di Alessandra Monti
Alla fine la spunta (blu) di Elon Musk ha avuto ragione. “Spero che anche i miei peggiori critici restino su Twitter, perché è ciò che significa ’libertà di parola”. Lo ha twittato: il numero uno di Tesla e SpaceX. Il mondo della finanza internazionale inizialmente ci aveva scherzato sopra, ma l’uomo più ricco al mondo ha trovato i 46,5 miliardi di dollari, sufficienti per coprire l’offerta finale da 44 miliardi cash, rilevare tutte le azioni di Twitter e pagare una sfilza di avvocati e commissioni.
🚀💫♥️ Yesss!!! ♥️💫🚀 pic.twitter.com/0T9HzUHuh6
— Elon Musk (@elonmusk) April 25, 2022
Musk ha commentato la notizia ripostando una sua dichiarazione, corredata dal commento “Yesss!!!” mentre l’amministratore delegato di Twitter Parag Agrawal ha rivolto un pensiero ai dipendenti della compagnia: “Lo so che questo è un significativo cambiamento e che lo state metabolizzando e cercando di capire cosa significherà per voi e il futuro di Twitter“
L’ acquisizione è stata conclusa e il consiglio di amministrazione del socialnetwork ha approvato all’unanimità l’acquisizione sottolineando che la proposta di Musk è la “strada migliore” per gli azionisti e offre un sostanziale premio in contanti. Il fondatore del gigante delle auto elettriche Tesla e della compagnia spaziale SpaceX aveva incontrato domenica scorsa alcuni azionisti, e li aveva convinti della concretezza dei suoi piani: “Voglio solo una risposta o un sì o un no” erano state le sue parole di congedo . La risposta è arrivata in fretta. I 44 miliardi rappresentano la “migliore offerta finale”. Già ieri mattina il titolo Twitter era salito a Wall Street a 51,23, con un significativo +4 per cento (ha poi chiuso a 51,7 in rialzo del 5,7%) dopo un lungo momento di alti e bassi, ma sotto i 54,20 indicati da Musk nella sua offerta pubblica di acquisto. Il 4 aprile il miliardario aveva rivelato il raggiungimento del 9 per cento delle quote, percentuale che ne aveva fatto l’azionista individuale più forte.
Gli undici consiglieri del board di Twitter, fino a pochi giorni fa non avevano preso molto sul serio l’offerta, frenati dai dubbi sulla solidità della proposta, considerando che già nel 2018 Musk aveva annunciato l’intenzione di privatizzare Tesla, facendola uscire dal listino di Wall Street, salvo poi scoprire che i famosi fondi di cui diceva di disporre in realtà non esistevano. Inoltre non convinceva la quotazione d Twitter: i 54,20 ad azione proposti il 14 aprile erano sopra la valutazione del 13 sera, quando ogni titolo valeva 45,85, ma molto meno rispetto al massimo di 77 toccato quattordici mesi fa. Per evitare rilanci a sorpresa, il board aveva approvato in fretta la cosiddetta ‘poison pill’ che scoraggia la scalata interna. E invece è successo il contrario: l’Opa ostile è diventata gradita e il board ha dovuto accettare l’offerta.
Il cambio di opinione del board è avvenuto quando Musk ha annunciato di aver ottenuto da un gruppo di banche, tra le quali Bank of America, un prestito di 25,5 miliardi, a cui aggiungerà 21 miliardi cash impegnando parte dei titoli Tesla. Milioni di utenti di Twitter sono allarmati. L’arrivo del più sfrontato troller al mondo, con i suoi oltre 83 milioni di follower, è destinato a cambiare per sempre il social. Nei suoi recenti interventi su tv e giornali, Musk ha indicato i quattro cambiamenti da aspettarsi sotto il suo regno. Intanto verranno tolti limiti alla libertà d’espressione. Musk, infatti, si era schierato apertamente contro l’espulsione di Donald Trump, cacciato più di un anno fa da Twitter a seguito dei suoi messaggi d’odio.
L’ ex presidente USA ha però dichiarato alla Fox che non tornerà (“Musk è un bravo ragazzo, ma io starò su Truth”, cioè il suo socialnetwork personale, che al momento si sta rivelando un flop tecnologico e di consensi. Il presidente Joe Biden, alla notizia dell’accordo ha dichiarato che la Casa Bianca, «è preoccupata dal potere dei social, a prescindere da chi sarà il proprietario di Twitter». Musk vuole inserire nella piattaforma Twitter un nuovo algoritmo che faciliti le interazioni, e moltiplichi gli scontri. “La politica di una piattaforma – ha scritto su Twitter il 22 aprile – è buona se non piacerà al 10 per cento della sinistra estrema e della destra estrema”.
Con la nuova “policy”, verrà fatta pressione sugli account più popolari, tra cui quelli di Barack Obama e Justin Bieber, a postare con maggiore frequenza. A Musk non piace che un account utilizzi poco il social. Dunque, diritto di parola sì – anche se sarebbe lunga la lista di persone bloccate da Musk, a cominciare da Henry Mance, giornalista e autore animalista – ma diritto a postare poco no. Un’alert per Obama.