Si prevede un autunno caldo per famiglie e imprese sul fronte della crescita dei prezzi. La spirale inflazionistica alimentata dai rincari sul costo dell’energia, schizzati alle stelle con l’invasione dell’Ucraina da parte della Russia, rischia di mettere in difficoltà migliaia di cittadini ed intere filiere produttive.
Lo spettro di uno stop delle forniture all’Europa da parte della Russia si materializza ora che dal 31 agosto al 2 settembre il gasdotto Nord Stream verrà fermato per manutenzione, e che lavora comunque da settimane al 20% del suo potenziale – il prezzo del gas al Ttf di Amsterdam è salito alle stelle fino a 339 euro al megawattora. Un anno fa costava appena qualcosa di più di 25 euro.
Il Ttf, mercato virtuale del gas di Amsterdam, ogni giorno dà una martellata “reale” ai fondamentali dell’economia europea. E più italiana, perché qui il gas si importa quasi del tutto. Con un crescendo operistico segna prezzi moltiplicati per 20 da inizio 2021: 339 euro per MWh, in chiusura venerdì. Resta il listino più “liquido” d’Europa per la materia prima di impianti, riscaldamenti ed elettricità. Ma non è liquido abbastanza, soprattutto gli manca il gas.
Colpa dei russi, primi fornitori dell’Europa che da oltre un anno, con tempistica che oggi somiglia a una premeditazione, limano sempre più gli approvvigionamenti. Ora che i tubi di Gazprom pompano al 20% del volume, e l’Europa guarda l’autunno e si vede prospetticamente a corto di gas, gli scambi del Ttf riflettono il dramma in corso. I prezzi stellari di consegna giornaliera da settimane si sono estesi a tutta la curva: tutte le scadenze fino a primavera 2024 costano tra 265 e 340 euro a MWh. Un rincaro che avrà tutto il tempo per entrare nel sistema di imprese e famiglie. Se ne accorgeranno gli italiani nel ricevere a fine settembre le bollette estive, anticipazione della “botta” invernale, quando riscaldarsi diventerà un proprio e vero lusso e 100 mila imprese avranno dei costi di gestione e produzione superiori ai ricavi.
Gli aumenti del costo delle materie prime potrebbero tradursi in breve in un conto energetico salato da pagare per famiglie ed imprenditori. Già decine di piccole attività denunciano bollette difficili se non impossibili da saldare, di fronte alle quali per alcune attività sarebbe essere meno oneroso tenere il negozio chiuso piuttosto che lavorare con costi altissimi dell’elettricità.
Le associazioni di consumatori parlano di una vera e propria “stangata” con una media di 711 euro di rincari in arrivo a famiglia, il prossimo autunno a causa degli aumenti di prezzi e tariffe energetiche. Al rientro dalle vacanze, per riempire il frigorifero le famiglie andranno incontro a incrementi medi dei prezzi del 10% su base annua. Mentre per fare il pieno all’automobile si trovano listini del gasolio più elevati del 16% rispetto allo scorso anno, con la benzina che costa il 6% in più.
Incide pesantemente anche la variabile bollette: ad ottobre Arera procederà all’aggiornamento periodico delle tariffe di luce e gas. Ipotizzando uno scenario ottimistico caratterizzato da un incremento delle tariffe ad ottobre del +15% per la luce e del +20% per il gas, la stangata complessiva sulla spesa energetica raggiungerebbe nel 2022 quota +965 euro a famiglia.
Senza un intervento immediato per ammortizzare l’impatto degli aumenti di energia e gas, calcola Confesercenti, le piccole imprese di turismo e terziario si troveranno a pagare nei prossimi 12 mesi una maxi-bolletta da 11 miliardi di euro, cioè circa 8 miliardi in più rispetto ai 12 mesi precedenti.
Una “mazzata” che rischia di mettere fuori mercato 90mila attività. A pagare la bolletta più salata, secondo Confesecenti, saranno le imprese del comparto della ristorazione, che si troveranno a spendere – a parità di consumi – quasi 2 miliardi di euro in più, mentre per i bar e le altre attività senza cucina l’aggravio sarebbe di poco più di un miliardo di euro.
Di grande rilevanza anche l’impatto sul comparto alberghiero: per hotel, pensioni e alberghi di piccole dimensioni l’esborso aggiuntivo sarà di oltre 1,5 miliardi di euro. Per i negozi di vicinato, invece, il caro-bollette costerà 912 milioni di euro in più.
L’allarme arriva anche dal presidente della Coldiretti Ettore Prandini: “Non c’è tempo da perdere e non possiamo aspettare le elezioni e il nuovo Governo. Bisogna intervenire subito sui rincari dell’energia a famiglie e imprese che mettono a rischio una filiera agroalimentare che dai campi alla tavola vale 575 miliardi di euro, quasi un quarto del Pil nazionale“.
La Cgia di Mestre a sua volta segnala le difficoltà che stanno colpendo le imprese del vetro, della ceramica, del cemento, della plastica, della produzione di laterizi, la meccanica pesante, l’alimentazione e la chimica ecc. Per quanto concerne l’energia elettrica, invece, rischiano il blackout le acciaierie/fonderie, l’alimentare, la logistica, il commercio, alberghi, bar-ristoranti, cinema, teatri, discoteche, lavanderie, palestre e impianti sportivi.