“Dopo aver visionato il video pubblicato sul sito del quotidiano il Foglio ho dato mandato ai miei legali di sporgere querela nei confronti del dott. Tullio Morello. Grave per la democrazia che se nel passato il dott. Morello aveva appassionato il Tribunale di Napoli per le sue vicende sentimentali oggi come magistrato candidato al Csm per la corrente di Area, nel corso di una pubblica discussione con altri magistrati, utilizzi l’espressione “pezzo di merda” per denigrare le mie posizioni sul tema della correntocrazia” così l’ex presidente dell’Anm Luca Palamara ha commentato il volgare epiteto ricevuto ed aggiunto “La battaglia per riformare la giustizia continua ancor di più per liberare la magistratura dal gattopardismo strisciante dalla corrente di appartenenza del dott. Morello“.
“Si preannunciano riforme più canaglia della riforma Cartabia” e “Palamara è stato un grandissimo pezzo di m…”: per queste due frasi da qualche giorno Tullio Morello, Presidente della V sezione penale al Tribunale di Napoli, candidato della corrente sinistrorsa di Area al voto del prossimo Csm che si terrà domenica e lunedì prossimi, è finito giustamente i riflettori mediatici.
Il magistrato di Area invece di scusarsi si è giustificato sostenendo che “ Si trattava di una assemblea dell’Anm-sezione di Napoli, convocata in prosecuzione a riunioni precedenti. Siccome a luglio non erano presenti tutti i candidati, si è deciso di tenerne un’altra. Era quindi limitata solo ai convocati, ossia 37 magistrati compresi i candidati“. aggiungendo “Il mio intervento è durato dieci minuti ma è stato pubblicato il video di un solo minuto. E poi l’intero dibattito è durato quasi un’ora e mezzo”.
“Per quanto riguarda la frase su Palamara: in quella riunione e nelle precedenti e sulle nostre mailing list, un giorno sì e un giorno no, quelli come me che hanno svolto attività associativa in maniera attiva (è stato presidente della sottosezione dell’Anm di Torre Annunziata e presidente e segretario dell’Anm napoletana, n.d.r.) e che appartengono ai gruppi associativi sono stati accusati, in termini anche peggiori rispetto a quelli da me usati, di aver concorso alla crisi della magistratura. E stavo elencando le espressioni più comuni utilizzate, ad esempio “Palamara è un pezzo di m…”. Questo per dire che non sono stato io ad apostrofarlo in quel modo, stavo riferendo frasi di altri. Se si fosse visto il video per intero lo si sarebbe capito. E stavo dicendo quello per difendere il mio operato e quello di altri colleghi. Io come altri candidati, non solo nel mio gruppo abbiamo fatto attività associativa per anni con passione, senza ricevere mai una accusa da nessuno, senza mai oscurare la propria attività giudiziaria“.
In merito all’attacco all’ istituzione della giustizia “Si preannunciano riforme più canaglia della riforma Cartabia” il magistrato di Area ha sostenuto che “L’ Anm ha scioperato contro la riforma Cartabia, criticata a 360 gradi da tutta la categoria dei magistrati (falso n.d.r.) . Ho partecipato all’Assemblea generale dell’ Anm che ha deliberato quello sciopero e mi ero detto a favore dell’astensione e avevo criticato gli aspetti della riforma che non condivido. L’aggettivo “canaglia” l’ho usato per dire che la riforma punisce ingiustamente la magistratura. A questo quadro si aggiungono i programmi elettorali dei partiti che se realizzati in tema di giustizia andranno ulteriormente a peggiorare l’esercizio della giurisdizione a scapito dei cittadini“.
Commenti negativi alle esternazioni di Morello sono arrivati anche dalla consigliera di Cassazione Milena Balsamo, esponente di “Altra proposta”, il gruppo di magistrati che ha selezionato i propri candidati a queste elezioni con il sistema del sorteggio. “Io non mi sento affatto – puntualizza la magistrata – una qualunquista perché critico le correnti. Se siamo arrivati a questo punto è proprio grazie alle correnti”. “Morello critica la riforma Cartabia? Bene, gli ricordo che esponenti della sua corrente sono fuori ruolo al Ministero della giustizia ed hanno contribuito fattivamente alla stesura del testo. Se non lo condividevano, potevano tranquillamente dimettersi e tornare a svolgere le funzioni giurisdizionali”, prosegue la giudice.
Come non dare ragione anche al giudice veronese Andrea Mirenda, anch’egli candidato alle prossime elezioni del Csm, in un collegio diverso da quello di Morello. “Mi sembra troppo facile dare addosso a Palamara. Dove era Morello quando il nostro Luca nazionale spartiva le nomine e gli incarichi al Csm con i consiglieri di Area? Se non è stato criticato allora, a maggior ragione non deve esserlo oggi, dopo che ha svelato pubblicamente le pratiche, che tutti i magistrati comunque conoscevano, del premiato “nominificio” di Palazzo dei Marescialli”. Mirenda, corre come indipendente, ha aggiunto “la riforma Cartabia è sì una pessima riforma, ma l’ultima che può dolersene è proprio la correntocrazia: possono invece dolersene i singoli magistrati, la cui indipendenza viene messa in gioco da una sempre più temibile minaccia interna”
Se questa è la magistratura indipendente , equilibrata, allora lasciateci dire che stiamo veramente messi male. Quando si arriva a certi commenti persino nei confronti della Cartabia ex-presidente della Corte Costituzionale, ora Guardasigilli, e leggendo i titoli esclusivamente “sindacali” di alcuni magistrati che si stanno candidando al Csm, non resta altro che fare come consigliava tanti anni fa Indro Montanelli: tapparsi il naso.