di Alessia Di Bella
La storia del calcio europeo stanotte si tinge di giallorosso. Quattordici anni fa il 24 Maggio 2008, Francesco Totti alzò la Coppa Italia al cielo, ultimo trofeo romanista. Questa notte è stata la volta della Roma di José Mourinho con la fascia di capitano sul braccio di Lorenzo Pellegrini, in campo e sotto gli occhi della sua leggenda e di tutto il romanismo, ad alzare un’altra coppa, europea, mai così attesa nella Capitale.
José Mourinho diventa leggenda nel calcio : il quinto trionfo su cinque finali in panchina, adesso “Special One” anche nell’essere unico allenatore a vincere tutti i trofei continentali insieme a Trapattoni. È stata anche la vittoria di Nicolò Zaniolo, vero “mattatore” della serata con il suo guizzo in campo che ha “bucato” la porta del Feyenoord, vendicando la Barcaccia. È stata la vittoria dei tifosi giallorossi che da oggi avranno qualcosa da rispondere ai rivali della Lazio: se i biancocelesti avevano alzato l’ultima Coppa delle Coppe, i giallorossi hanno alzato la prima Conference League.
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“Questa notte è ancora nostra” cantava Antonello Venditti, e questa è stata la notte della Roma, la notte di Roma. Al triplice fischio finale nello stadio Tirana preso d’assalto da oltre 30mila tifosi romanisti nella Capitale italiana si è scatenato il delirio a tinte giallorosse: dallo stadio Olimpico, completamente avvolto dall’emozione di oltre cinquantamila tifosi, fino a tutte le piazze della città diventate mille cuori pulsanti d’amore e di gioia per festeggiare il trionfo della squadra di mister José Mourinho tutta la notte, in attesa del ritorno dei campioni come annunciato sui social: “Torniamo da Tirana questa notte, ma non sappiamo ancora quando… Domani pomeriggio, però, festeggeremo tutti insieme a ROMA. Vi aggiorneremo in mattinata con il programma. DAJEEEEE DAJEEEEE DAJEEEEEE!”
José Mourinho si presenta ai microfoni di Sky Sport in lacrime, un pianto di emozione difficile da frenare. “Ci sono tante cose che passano nella mia testa… Mi aspettavo questo coinvolgimento della gente, sono unici, si capiva già quando sono arrivato undici mesi fa…“. Poi, quando le lacrime smettono di scendere, “Special One” inizia la sua analisi: “Come ho detto ai ragazzi nello spogliatoio a Torino, lì abbiamo fatto quello che dovevamo fare, ossia qualificarci per l’Europa League, abbiamo fatto il nostro lavoro. Oggi non era lavoro, era storia. Abbiamo scritto la storia, sì. Fin dall’inizio avevamo capito che la Conference League poteva essere un traguardo possibile. Anche se poi alla fine sono entrate anche squadre forti. Era una competizione sulla quale puntavamo, senza però perdere l’obiettivo principale, che era quello di qualificarci per Europa League“.
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Mister Mourinho è molto chiaro sul suo futuro giallorosso: “Io rimango, non ci sono dubbi, anche se arriva qualche voce… Io voglio rimanere a Roma, c’è da capire soltanto quello che i nostri proprietari, che sono persone meravigliose, vogliono fare nella prossima stagione. Perché possiamo dare seguito a un progetto molto bello, c’è soltanto da capire la direzione da prendere. E’ storia della Roma, ma anche storia mia. Ho saputo poco fa che soltanto io, Trapattoni e Ferguson abbiamo vinto trofei europei in tre decadi diverse. Cosa c’è di diverso rispetto alle altre vittorie? Un conto è farlo con il Manchester United, con squadre costruite per centrare questo obiettivo, un conto è farlo con il Porto, con l’Inter dopo tanti anni e oggi con la Roma”.
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” E’ molto molto speciale, una cosa che ti fa diventare immortale. In questo momento penso a me, ma di più a questa gente romanista che sta facendo festa. Certo che mi sento romanista. Io sono di tutti quelli che con me fanno una famiglia, che cercano un obiettivo, che stanno insieme nei momenti difficili. Oggi, con tutto il rispetto per i miei vecchi club, io mi sento romanista al cento per cento. Adesso vado in vacanza e mi vado a sedere in spiaggia, davanti a casa mia, a ripensare a tutto questo”.