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22 Novembre 2024 03:18

Salvini: “Sciopero Anm? Ma andassero a lavorare”

Una giornata di sciopero dei magistrati italiani contro la riforma del Csm., che si terrà molto probabilmente a ridosso del voto sulla legge a palazzo Madama. Voto che dovrebbe cadere entro il 20 maggio in modo da poter applicare le nuove disposizioni alle elezioni per il rinnovo della componente togata del prossimo Consiglio che scade a luglio.

Un giudizio sullo sciopero dell’Anm? Pessimo, lavorassero invece di scioperare” dice il segretario leghista Matteo Salvini, ai microfoni di Isoradio. “Ci sono sei milioni di processi arretrati, milioni di italiani che attendono giustizia… Scioperano per che cosa, perché non vogliono le riforme?”, si chiede Salvini.

Incredibilmente sulle stesse posizioni del leader leghista, l’ altro Matteo. Cioè Renzi, leader di Italia Viva: “Lo sciopero dell’Anm dimostra una volta di più che questi magistrati, o meglio, che l’associazione che li guida è sempre più corporativa e casta. È uno sciopero assurdo e inspiegabile, e lo dice chi quella riforma non la vota, immaginiamoci gli altri” intervistato da Radio Radicale. “La riforma – ha aggiunto – è semplicemente inutile. Non tocca i veri problemi: lo strapotere delle correnti e la mancanza di responsabilità”.

Matteo Renzi e Matteo Salvini

“Non scioperiamo per protestare, ma per essere ascoltati” si legge nel documento sottoscritto da tutti i gruppi, in cui si annunciano anche giornate di studio ad hoc sui futuri effetti della legge. E c’è anche la richiesta di un incontro con il presidente della Repubblica Sergio Mattarella per manifestargli “le profonde inquietudini dei magistrati italiani sul pericolo che la riforma in esame pone al modello costituzionale di ordinamento giudiziario”. Nonché un ulteriore astensione se le risposte del governo non dovessero arrivare in alcun modo.

A votare “sì” allo sciopero dei magistrati, è stata una folta rappresentanza di giudici che si sono ritrovati a Roma, nel complesso di Largo Angelico, dopo una lunga assemblea durata oltre otto ore e moltissimi interventi,. Molti dei quali depositari delle deleghe consegnate dai colleghi durante le assemblee distrettuali che si sono svolte nei giorni scorsi. Complessivamente, circa duemila toghe che hanno espresso la loro volontà non solo di fare sciopero, ma anche di tenere una serie di assemblee per valutare soprattutto gli effetti che potrà avere la legge. Alla fine i voti sono stati 1.081 a favore, 169 contrari e 13 astenuti, su un totale di 1.423 iscritti.

Una vera e propria “casta” che dimentica di non avere alcun potere di rappresentanza popolare ed elettorale, che cerca da decenni di condizionare la politica esercitando “politicamente” il potere giudiziario. Una dei “cancri” della nostra democrazia.

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