Il piano per ridurre i consumi di gas in Italia è sostenibile e può garantire un rilevante risparmio di risorse. Lo ha sottolineato il ministro per la transizione ecologica, Roberto Cingolani, in un’intervista rilasciata a Radio Capital. “Se la collettività si comporta in maniera sobria nei consumi energetici a livello volontario si risparmia una quantità di gas che può arrivare quasi un terzo di quella che prendevamo prima dalla Russia ogni anno. Abbiamo fatto un piano per abitazioni private che non è draconiano, ma sostenibile. Stiamo lavorando con le aziende e con Confindustria per fare un piano per i consumi industriali”, ha detto il ministro Cingolani.
Ieri è stato presentato il piano di risparmio energetico del governo. Secondo le stime, gli interventi dovrebbero consentire al Paese di bruciare 5,3 miliardi di metri cubi di gas in meno, a fronte di un consumo che normalmente si aggira tra i 70 e gli 80 miliardi di metri cubi. Di questi 5,3 – che sono comunque meno degli 8,2 che chiede l’Ue – circa 2,1 dovrebbero essere garantiti dai combustibili alternativi al gas, mentre 3,2 dovrebbero derivare dalle riduzioni dei consumi. Questo su base nazionale, ma per una famiglia media, quali sono gli effetti sul portafoglio dei sacrifici che il governo invita tutti i cittadini a fare? Qual è il risparmio in bolletta dato da docce brevi e tiepide, termosifoni a 19 gradi e accessi per un’ora in meno al giorno per 15 giorni all’anno in meno, e degli altri accorgimenti suggeriti nel piano?
Il piano di risparmio energetico del Governo
La riduzione della durata di accensione dei caloriferi seguirà un meccanismo diviso per fasce regionali. In zona A, i riscaldamenti saranno accesi per un massimo di cinque ore giornaliere dall’8 dicembre al 7 marzo. In zona B per un massimo di 7 ore giornaliere dall’8 dicembre al 23 marzo. In zona C per un massimo di 9 ore giornaliere dal 22 novembre al 23 marzo. In zona D per un massimo di 11 ore giornaliere dall’8 novembre al 7 aprile. In zona E, infine, per un massimo di 13 ore giornaliere dal 22 ottobre al 7 aprile.
Oltre alla durata, il piano del ministero prevede una riduzione di un grado per il riscaldamento degli edifici: da 20 a 19 per abitazioni ed edifici pubblici, da 18 a 17 per le attività industriali. Fanno eccezione le utenze considerate «sensibili», come ospedali e case di ricovero. Per tutti gli altri, il rispetto delle misure sarà affidato più alla responsabilità dei cittadini che a un sistema di controlli a tappeto. Il piano, tuttavia, prevede controlli a campione per gli edifici pubblici e i grandi locali commerciali.
Le misure raccomandate e gli effetti attesi
Le stime dell’impatto di tutte le misure di contenimento dei consumi dovrebbero portare, secondo le stime del governo, ad un risparmio potenziale «di circa 5,3 miliardi di metri cubi di gas, considerando la massimizzazione della produzione di energia elettrica da combustibili diversi dal gas (circa 2,1 miliardi) e i risparmi connessi al contenimento del riscaldamento (circa 3,2 miliardi)». Dal punto di vista della generazione di energia elettrica, infatti, il governo ha puntato sulla produzione a carbone e olio delle centrali esistenti.
Misure che, si legge nel piano, sono complementari ad altre azioni già in corso “per aumentare la produzione di energia elettrica rinnovabile e di gas rinnovabili (biometano e idrogeno) attraverso l’accelerazione delle procedure di installazione e il supporto agli investimenti, anche tramite le riforme e le risorse previste nel PNRR”. A tutte queste misure, spiegano dal ministero, si aggiungono poi una serie di «misure comportamentali» da promuovere attraverso campagne di sensibilizzazione.
Tanti i consigli contenuti nel piano: abbassare la temperatura dell’acqua in casa e ridurre la durata della doccia, abbassare il fuoco dopo l’ebollizione dell’acqua in cucina, avviare lavatrice e lavastoviglie solo a pieno carico e staccare le spine elettriche quando gli elettrodomestici non sono in funzione. Per chi se lo può permettere, poi, il governo consiglia di sostituire gli elettrodomestici e i climatizzatori ad alto consumo con apparecchi più efficienti, installare nuove pompe di calore elettriche al posto delle vecchie caldaie a gas e pannelli solari termici per produrre acqua calda. L’insieme di queste misure comportamentali, secondo le stime del governo, potrebbe portare il risparmio totale di gas a 8,2 miliardi di metri cubi. Una cifra che corrisponderebbe alla riduzione del 15% dei consumi totali richiesta dall’Unione Europea.
Per quanto riguarda gli stoccaggi in vista dell’inverno, invece, nessun allarme in vista, secondo il ministero. All’1 settembre, infatti, il livello di riempimento ha toccato l’83%, un valore in linea con gli obiettivi del governo come si legge nel piano del Mite “fondamentale per disporre di margini di sicurezza del sistema gas e affrontare il prossimo inverno“.
Abbassare i riscaldamenti: risparmi per 326 euro/anno
I 3,2 miliardi di metri cubi di risparmio previsti dovrebbero arrivare tutti dalle limitazioni sui riscaldamenti. Questi potranno essere accesi 8 giorni dopo il normale avvio e dovranno essere spenti 7 giorni prima. Il periodo giornaliero di accensione verrà ridotto di un’ora, mentre la temperatura massima consentita passerà da 20 a 19 gradi. Il Mite stima che sia necessaria l’adesione del 79% delle famiglie per ottenere la cifra voluta. Ma quanto peseranno in bolletta questi accorgimenti? Secondo i dati Enea elaborati da la Repubblica, in un anno la famiglia media risparmierà 37 euro accendendo i riscaldamenti un’ora in meno al giorno. I 15 giorni annui di riduzione peseranno invece per 179 euro, mentre la differenza di temperatura dovrebbe lasciare circa 110 euro in più nel portafogli. A fine anno, quindi, ogni famiglia potrebbe trovarsi con 326 euro in più nel conto in banca.
Ma cosa prevede di preciso il piano messo a punto dal dicastero di Roberto Cingolani? Innanzitutto, come annunciato negli scorsi giorni, una stretta sui riscaldamenti. “I limiti di esercizio degli impianti termici sono ridotti di 15 giorni per quanto attiene il periodo di accensione (posticipando di 8 giorni la data di inizio ed anticipando di 7 giorni la data di fine esercizio) e di un’ora per quanto attiene la durata giornaliera di accensione”, si legge nel regolamento del Mite pubblicato oggi.
Piccoli accorgimenti quotidiani: risparmi per 410 euro/anno
Ci sono poi le indicazioni, che i cittadini sono invitati a seguire su base volontaria. Ridurre la durata e la temperatura delle docce, ad esempio. Abbassare la fiamma del fornello o spegnerla del tutto dopo aver buttato la pasta. Usare lavatrici e lavastoviglie sempre a pieno carico, e non lasciare accese le spie dello stand-by sugli elettrodomestici. Secondo l’elaborazione, intervenire sulle docce sarebbe tra queste la misura più efficace. Consentirebbe infatti di risparmiare 252 euro l’anno a famiglia (equivalenti a 188 metri cubi di gas) se la riduzione di temperatura fosse di 3 gradi e quella di tempo di 2 minuti rispetto alla media.
Dimezzare il numero di volte in cui si usano lavatrici e lavastoviglie dovrebbe portare a un risparmio di 127 euro l’anno, mentre abbassare la fiamma dei fornelli quando possibile garantirebbe una differenza di 12,5 euro all’anno. Infine, spegnere le luci dello stand-by avrebbe un impatto di 4,5 euro. E ancora, spegnere il forno negli ultimi 10 minuti di cottura porterebbe a un risparmio anno di 13,7 euro (33 metri cubi di metano). Con la collaborazione dei cittadini, quindi, il governo conta di risparmiare ulteriori 2,9 miliardi di metri cubi di gas.