di Alessandra Monti
Sarà il Consiglio dei ministri a Palazzo Chigi a definire i criteri degli indennizzi da riconoscere agli imprenditori del settore balneare che non dovessero riuscire a rinnovare le concessioni con il demanio. È la soluzione trovata dalla maggioranza e dall’esecutivo che supera l’ultimo ostacolo per il via libera al ddl “Concorrenza”. Il provvedimento è stato approvato dalla commissione Industria di Palazzo Madama e lunedì sarà votato in prima lettura dall’Aula, come aveva chiesto nei giorni scorsi il presidente del Consiglio, Mario Draghi, con una richiesta inviata al presidente del Senato, Elisabetta Casellati.
Entro sei mesi dall’entrata in vigore della legge, si legge nell’emendamento frutto dell’accordo, il ministero delle Infrastrutture e quello del Turismo dovranno varare dei decreti delegati con la “definizione di criteri uniformi per la quantificazione dell’indennizzo da riconoscere al concessionario uscente” che sarà “a carico del concessionario subentrante“.
Il problema sulla scadenza delle concessioni balneari era stato già sciolto nei giorni scorsi. Dovranno essere messe a gara entro il 31 dicembre del prossimo anno ma è stato stabilito che “in presenza di ragioni oggettive che impediscono la conclusione della procedura selettiva” entro quella data – per “la pendenza di un contenzioso” o per “difficoltà oggettive legate all’espletamento della procedura stessa” – l’autorità competente “con atto motivato” può rinviare i termini “per il tempo strettamente necessario alla conclusione della procedura e, comunque, non oltre il 31 dicembre 2024”.
Un anno di tempo in più quindi per gli attuali titolari delle concessioni. Il governo dovrà poi definire con altri decreti la disciplina delle procedure selettive, che come è stato deciso dovrà tener conto di diversi criteri. Per la scelta del concessionario si dovrà dare “valorizzazione” e “adeguata considerazione” anche “dell’esperienza tecnica e professionale già acquisita in relazione all’attività oggetto di concessione” e “della posizione dei soggetti che, nei cinque anni antecedenti l’avvio della procedura selettiva, hanno utilizzato una concessione quale prevalente fonte di reddito per sé e per il proprio nucleo familiare”.
Tutele premiali sono previste anche a favore delle società sportive e per gli enti e le associazioni del Terzo settore che svolgono attività sociale e di tutela ambientale. Un’altra novità introdotta prevede che entro il giugno del 2024 il ministero delle Infrastrutture consegni al Parlamento una relazione sullo stato delle procedure selettive al 31 dicembre 2023, “evidenziando in particolare l’esito delle procedure concluse e le ragioni che ne abbiano eventualmente impedito la conclusione”.
Lo stesso ministero, entro la fine del 2024, dovrà inoltre trasmettere alle Camere una relazione relativa alla conclusione delle procedure su tutto il territorio nazionale. Soddisfazione viene espressa da Forza Italia e dalla Lega. “Per tutelare il valore e l’attività delle imprese italiane, che rappresentano una risorsa fondamentale per il turismo e per l’economia del nostro Paese – affermano i capigruppo al Senato, Annamaria Bernini e Massimiliano Romeo – occorre sì cancellare le furbizie, verificando il valore reale delle concessioni, ma vanno assolutamente evitate ingiustizie. Le imprese balneari rappresentano una specificità italiana e Lega e Forza e Italia continueranno a seguire l’iter del provvedimento e dei decreti delegati anche negli anni a venire per tutelare il valore economico, occupazionale, imprenditoriale e sociale di questo patrimonio”.
Secondo Antonio Misiani, responsabile economia del Partito democratico, “la soluzione trovata è positiva e ragionevole. I decreti che saranno discussi dal consiglio dei Ministri risolveranno la questione trovando un buon punto di equilibrio”.
Duro invece il commento di Giorgia Meloni che definisce l’accordo “ridicolo e vergognoso. Rimandare la questione degli indennizzi addirittura al Governo, con il rischio più che concreto che questi vengano fortemente osteggiati dalla Commissione Europea e non vedano mai la luce, vuol dire lasciare totalmente senza tutele i concessionari attuali, che si vedranno in buona parte espropriate le loro aziende a favore delle multinazionali straniere”, afferma il presidente di Fratelli d’Italia.
Il passaggio di oggi al Senato viene infine definito “importantissimo“ dal ministro per i Rapporti con il Parlamento, Federico D’Incà. “Stiamo rispettando i tempi che ci siamo dati” sul Pnrr ed aggiunge “Continuiamo con le riforme fondamentali per il Paese che si aggiungono alla delega sul fisco, alla riforma degli appalti, del Csm, degli Its. Siamo particolarmente contenti, vogliamo continuare la grande collaborazione con le forze politiche con il confronto e il dialogo“.