La corsa in motocicletta del broker dei vip Massimo Bochicchio si è conclusa questa mattina, in un incidente stradale intorno alle 11,30, in via Salaria dove la sua moto è esplosa dopo lo schianto contro il muro dell’aeroporto dell’Urbe. La morte è avvenuta a due giorni dall’ udienza del processo che ha avuto origine dalle 34 denunce delle 34 vittime, a cui era stato promesso di far lievitare il denaro prima di sparire.
Un incidente abbastanza strano in quanto sull’asfalto non sono stati trovati segni di frenata, e non c’erano buche o cunette sull’asfalto stradale. Nel sinistro non è rimasto coinvolto nessun altro veicolo . Secondo alcuni testimoni Bochicchio stava percorrendo il rettilineo a velocità sostenuta, quando la traiettoria della moto che conduceva ha sbandato ed è andata a impattare violentemente contro il muro. L’ipotesi più probabile, secondo la Procura di Roma, è che il broker abbia avuto un improvviso malore e che, per questo motivo, avrebbe potuto perdere il controllo della motocicletta.
I vigili urbani del Gruppo Nomentano incaricati delle indagini, hanno effettuato il sequestro di quello che resta della motocicletta. I periti adesso dovranno accertare e stabilire le condizioni del sistema frenante della Bmw condotta da Bochicchio. Una delle ipotesi su cui si lavora è la verifica che non siano entrati in funzione i freni. Solo i periti potranno chiarire se si è trattato di un guasto o di una manomissione. Così come è da accertare a che velocità stava viaggiando al momento dello schianto. Dopodichè c’è da stabilire l’origine del rogo nel quale è rimasto carbonizzato: secondo i vigili del fuoco, arrivati sul posto poco dopo lo schianto, il serbatoio della moto si era staccato ed a quel punto, la miccia si sarebbe accesa con le fiamme che hanno camminato fino al corpo del broker sull’asfalto privo di sensi.
I palmi delle mani del motociclista erano aperti, segno che Bochicchio era già morto o comunque svenuto dopo l’impatto con il muretto e prima del rogo . Gli agenti della Polizia Municipale di Roma Capitale, ha quindi proceduto ad effettuare i rilievi sull’asfalto e raccolto le testimonianze. Un automobilista avrebbe riferito di aver visto in una manciata di secondi “la moto sfilare lungo la via Salaria e poi cadere e prendere fuoco”. Le fiamme che hanno reso irriconoscibile il corpo della vittima, rimasta per alcune ore senza identità. Gli agenti sono risaliti al suo nome dai controlli effettuati dalla targa della moto in quanto il corpo era irriconoscibile a causa delle ustioni e il rogo ha bruciato i documenti che aveva con sé.
Bisognerà vedere dall’ autopsia se si troveranno riscontri che quel corpo carbonizzato sia veramente quello di Massimo Bochicchio. Saranno determinanti i risultati degli esami autoptici che il pm di turno, Andrea Cusani, ha affidto al medico legale. La salma è stata traslata nel pomeriggio all’Istituto del Verano per effettuare l’esame del Dna. Gli investigatori dovranno ricostruire le ultime ore di vita della vittima e in che condizioni psico-fisiche si trovasse alla guida della moto. Il magistrato ha anche affidato ai finanzieri del nucleo di polizia valutaria una delega specifica per capire se il 56enne abbia ricevuto delle minacce. Per questo ieri sera sono andati nella sua abitazione e sono usciti con uno scatolone pieno di documenti. Si cerca anche un eventuale biglietto di addio per capire se l’uomo abbia deciso volontariamente di mettere fine alla sua vita.
Un’ altra ipotesi al vaglio degli inquirenti è quella del suicidio: lo stress potrebbe averlo sconvolgerlo a tal punto da arrivare all’estremo gesto, considerato che lunedì era atteso in aula, davanti al Tribunale di Roma, per la prima udienza del processo a suo carico e tanti dei suoi clienti reclamavano i soldi che gli avevano affidato per gli investimenti. Così come non si può nemmeno escludere al momento, la pista della vendetta: nel suo percorso tra truffe e raggiri, qualcuno avrebbe potuto fargliela pagare.
Fra i truffati compaiono nomi illustri come quello dell’allenatore Marcello Lippi, mister Antonio Conte e suo fratello Daniele, il calciatore Stephan El Shaarawy e l’ex Patrice Evrà. Non mancano i procuratori Federico Pastorello e Luca Bascherini. L’elenco delle persone che attendevano di essere risarcite è lungo ma non è chiaro, poichè non tutte le persone raggirate da Bochicchio hanno intenzione di far accendere i fari della Guardia di Finanza sull’origine dei capitali investiti e poi scomparsi.
Bochicchio, difeso dall’avvocato Gianluca Tognozzi, si trovava già agli arresti domiciliari per alcune truffe. In base a quanto emerso dalle indagini, attraverso due società inglesi a lui stesso riconducibili e prive della necessaria autorizzazione ad operare, Bochicchio avrebbe prestato abusivamente servizi di investimento e di gestione collettiva del risparmio. Il procedimento è scattato in seguito alle denunce presentate da diversi truffati.
Anche la cifra sottratta dal broker Bochicchio non è ben molto chiara, ma sicuramente superiore ai 70 milioni di euro che sono stati sequestrati. L’unica cosa certa era il processo che Bochicchio stava affrontando . Adesso neanche quello.