Il sottosegretario alla presidenza del Consiglio Franco Gabrielli con delega alla Sicurezza ci va giù duro sulla lista dei “putiniani” pubblicata dai media nei giorni scorsi. In una conferenza stampa odierna è stato molto chiaro sulla disinformazione russa finita in pasto alla stampa, come suo stile: “C’è una mano solerte dietro la diffusione del bollettino , un fatto gravissimo e rispetto al quale nulla resterà impunito, credo che lo dobbiamo al Paese“.
Il Bollettino sulla disinformazione russa che siamo in grado di farvi leggere integralmente, non attiene alla sicurezza nazionale “ma a salvaguardare le persone che sono citate nei documenti”. Facendo “due fugaci riferimenti a persone non è possibile sostenere che questa attività abbia a che fare con le opinioni dei cittadini di questo Paese”. “Le opinioni sono rispettate sempre, cosa diversa sono le fake news e la loro orchestrazione che, qualora accertata, potrebbe essere oggetto di un’attività di altro tipo“, ha spiegato, continuando: “L’unico antidoto alla propaganda è la libera informazione, la libertà di espressione, un bene prezioso da salvaguardare sempre. Tutto ciò che è un diverso pensiero è una ricchezza“.
SERVIZI-HYBRID-BULLETIN“Il Bollettino, come già anticipato, compendia l’attività di uno specifico tavolo creato nel 2019, coordinato dal Dis e al quale partecipano, oltre ad Aise e Aisi (le due agenzie di intelligence italiane ex Sisde e Sismi), l’Ufficio del Consigliere militare del Presidente del Consiglio, il ministero degli Affari esteri e della cooperazione internazionale, i ministeri dell’Interno e della Difesa“, ha spiegato Gabrielli “Di recente è stato esteso al Dipartimento dell’informazione e dell’editoria della presidenza del Consiglio dei Ministri, al Mise, all’Agenzia per la cybersicurezza nazionale e all’Agcom. Di ciò è dato conto in tutte le relazioni periodiche al Parlamento. Tale Bollettino – precisa – riguarda un’analisi del fenomeno basata unicamente su fonti aperte e non contiene, considerata la fisiologica diffusione, alcun elemento proveniente da attività di intelligence”.
Il termine “riservato” ha detto Gabrielli, “è proprio il minimo sindacale e risponde all’esigenza di tutelare le persone che sono coinvolte. Proprio perché riteniamo che sia prevalente che i cittadini sappiano che nel nostro Paese non esiste nessun Grande Fratello, nessuna Spectre e che nessuno, tanto meno il governo del Paese, ha ad oggetto quello di investigare sulle opinioni, abbiamo ritenuto necessario per la massima trasparenza il passo di declassificare questo bollettino“.
Giornalisti o politici oggetto di investigazione o di monitoraggio da parte dell’intelligence? “No, senza se e senza ma. Non ci sono né giornalisti e men che meno politici, l’ho detto in maniera chiara” anche sulla vicenda che ha coinvolto il senatore Matteo Salvini, su questo “bisogna essere chiari o rischiamo di farci male”, ha affermato ancora Gabrielli.
In relazione al rapporto tra Palazzo Chigi e il bollettino sulla disinformazione, il sottosegretario Gabrielli spiega: “Non ho percepito una sfiducia da parte di Draghi, il report era a conoscenza del suo staff. I 4 bollettini da febbraio non avevano mai evidenziato particolari significative emergenze e sono state da me rappresentate specificamente al presidente del Consiglio. Il report è lo stesso che è stato trasmesso al Copasir. E’ stato protocollato il 3 di giugno e il Copasir lo ha ricevuto il 6″, spiega il sottosegretario rispondendo alle domande dei cronisti in conferenza stampa.
“L’attività dell’informativa non ha nulla a che vedere con l’intelligence, nulla che possa essere schedatura, dossieraggio, di persone. L’attività è di ricognizione, nulla che possa essere identificato con la schedatura e il dossieraggio. Ognuno di noi ha una sua storia. Alcune insinuazioni non riconoscono il valore di quello che si è fatto“, ha aggiunto il sottosegretario Gabrielli , sottolineando che “non esiste un “Grande Fratello“, nessuno vuole investigare sulle opinioni delle persone“.
Sulla disinformazione il sottosegretario Gabrielli ha aggiunto in conferenza stampa: “La disinformazione è figlia della minaccia ibrida e il tavolo istituito nel 2019 e coordinato dal Dis non porta avanti un’attività iniziata con la guerra in Ucraina ma prima della pandemia, su sollecitazione della Ue e dei partner atlantici affinché i Paesi alleati si dotassero di sistemi di monitoraggio della minaccia ibrida“.
Sul ruolo dell’ex presidente della Commissione Esteri del Senato, il sottosegretario Franco Gabrielli ha voluto fare chiarezza una volta per tutte: “Con riferimento all’ex presidente della commissione Esteri, Vito Petrocelli, che si è sentito giustamente leso da questa vicenda” sulla cosiddetta lista dei putiniani “vorrei rassicurarlo che il suo nominativo non compare in nessun tipo di investigazione, così come non esistono i nominativi che sono stati fatti dal giornale e presenti anche nel bollettino: un conto è riportare dichiarazioni, un conto svolgere approfondimenti e investigazioni”.
Adesso l’Autorità delegata alla sicurezza della Repubblica dovrà decidere il destino del tavolo sulla disinformazione coordinato dal Dis: “Se un risultato ipoteticamente positivo ha un prezzo così alto, si impone una riflessione sulla sua utilità. Dal momento che non si raccontano cose particolarmente significative sulla sicurezza nazionale”. Il premier Draghi era a conoscenza del lavoro svolto dal Dis sulla minaccia della guerra ibrida, “I 4 bollettini — ha spiegato Gabrielli — non avevano mai evidenziato particolari significative emergenze che sono state da me rappresentate specificamente al presidente del Consiglio”.