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22 Novembre 2024 08:22

M5S, per Crimi e Taverna “contratti da 70 mila euro l’anno come collaboratori parlamentari”. Con i soldi pubblici !

Hanno passato una carriera politica all'insegna della lotta contro la casta, denunciando a squarciagola ogni singolo centesimo fuori posto di chi occupava la tanto disdegnata "poltrona". Ma nel giro di pochi mesi lo spirito guerriero e le battaglie di bandiera del M5s sono finite nel cassetto.

L’ex reggente del Movimento e l’ex vicepresidente del Senato, esclusi dalla regola del doppio mandato, starebbero per essere assunti dai gruppi 5 Stelle di Camera e Senato a 3 mila euro al mese, con i fondi pubblici assegnati ai gruppi parlamentari. Per i due 5 Stelle si prevede un contratto da collaboratori parlamentari, “come dipendenti del gruppo grillino. Un imponibile da 70 mila euro l’anno. Tremila euro netti al mese”, con le firme in arrivo per l’incarico entro fine mese. Il Movimento starebbe preparando anche un’altra decina di contratti d’assunzione da parte dei singoli parlamentari. Eppure hanno passato una carriera politica all’insegna della lotta contro la casta, denunciando a squarciagola ogni singolo centesimo fuori posto di chi occupava la tanto disdegnata “poltrona”. Ma nel giro di pochi mesi lo spirito guerriero e le battaglie di bandiera del M5s sono finite nel cassetto.

La Taverna “premiata” da Conte con 3mila euro (pubblici) al mese

C’erano una volta gli strali della Taverna contro la casta, quella che voleva intascarsi i vitalizi, mentre lei no, “perché nun so’ politica”, come da memorabile concione nella borgata romana di Tor Sapienza. Era il 2014, un’era politica fa. “Avrò 70mila euro dal mio gruppo? Ma io non ne so nulla, sono una cittadina normale che la domenica fa altro, e comunque non sono stati determinati i contratti…“, ha detto all’AdnKronos Paola Taverna commentando la notizia, senza spiegare di quale altro reddito vivrebbe ora che non è più parlamentare.

Rocco Casalino, portavoce di Giuseppe Conte, mantenuto con i soldi dei contribuenti

Silenzio invece dei vertici del M5S sul contratto a Rocco Casalino sinora “mantenuto” dei gruppi parlamentari. Il portavoce di Conte una volta lasciato palazzo Chigi, aveva ottenuto da “Giuseppi” di essere assunto dai gruppi parlamentari (pagato con soldi del contribuente) per consulenze in fatto di comunicazione televisiva, considerato che il contratto dell’esperto di comunicazione, scaduto a luglio scorso, non era stato rinnovato. “Con la presente Le comunichiamo che il giorno 15 luglio 2022 il Suo contratto scade e non è più richiesta alcuna prestazione da parte Sua“. Firmato: Gruppo Movimento 5 Stelle Camera. Ma adesso il gruppo è controllato dai “contiani” ed il rinnovo è garantito. La famosa lotta anti-casta s’è persa per strada.

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