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22 Novembre 2024 13:13

Lo Stato contro lo Stato ! L’ Ilva chiede il patteggiamento ma la Procura tarantina si oppone

Ma la Procura di Taranto, che non riesce ancora a mandare giù la delusione del precedente procedimento penale in cui la Suprema Corte di Cassazione ha smentito l'operato dei pm, gip e riesame, annullando tutto, non ha voluto prestare il consenso alla istanza di patteggiamento presentata dall’ILVA in quanto non la ritiene "congrua"

ROMA -L’ ILVA in amministrazione straordinaria tramite l’avvocato Angelo Loreto, che aveva ottenuto la necessaria autorizzazione dal Comitato di Sorveglianza e dal Ministero dello Sviluppo Economico ha presentato oggi,  ai sensi della legge 231 sulla responsabilità giuridica delle imprese, un’istanza di patteggiamento nell’udienza preliminare per disastro ambientale.  L’ILVA ha proposto anche una sanzione pecuniaria di oltre 3 milioni di euro,  la non applicazione dell’interdizione dell’attività e la confisca della somma di circa 10 milioni di euro. Ha preso la parola anche il legale dell’ Avvocatura dello Stato, che ha chiesto alla Procura di prendere in esame la richiesta di patteggiamento previa verifica se i lavori dell’Aia stiano procedendo rispettando la tempistica prevista.

Ma la Procura di Taranto, che non riesce ancora a mandare giù la delusione del precedente procedimento penale in cui la Suprema Corte di Cassazione ha smentito l’operato dei pm, gip e riesame, annullando tutto, non ha voluto prestare il consenso alla istanza di patteggiamento presentata dall’ILVA in quanto non la ritiene “congrua”. Il gup dr.ssa Vilma Gilli non ha potuto esprimere la sua opinione in quanto vincolata al parere della procura. Quindi in questa fase pre-processuale viene meno la possibilità per l’azienda di uscire dal processo.

Secondo la Corte di Cassazione non era possibile, “sulla base di una relazione di controllo o di collegamento societario solo genericamente prospettato, e nell’assenza di un preciso coinvolgimento delle società partecipate nella consumazione dei reati-presupposto, o, quanto meno, nelle condotte che hanno determinato l’acquisizione di un illecito profitto, ricavare l’esistenza di alcun nesso logico-giuridico tra quest’ultimo ed il conseguimento di eventuali illeciti benefici da parte delle controllate”. È quanto scrivevano gliermellini della Cassazione nelle nove pagine di motivazione a sostegno della decisione di annullare senza rinvio l’estensione del maxi sequestro da 8,1 miliardi di euro firmato dal gip Patrizia Todisco il 17 luglio 2013.

Inoltre la Suprema Corte nella sua sentenza aveva evidenziato come il provvedimento del gip Todisco fosse stato emanato senza neanche la richiesta del pm, ma esclusivamente sulla base della relazione formulata dal custode giudiziario Mario Tagarelli. “Spetta, dunque, al pubblico ministero – scrivevano infatti i magistrati nell’ordinanza – il potere esclusivo di promuovere, attraverso la richiesta, il procedimento applicativo delle misure” ricordando che in questo caso “è pacifico che il provvedimento impugnato è stato emesso dal gip non in relazione ad una richiesta cautelare proveniente dal pm, ma ad una richiesta di precisazione  (presentata dal custode giudiziario – n.d.a.) della portata applicativa di un precedente provvedimento

Il procuratore Franco Sebastio  ha giudicato oggi   “ineluttabile” il rinvio a giudizio dell’ex presidente della Regione Puglia Nichi Vendola ,accusato di concussione,  e del Sindaco di Taranto Ippazio Stefàno  il quale invece è accusato di “abuso d’ufficio” , a suo dire proprio per consentire loro di chiarire i fatti ! Motivazione questa che ci lascia senza parole.  Era stato infatti proprio lo stesso Sindaco Stefàno , in un suo esposto alla Procura tarantina , a definire gli accadimenti legati all’inquinamento “di eccezionale gravità” e quindi, ha sostenuto Sebastio, il primo cittadino avrebbe dovuto intervenire con tempestività. Affermazioni che è difficile condividere, sopratutto quando la Procura si dimentica gli anni e decenni in cui ha “dormito” dinnanzi alle vicende dei Riva.

C’è solo da sperare di non rivedere anche a Taranto, quanto gli italiani hanno visto con l’entrata in politica di buona parte del “pool mani pulite” della Procura di Milano, quando mise sotto inchiesta tutti i politici della 1a Republica, per poi scendere loro in campo formando (Di Pietro, n.d.a.) addirittura un partito.  Infatti sono sempre più ricorrenti le voci circolanti in città le voci che darebbero il procuratore Sebastio a capo di una lista civica, emanazione del mondo ciellino e di ben noti “affaristi” tarantini alle prossime elezioni comunali. Ed allora, Sebastio sarebbe già in pensione… Infatti negli ambienti di giustizia, si  attende solo che il CSM, il  Consiglio Superiore della Magistratura nomini il nuovo procuratore capo a Taranto al posto di Sebastio, in vista del suo imminente pensionamento.

Il gup del tribunale di Taranto Vilma Gilli ha fissato per il 20 luglio l’udienza per emettere la sentenza per gli imputati che hanno chiesto il rito abbreviato nell’ambito del processo per il disastro ambientale provocato dall’ ILVA , udienza in cui si esprimerà sulle richieste di rinvio a giudizio della Procura.

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