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29 Novembre 2024 22:53

Il Csm organo di (mancato) controllo della Magistratura, in mano alle correnti

Nel limbo dell'attesa delle nomine del parlamento dei nuovi membri laici, ci troviamo di fronte ad un paradosso: sono stati eletti i nuovi consiglieri "togati" (cioè pm e giudici) ma nel frattempo continuano ad operare i consiglieri scaduti, che stanno mettendo in scena una nuova riedizione del dopo "hotel Champagne", allorquando le correnti di sinistra ripresero per via giudiziaria e non elettorale il controllo del plenum del Csm.
di Antonello de Gennaro

La fedeltà alla Costituzioneè l’unica fedeltà richiesta ai servitori dello Stato. L’unica fedeltà alla quale attenersi e sentirsi vincolati” aveva detto il presidente della repubblica Sergio Mattarella durante la cerimonia per gli anniversari dell’uccisione di Nicola Giacumbi, Girolamo Minervini, Guido Galli, Mario Amato Gaetano Costa e Rosario Livatino. Superare le correnti. Il Capo dello Stato, in un altro passaggio molto  rilevante del suo discorso, aveva anche mosso un puntuto appunto a chi lo tira per la giacca. Serve il “rispetto rigoroso delle regole della Costituzione“,”Questo è il momento di dimostrare, con coraggio, di voler superare ogni degenerazione del sistema delle correnti per perseguire autenticamente l’interesse generale ad avere una giustizia efficiente e credibile. E’ indispensabile porre attenzione critica sul ruolo e sull’utilità stessa delle correnti interne alla vita associativa dei magistrati“.

Mattarella in uno dei suoi discorsi più duri aveva evidenziato che sono emerse “gravi e vaste distorsioni” nelle decisioni del Csm oggetto dell’inchiesta di Perugia, aggiungendo: “La documentazione raccolta dalla Procura della Repubblica di Perugia – la cui rilevanza va valutata nelle sedi proprie previste dalla legge – sembra presentare l’immagine di una magistratura china su stessa, preoccupata di costruire consensi a uso interno, finalizzati all’attribuzione di incarichi. Questo fenomeno- continua Mattarella- si era disvelato nel momento in cui il Csm è stato chiamato, un anno addietro, ad affrontare quanto già allora emerso. Quel che è apparso ulteriormente fornisce la percezione della vastità del fenomeno allora denunziato; e fa intravedere un’ampia diffusione della grave distorsione sviluppatasi intorno ai criteri e alle decisioni di vari adempimenti nel governo autonomo della magistratura. Sono certo che queste logiche non appartengono alla magistratura nel suo insieme, che rappresenta un ordine impegnato nella quotidiana elaborazione della risposta di giustizia rispetto a una domanda che diventa sempre più pressante e complessa“.

Un discorso che sembra essere scivolato nel dimenticatoio del parlamentino dei magistrati dove invece hanno continuato imperterriti ad applicare il “bilancino” degli equilibri correntizi, usando sempre due pesi e due misure, sopratutto in sede disciplinare, dove si “azzoppano” o “salvano” le carriere delle toghe. Come non si può dare ragione a chi oggi ha criticato la mano pesante usata contro Cosimo Ferri “colpevole” di aver aiutato un giudice a far emergere la verità.

Cosimo Ferri in udienza alla sezione disciplinare del Csm

Usare la mano “pesante” con Ferri, e quella “leggera” con il magistrato Giuseppe Creazzo che quando si trovò in ascensore con un’avvenente collega, cioè Alessia Sinatra, si lancio in avances imbarazzanti che indussero la magistrata a definire Creazzoun porco essere immondo“, dopo che questi le aveva allungato le mani addosso. In quel caso il Csm aveva sanzionato Creazzo con la perdita di soli due mesi di anzianità. Più che una pena, una “carezza” disciplinare. Ieri la sezione disciplinare ha condannato Ferri alla perdità di due anni di anzianità, cioè 12 volte la pena di Creazzo ! Ferri viene ritenuto colpevole per aver accompagnato a casa di Berlusconi il giudice Antonio Franco, componente della sezione della Cassazione che aveva condannato il Cavaliere per la vicenda dei diritti televisivi. Per questo accompagnamento Ferri è stato accusato “di aver tenuto un comportamento gravemente scorretto in violazione dei doveri di imparzialità e correttezza“. Per fortuna Ferri non ha calato le mani al giudice Franco, altrimenti avrebbe rischiato la fucilazione !

Nel limbo dell’attesa delle nomine del parlamento dei nuovi membri laici, ci troviamo di fronte ad un paradosso: sono stati eletti i nuovi consiglieri “togati” (cioè pm e giudici) ma nel frattempo continuano ad operare i consiglieri scaduti, che stanno mettendo in scena una nuova riedizione del dopo “hotel Champagne“, allorquando le correnti di sinistra ripresero per via giudiziaria e non elettorale il controllo del plenum del Csm.

Un Csm che impedisce alla libera stampa di trasmettere in diretta streaming le udienze del plenum e della sezione disciplinare del Csm (che sono per Legge pubbliche) accampando le scuse più ridicole e squallide come “la privacy dei magistrati“, la “mancanza di un regolamento” mentre consente a Radio Radicale di registrare e mandare in onda quando e come vuole le dirette radio, e tutto ciò avvalendosi della consulenza…di un incompetente ufficio studi, del quale si nasconde (negando il diritto di accesso) la presa visione del parere, sostenendo che la pratica non si è conclusa, manifestando quella incompetenza ed ignoranza specifica, che ha indotto più volte il Tar del Lazio ed il Consiglio di Stato ad annullare e radere al suolo i teoremi giuridici imbarazzanti utilizzati a difesa degli accordi sottobanco concordati fra le correnti.

Ma non solo. Il padre (Giovanni) del dr. Marco Bisogni uno dei magistrati eletti nel nuovo Csm, risulta indagato dal pm dr. Mario Palazzi dalla Procura di Roma . Circostanza emersa durante l’interrogatorio del dr. Luca Palamara dinnanzi al Gip di Perugia. Bisogni, pm della DDA di Catania, si è costituito parte civile a Perugia, sentendosi danneggiato dai comportamenti di Palamara, allorquando questi era componente del Csm. Bisogni aveva mosso delle gravi accuse nei confronti di Palamara accusandolo di essersi attivato insieme al fantomatico avv. Amara per bloccargli la carriera. Accuse però che non state ritenute fondate e quindi inutilizzate dalla Procura di Perugia. Se la circostanza che il padre di Bisogni sia indagato a Roma si rivelasse fondata, ci troveremmo di fronte ad una altro paradosso, e cioè che il magistrato Marco Bisogni , figlio dell’indagato , si troverebbe a dover esprimere nel Csm giudizi e valutazioni nei confronti di colleghi magistrati in forza all’ufficio giudiziario dove stanno processando suo padre.

Abbiamo raccontato ieri le vicende del pm Dario Scaletta dietro le quali si cela il tentativo della sinistra giudiziaria di sovvertire l’esito delle recenti elezioni, rendendo noto quelle dell’ aggiunto di Taranto Maurizio Carbone. E potremmo aggiungere una valanga di altre ipocrisie di una certa magistratura che usa il codice penale e la polizia giudiziaria come un manganello ad uso strumentale e politicamente scorretto. Potremmo parlare ancora una volta della procura di Taranto in cui regnano conflitti d’interesse da anni, e di un attuale indagine sulle consulenze d’oro in corso di accertamento dalla Guardia di Finanza che vede fra gli indagati anche un commercialista sposato con una pm della stessa procura che sta indagando. E la Procura di Potenza cosa ne pensa ? Questa la chiamiamo ancora giustizia ?

Sarebbe questa la magistratura libera, specchiata, indipendente, che vorrebbe godere della fiducia degli italiani e dell’impunità totale ? A voi cari lettori ogni riflessione del caso.

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Grazie, Antonello de Gennaro

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