Il premier Mario Draghi si è dimesso dopo essere stato abbattuto ieri dal parlamento italiano. Dopo un rapido passaggio questa mattina alla Camera è salito al Colle dal capo dello Stato Sergio Mattarella, e dopo mezz’ora di conversazione è stato ufficializzato l’annuncio. Alla ripresa della seduta, sospesa questa mattina dopo l’annuncio del presidente del Consiglio Mario Draghi di volersi recare al Quirinale, il presidente della Camera Roberto Fico ha dato l’annuncio delle dimissioni del premier, leggendo una sua lettera in Aula. Il presidente della Repubblica Sergio Mattarella ne ha preso atto, con l’invito al Governo a rimanere in carica per il disbrigo degli affari correnti.
Il governo resta in carica per il disbrigo degli affari correnti. Draghi ha ottenuto al Senato la fiducia ma con dei numeri che hanno certificato che la maggioranza parlamentare di governo si era disciolta e non esiste più: Lega, Forza Italia e il M5S di Conte, che la scorsa settimana aveva aperto la crisi non votando il Dl Aiuti, ieri non hanno partecipato al voto di fiducia sulla risoluzione Casini, che tentava di evitare la crisi.
![](https://www.ilcorrieredelgiorno.it/wp-content/uploads/2022/07/Schermata-2022-07-21-alle-15.18.42-720x483.png)
I tre partiti che affossato il governo Draghi hanno utilizzato in maniera vigliacca la formula “presente non votante”, che ha garantito il raggiungimento del numero legale e la validità del voto. il presidente del M5S Giuseppe Conte che aveva aperto la crisi si è eclissato fino a tarda sera, per poi riapparire con una dichiarazione oltraggiosa nei confronti del presidente Draghi sostenendo che “c’è stato un atteggiamento sprezzante. Ci dispiace, abbiamo ricevuto anche degli insulti“.
“Siamo diventati il bersaglio di un attacco politico, siamo stai messi alla porta, non c’erano le condizioni perché potessimo continuare con leale collaborazione” ha sostenuto Conte. L’altro leader, che ieri ha “cavalcato” e sigillato la crisi, Matteo Salvini, non ha avuto neanche la dignità e responsabilità delle proprie azioni, accusando gli altri: “Draghi e l’Italia sono state vittime, da giorni, della follia dei 5Stelle e dei giochini di potere del Pd“. “L’intero centrodestra – ha detto, omettendo che non comprendeva FdI – era disponibile a proseguire senza i grillini, con Draghi a Palazzo Chigi e con un governo nuovo e più forte. Il Pd ha fatto saltare tutto. Speriamo che questo sia l’ultimo Parlamento dove centinaia di persone cambiano casacca e poltrona“.
Dopo quello di Maria Stella Gelmini, un’altro strappo in Forza Italia. Renato Brunetta ha comunicato in una nota che lascerà il partito. «Non votando la fiducia a Draghi il mio partito ha deviato dai valori fondanti della sua cultura. Sono degli irresponsabili coloro che hanno scelto di anteporre l’interesse di parte all’interesse del Paese, in un momento così grave. In questo modo è stata indebolita anche l’alleanza occidentale a sostegno dell’Ucraina“. Così Brunetta, ministro per la Pubblica amministrazione.
Significativo il messaggio affidato a Twitter da Manfred Weber, presidente e capogruppo al Parlamento europeo del Partito Popolare (Ppe) : “Grazie Mario Draghi. Dopo che i 5 Stelle hanno votato contro il governo era impossibile continuare con loro. Ora spetta agli elettori decidere il prima possibile. L’Europa ha bisogno di un governo di centrodestra stabile a Roma. Forza Italia rimarrà una forza europeista e il Ppe sarà al suo fianco”.
Thank you Mario Draghi. After 5-star voted against the government it was impossible to continue with them. It is now for voters to decide as soon as possible. Europe needs a stable centre-right government in Rome. @forza_italia will be pro-European & @EPP will be by its side!
— Manfred Weber (@ManfredWeber) July 21, 2022
I commenti della stampa internazionale
L’aggravarsi della crisi e la conferma delle dimissioni di Mario Draghi destano ansia e preoccupazione nei media internazionali, dalla Bbc a Le Monde, dalla Bild a El Pais il ritorno dell’Italia all’instabilità politica.
![](https://www.ilcorrieredelgiorno.it/wp-content/uploads/2022/07/Schermata-2022-07-21-alle-15.45.28-720x280.png)
“L’Italia perde Mario Draghi in un momento pericoloso”. È il titolo di un editoriale del Financial Times firmato da Tony Barber e dedicato all’ex presidente della Bce. Un editoriale in cui Draghi viene paragonato a Lucio Quinzio Cincinnato. “Come Cincinnato Draghi è stato chiamato a essere il salvatore dell’Italia”, osserva il Financial Times aprendo il sito con le dimissioni dell’ex presidente della Bce. “Fra lo sgomento degli alleati dell’Italia e della Nato, per i quali le parole e le azioni di Draghi hanno avuto più autorità di quasi tutti i premier italiani post-1945, la fine del governo è arrivata troppo presto”, aggiunge.
Ma non è “molto accurato comunque suggerire che l’Italia è ora nel caos. Anche se il presidente della Repubblica Sergio Mattarella dovesse optare per le elezioni in settembre o ottobre, non c’è motivo per cui il parlamento italiano non possa approvare la manovra per il prossimo anno prima della fine di dicembre – mette in evidenza il Financial Times – Potrebbe però essere più difficile per qualsiasi altro governo attuare le misure richieste per assicurarsi i fondi europei“, aggiunge il quotidiano, paventando l’ipotesi che se la crisi divenisse molto acuta “a un certo punto in futuro l’Italia potrebbe chiamare un’altra personalità rispettata non politica per aiutare a risolvere i suoi problemi”.
![](https://www.ilcorrieredelgiorno.it/wp-content/uploads/2022/07/Schermata-2022-07-21-alle-15.48.32-720x593.png)
“I 17 mesi di Mario Draghi come premier hanno dato all’Italia e all’Unione Europea motivo di ottimismo” sulla possibilità di un rilancio della «moribonda economia» italiana verso una “strada di crescita sostenibile” scrive il Wall Street Journal in un articolo dedicato alle dimissioni dell’ex presidente della Bce. “La maggior parte del credito della veloce e resiliente ripresa economica dell’Italia dalla pandemia è del governo Draghi” commenta Mariana Monteiro, analista di Credit Suisse, con il quotidiano. “Con un altro premier, senza la credibilità e le doti conciliatorie di Draghi, approvare le riforma sarò probabilmente più difficile“, aggiunge Monteiro.
notizia in aggiornamento