di Alessandro Sallusti*
Il sommo maestro Roberto Saviano ieri ha rivendicato con forza una libertà e stabilito un principio: uno scrittore può insultare perché il suo linguaggio, anche se offensivo e ingiurioso, rientra in quella che una volta si chiamava “licenza poetica”, la possibilità cioè di sbagliare volutamente per dare più forza al pensiero. Saviano ci ha comunicato tutto ciò all’uscita dell’udienza dove è imputato di ingiuria e diffamazione per aver dato della “bastarda”a Giorgia Meloni in diretta tv ospite di Formigli a PiazzaPulita.
Per nulla pentito e ben lungi dallo scusarsi per l’offesa recata a una donna, il Sommo ha spiegato che lui non sottostà alle regole, fossero solo quelle della buona educazione, dei comuni mortali perché “io sono uno scrittore, difendo a ogni costo la libertà di parola, questa (della Meloni, ndr) è una democratura“.
Detto – sempre per i comuni mortali – che per democratura si intende un regime politico improntato alle regole formali della democrazia, ma ispirato nei comportamenti a un autoritarismo sostanziale, per una volta faccio mio il Verbo del Sommo, e lo faccio avendo le carte in regola perché anche io sono uno scrittore. Sì, ho scritto libri che negli ultimi due anni hanno venduto più di quelli del Maestro Saviano, quindi sono un super scrittore, che se poi ci aggiungiamo che sono pure giornalista, e se non bastasse gioco il jolly di essere direttore bè, capite che io altro che libertà di parola, io come Saviano ma forse più di Saviano mi avvicino a Dio.
E quindi, seguendo il suo consiglio di non mettere limiti al mio pensiero perché noi scrittori (ma quali scrittori, intellettuali si addice meglio) godiamo dell’immunità penale e civile dico con chiarezza ciò che penso: Roberto Saviano, sei un bastardo. Di più: Roberto Saviano sei un pezzo di m. a insultare una donna, non ne hai remora perché tu sei un figlio di buona donna, che poi questi non sono altro che sinonimi della parola “bastardo”.
#Saviano bast*** pezzo di m***. E ora querelami, tanto sono scrittore 👉 https://t.co/qMd2jZLrqO pic.twitter.com/jGCGhRmGvl
— Alessandro Sallusti (@alesallusti) November 16, 2022
E adesso che fai, sommo bastardo Saviano? Smentisci la tua tesi in base alla quale io scrittore posso insultarti pubblicamente e tu devi tacere? Ti arruoli nella “democratura” e corri in tribunale a querelarmi? Ti ricordo che sono un super scrittore, quindi attento a quello che fai, razza di un bastardo che fai il bullo con una signora che proprio perché premier non può permettersi di rispondere e difendersi come dovrebbe e forse vorrebbe. Abbassa la cresta, chiedi scusa e finiscila lì che fai pena, sempre con licenza parlando.
*editoriale tratto dal quotidiano LIBERO