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3 Luglio 2024 22:27
3 Luglio 2024 22:27

Caccia al latitante Messina Denaro: 35 persone arrestate dai Carabinieri in Sicilia

Eseguiti provvedimenti cautelari emessi dalla Direzione distrettuale antimafia di Palermo nei confronti di circa 70 persone, 35 delle quali gravemente indiziate, a vario titolo, di associazione di tipo mafioso, estorsione, turbata libertà degli incanti, reati in materia di stupefacenti, porto abusivo di armi, gioco d'azzardo e altro, tutti aggravati dal metodo e dalle modalità mafiose

Nell’ambito delle indagini per la cattura del latitante Matteo Messina Denaro è in corso una vasta operazione dei Carabinieri del ROS e del Comando Provinciale di Trapani, insieme con i carabinieri di Palermo e Catania, del 9 Nucleo Elicotteri Carabinieri di Palermo, degli Squadroni “Cacciatori Sicilia” e “Cacciatori Calabria“, e del 12 Reggimento carabinieri “Sicilia”, che hanno eseguito provvedimenti cautelari emessi dalla Direzione distrettuale antimafia di Palermo nei confronti di circa 70 persone, 35 delle quali gravemente indiziate, a vario titolo, di associazione di tipo mafioso, estorsione, turbata libertà degli incanti, reati in materia di stupefacenti, porto abusivo di armi, gioco d’azzardo e altro, tutti aggravati dal metodo e dalle modalità mafiose (e tutti attinti da provvedimento cautelare emesso dal Tribunale di Palermo su richiesta della D.D.A.); nei confronti degli altri soggetti è in corso l’esecuzione di decreti di perquisizione e sequestro.

L’indagine dei carabinieri ruota attorno ad alcuni esponenti di primo piano dei mandamenti mafiosi di cosa nostra trapanese, legati a Matteo Messina Denaro, che oramai da circa 30 anni si sottrae volontariamente all’esecuzione di decine di misure cautelari e che secondo gli inquirenti sarebbe ancora in grado di impartire direttive per la riorganizzazione degli assetti nella zona. In particolare il monitoraggio dei vertici delle famiglie mafiose di Campobello di Mazara, Mazara del Vallo e Marsala, ha permesso di individuare la figura di un uomo d’onore campobellese Francesco Luppino che, recentemente scarcerato e già protagonista in passato di importanti dinamiche riguardanti i rapporti dell’area trapanese con esponenti apicali di cosa nostra palermitana, secondo quanto ritenuto dal Giudice per le indagini preliminari, sarebbe gravemente indiziato di avere acquisito centralità in tutto l’aggregato mafioso di quella provincia, risultando in grado di esprimere una costante e trasversale autorevolezza nell’ambito di dinamiche intermandamentali, anche esterne alla provincia di Trapani.

Un’autorevolezza conquistata grazie alla vicinanza al superlatitante Messina Denaro, che secondo alcuni indagati avrebbe gestito le nomine dei capizona. In particolare Il più volte citato uomo d’onore campobellese Francesco Luppino , attualmente indagato avrebbe designato il reggente della decina di Petrosino e sarebbe intervenuto nella nomina del reggente dell’importante mandamento di Mazara del Vallo, rimasto vacante dopo l’operazione “Anno Zero“.

Le investigazioni hanno anche permesso di ricostruire la successione al vertice di cosa nostra marsalese, individuando i soggetti allo stato gravemente indiziati di rivestire il ruolo di reggenti e documentandone le interlocuzioni con il più volte citato esponente mafioso campobellese.

Sono state, infine, acquisiti gravi indizi con riferimento a dinamiche associative ultra-provinciali, in direzione di cosa nostra palermitana, agrigentina e catanese nel cui ambito i trapanesi venivano indicati come “quelli che appartengono a Matteo Messina Denaro”; noinchè le attività di infiltrazione di cosa nostra trapanese nel tessuto economico/sociale con riferimento a presunti condizionamenti della libertà degli incanti, alla gestione, in forma pressochè monopolistica, del settore della sicurezza nei locali notturni e del recupero crediti, ed interventi finalizzati ad alterare le procedure di aggiudicazione di immobili oggetto di asta giudiziaria; presunte estorsioni in danno di aziende locali nel settore enogastronomico (tra cui una cantina vinicola) e turistico (strutture ricettive);con una disponibilità di armi da fuoco.

Nel corso dell’operazione sono state effettuate numerose perquisizioni delegate dall’Autorità Giudiziaria su siti ritenuti di interesse anche ai fini della ricerca del latitante ed intensificate le attività di controllo del territorio nelle località di maggiore interesse operativo.

Questi gli indagati   portati in carcere

Marco Buffa, 49 anni, Mazara del Vallo,

Leonardo Casano, 50 anni, Marsala,

Antonino Cuttone, 86 anni,

Vito De Vita, 45 anni, Marsala,

Riccardo Di Girolamo, 44 anni, Mazara del Vallo,

Piero Di Natale, 41 anni, Castelvetrano,

Vito Gaiazzo, 67 anni, Mazara del Vallo,

Jonathan Lucchese, 29 anni, Palermo,

Francesco Luppino, 62 anni, di Campobello di Mazara,

Marco Manzo, 57 anni, Campobello di Mazara,

Antonino Nastasi, 52 anni, Palermo,

Antonino Pace, 72 anni, Mazara del Vallo,

Francesco Pulizzi, 69 anni, Marsala,

Francesco Giuseppe Raia, 55 anni, Marsala,

Antonino Ernesto Raia, 60 anni, Marsala,

Vito Vincenzo Rallo, 62 anni, Marsala,

Carmelo Salerno, 62 anni, Paceco,

Giuseppe Salerno, 32 anni, Erice,

Vincenzo Spezia, 59 anni, Trapani,

Giuseppe Speciale, 40 anni, Partinico,

Michele Vitale, 30 anni, Partinico,

Rosario Stallone, 48 anni, Castelvetrano.

Questi gli indagati posti agli arresti domiciliari:

Paolo Bonanno, 48 anni, Mazara del Vallo

Lorenzo Catarinicchia, 41 anni, Marsala,

Girolamo Li Causi, 55 anni, Marsala,

Bartolomeo Macaddino, 58 anni, Mazara del Vallo,

Nicolò Macaddino, 62 anni, Mazara del Vallo,

Antonino Lombardo, 69 anni, Marsala,

Giuseppa Prinzivalli, 48 anni, Marsala,

Stefano Putaggio, 49 anni, Marsala,

Tiziana Rallo, 42 anni, Marsala,

Vincenzo Romano, 77 anni, Mazara del Vallo,

Marcello Salvia, 43 anni, Palermo,

Francesco Stallone, 55 anni, Campobello di Mazara,

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