Il giudice Ambrogio Marrone del Tribunale di Bari ha dichiarato la nullità del decreto di giudizio immediato disposto dalla Procura nei confronti dell’imprenditore di Noci Donato Mottola, accusato di corruzione per una presunta tangente da 20mila euro consegnata il 22 dicembre 2021 all’ex dirigente della protezione civile regionale Antonio Mario Lerario, in cambio secondo l’ipotesi accusatoria della Procura barese di appalti legati anche all’emergenza Covid.
Nella corso della prima udienza del processo con rito ordinario gli avvocati Giovanni Bruno e Maurizio Tolentino difensori di Mottola ha sollevato una eccezione preliminare che è stata accolta dai giudici, mentre Lerario e Luca Ciro Giovanni Leccese, un altro imprenditore di Foggia, verranno processati con rito abbreviato il prossimo 8 luglio dal giudice Marco Galesi.
La contestazione gli avvocati Bruno e Tolentino è inerente alla modifica della imputazione formulata al momento dell’interrogatorio contestuale all’arresto, il 26 dicembre scorso, rispetto invece a quella contenuta nel decreto di giudizio immediato. Infatti anche secondo il Tribunale, sollecitato dai difensori del Mottola che da allora è agli arresti domiciliari , costituisce una violazione del diritto di difesa, in quanto presupposto del giudizio immediato è che l’imputato sia stato interrogato sugli stessi fatti per i quali è a processo.
Gli atti ed il fascicolo dell’indagine coordinata dal procuratore capo Roberto Rossi sono stati restituiti dal Tribunale alla Procura barese che adesso dovrà decidere se interrogarlo e quindi riproporre la richiesta di giudizio immediato, o se procedere con avviso di conclusione delle indagini preliminari passando dopo la richiesta di rinvio a giudizio dall ’udienza preliminare .
La Regione Puglia si era costituita parte civile contro l’ex capo della Protezione civile Mario Lerario e gli imprenditori Donato Mottola e Luca Leccese con l’avvocata Rita Biancofiore poco prima che,, il Tribunale dichiarasse la nullità del decreto di giudizio immediato. La costituzione dovrà quindi venire riproposto quanto nei prossimi mesi, probabilmente dopo l’estate, si tornerà a giudizio .
Nel frattempo corre anche parallela l’indagine della procura di Lecce per accertare chi abbia diffuso a tutta la stampa locale e nazionale il famoso video con la consegna della tangente a Lerario, che era coperto dal segreto istruttorio. Un segreto troppo spesso ignorato da chi invece dovrebbe farlo rispettare