunciando il “sì” grillino al provvedimento dopo il faccia a faccia con il premier Mario Draghi. Ma “al Senato vedremo“, ha aggiunto mentre si fa largo l’ipotesi che il M5s potrebbe decidere di astenersi sul provvedimento o uscire dall’Aula al momento di esprimersi sul testo a Palazzo Madama. Non solo.
Al Senato il regolamento, infatti, non prevede due votazioni distinte, una per la fiducia e l’altra sul testo, come avviene a Montecitorio. La scadenza da segnare sul calendario è quella del 16 luglio, data entro la quale il Decreto dovrà essere convertito in legge dal Parlamento. E qui potrebbe esserci il “colpo di scena”, si legge in un retroscena di Affaritaliani, sito molto vicino a Conte e Casalino. Cosa succederà al Senato? Nel gruppo M5s “circa due terzi dei senatori vogliono lo strappo ed è quindi molto probabile che Conte decida di votare contro la fiducia all’esecutivo“, si legge nell’articolo secondo cui tengono anche le ipotesi di un’astensione (equivalente al voto negativo) e dell’uscita dall’Aula al momento del voto. L’ex premier appare con le spalle al muro. “Non ci sarà un sì, anche perché se Conte dovesse dire di votare la fiducia comunque due terzi del gruppo non lo farebbe“, sostiene il sito.
Secondo quanto riportato dai tabulati i deputati grillini ‘non giustificati’, che non hanno partecipato al voto sono stati 15: Cantone Luciano, De Carlo, Invidia, Melicchio, Parentela, Ruggiero, Spadoni, Zanichelli, Carinelli, Del Monaco, Mammì, Misiti, Raffa, Segneri, Tofalo. In 13 erano in missione e quindi assenti giustificati : Cattoi Maurizio, Cimino, Dieni, Dadone, Emiliozzi, Ficara, Marzana, Papiro, Provenza, Sibilia, Cancelleri, Lorefice, Torto.
“Sul superbonus il governo batta un colpo”. A chiederlo, le deputate e i deputati del Movimento 5 Stelle nelle commissioni Bilancio, Finanze, Ambiente e Attività produttive che affermano: “Abbiamo fatto un enorme lavoro per affrontare e risolvere la questione della responsabilità solidale dei cessionari dei crediti fiscali legati al Superbonus, ma il Governo non ci ha dato ascolto e la norma non entrerà nel decreto Aiuti. Uno schiaffo a famiglie, imprese, tecnici e lavoratori del settore delle costruzioni, messi in enorme difficoltà dal blocco della circolazione dei crediti e del conseguente fermo dei cantieri causati dal ministro Daniele Franco e dal premier Mario Draghi“.
“Le nostre proposte, condivise e approfondite con Agenzia delle Entrate, Abi e tutti i soggetti coinvolti, sono contenute anche in un Ordine del giorno che presenteremo oggi in Aula, ma abbiamo scelto di non presentare emendamenti al decreto Semplificazioni fiscali perché non possiamo permettere che si allunghino ancora i tempi” sottolineano dal M5S.
“Deve essere ora l’Esecutivo a intervenire immediatamente con un provvedimento d’urgenza, come richiesto dal presidente Giuseppe Conte al presidente del Consiglio: non risolvere subito questo problema significa assumersi la grave responsabilità di mandare gambe all’aria un intero comparto e centinaia di migliaia di famiglie” concludono le deputate e i deputati del Movimento 5 Stelle nelle commissioni Bilancio, Finanze, Ambiente e Attività produttive.