La Corte di appello di Firenze ha assolto Laura Bovoli e Tiziano Renzi, genitori dell’ex premier Matteo Renzi, sotto processo a Firenze per due presunte fatture false insieme con l’imprenditore Luigi Dagostino che è stato invece condannato invece a 9 mesi : il fatto non costituisce reato. La Corte, ha accolto la ricostruzione delle difese dei coniugi Renzi, ha largamente riformato la sentenza di primo grado, con la quale ai due coniugi era stata inflitta una pena di 1 anno e 9 mesi e a Dagostino di 2 anni. Al termine, il commento del papà di Matteo Renzi e della mamma che ha pianto quando l’avvocato le ha comunicato il verdetto: “Siamo soddisfatti, contenti per l’assoluzione: finalmente la giustizia è arrivata”.
La vicenda è iniziata nel 2015 allorquando l’imprenditore Luigi Dagostino era amministratore delegato della Tramor, la società di gestione dell’outlet “The Mall” di Leccio di Reggello (Firenze). L’imprenditore, assistito dall’avvocato Alessandro Traversi, aveva incaricato le società Party ed Eventi 6 entrambe di proprietà dei Renzi, di realizzare degli studi di fattibilità per lavori all’outlet. Due le fatture contestate, una da 20mila e l’altra da 140mila euro più Iva, pagate nel luglio 2015 alla società Party srl (quella da 20mila euro) e alla Eventi 6 srl (quella da 140mila euro) .
Tiziano Renzi rendendo dichiarazioni spontanee durante l’udienza, nell’aula 30 del palazzo di giustizia di Firenze, ha proferito critiche velenose nei confronti della pm titolare delle indagini, chiamandone in causa il marito (da cui risulta peraltro da tempo separata). “Non ho mai chiesto nomine e incarichi a mio figlio, da questo punto di vista non ho mai lavorato col pubblico. Voglio affermare quello che mi ha detto Matteo a distanza di anni, che il marito della pm (che ha svolto l’inchiesta, ndr) aveva chiesto a lui e ai suoi collaboratori con insistenza una nomina“. Aggiungendo all’uscita del tribunale: “Mio figlio ha le prove di questa affermazione, potete chiederlo a lui”.
Prima dell’assoluzione, per quasi quindici minuti la mamma di Matteo Renzi, la signora Laura Bovoli ha rilasciato anche lei dichiarazioni spontanee : “Non ho mai fatto fatture false. Ho fiducia nella legge. Credo che la legge sia uguale per tutti, anche per chi si chiama Renzi. Mio marito è esperto nel settore commerciale ma non capisce nulla in amministrazione. Mi assumo completamente la responsabilità della fattura da 20 mila euro fatta da Party per un lavoro ben preciso che avrebbe dovuto svilupparsi: attirare i clienti verso quei negozi poco frequentati nell’outlet the Mall. Un progetto mai andato fino in fondo perché, grazie al fango gettato dalla stampa sono stata costretta a chiudere l’azienda. Mio figlio, allora a Palazzo Chigi, mi ha detto di chiudere l’azienda. E cosi feci. Ma dopo 30 anni di lavoro potevo rovinarmi per 20 mila euro?»
“Due anni fa sono stato condannato a 22 mesi di carcere – ha sottolineato ancora Tiziano Renzi durante il processo d’appello – Sono riuscito a capire le ragioni della condanna soltanto da quello che è successo dopo. Mentre noi eravamo impegnati nel processo, ho scoperto che la procura di Firenze aveva un’indagine parallela nella quale ero accusato di traffico di influenze. Questo presunto reato fu archiviato nell’aprile 2022, due anni dopo la condanna di cui stiamo discutendo in appello, sarebbe stato commesso ancora una volta con Dagostino. Lo avrei aiutato commettendo il reato di traffico di influenze e ciò avrebbe giustificato il pagamento della fattura oggetto dell’odierno processo. Fattura che sarebbe falsa perché emessa per coprire un’altra prestazione, quella teoricamente illecita oggetto del traffico di influenze” che però è, appunto, reato archiviato.
“La giustizia è lenta ma arriva. È arrivata”. Così l’avvocato Federico Bagattini, uno dei difensori di Laura Bovoli e Tiziano Renzi, ha commentato l’assoluzione con formula piena dei loro assistiti da parte della Corte d’appello di Firenze. “Dopo tre anni di serrato lavoro ce l’abbiamo fatta a dimostrare l’innocenza dei nostri assistiti. Siamo contenti – ha continuato il legale – perché siamo riusciti a dimostrare che le fatture erano state effettivamente emesse e che non si trattava quindi di fatture false. La Corte ha riconosciuto la verità delle fatture e ha assolto da ogni capo di accusa“.