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5 Novembre 2024 01:19

Sparatoria di Roma. Il premier Meloni ricorda l’amica Nicoletta uccisa da un folle: “Bella e felice, non è giusto morire così”

A perdere la vita, oltre a Nicoletta Golisano, la segretaria contabile del consorzio Valleverde, Elisabetta Silenzi, 55 anni, e la consigliera Sabina Sperandio, 71 anni. Nella tragica mattinata romana sono rimaste ferite anche quattro persone, tra cui una donna è stata colpita al collo, in arresto cardiaco venendo rianimata in ambulanza, trasportata codice rosso all' Ospedale Sant’Andrea. Un’altra, ferita al torace trasportata codice rosso al Policlinico Umberto I. Poi altre due vittime, un ferito al volto trasportato codice rosso al Policlinico Gemelli. E infine un cardiopatico trasportato all' Ospedale Pertini in codice rosso per malore e dolore toracico.

Con un lungo e commosso post su Facebook il premier scrive: “Nicoletta era una mamma protettiva, un’amica sincera e discreta, una donna forte e fragile allo stesso tempo. Ma era soprattutto una professionista con un senso del dovere fuori dal comune. È stato quel senso del dovere a portarla lì, di domenica mattina, dove un uomo la aspettava per ucciderla a colpi d’arma da fuoco, insieme ad altre due donne, durante una riunione di condominio a Roma“. Sono queste le parole di sfogo di  Giorgia Meloni per la morte dell’amica Nicoletta Golisano, 50 anni, revisore dei conti, una delle tre vittime rimaste uccise nella sparatoria nel quartiere di Fidene di Roma.

Nicoletta era mia amica . Lascia il marito Giovanni e uno splendido bambino di dieci anni, Lorenzo. Con la sua, altre famiglie, alle quali esprimo tutta la mia vicinanza, sono state distrutte” scrive la premier che in serata ha postato su Facebook una foto sorridente assieme a Nicoletta Golisano ricordandola nella didascalia, senza darsi pace per quanto accaduto. “L’uomo che ha ucciso queste tre donne innocenti, e ha ferito altre tre persone, è stato fermato e spero la giustizia faccia quanto prima il suo corso –sottolinea Giorgia Meloni –. Il poligono dal quale aveva sottratto la pistola (il porto d’armi gli era stato rifiutato) è sotto sequestro. Eppure la parola “giustizia” non potrà mai essere accostata a questa vicenda. Perché non è giusto morire così“. “Nicoletta era felice, e bellissima, nel vestito rosso che aveva comprato per la festa del suo cinquantesimo compleanno, qualche settimana fa – conclude il presidente del Consiglio –. Per me sarà sempre bella e felice così. Addio Nico. Ti voglio bene“.

Tutto è successo in un incontro tra condomini, organizzato nel barIl posto giusto” alla periferia della Capitale, terminato nel sangue, che è stato posti sotto sequestro per gli accertamenti balistici mentre i militari ascoltavano i sopravvissuti. Una vera e propria strage è stata evitata grazie a Silvio Paganini, l’ “eroe” 67enne che è saltato addosso ed immobilizzato il killer prima dell’arrivo dei Carabinieri i quali lo hanno preso in consegna il killer, Claudio Campiti, 57 anni, arrestato per portarlo nella caserma del Nucleo radiomobile di Roma  in attesa della convalida del fermo poi emesso dal pm Giovanni Musarò della Procura di Roma. Nelle sue tasche trovati un totale di 170 proiettili ed anche un secondo caricatore, oltre a 6 mila euro ed abiti in uno zainetto che lasciano presagire l’ipotesi di un piano pre-organizzato per la fuga.

“Eravamo già tutti seduti nella sala, quando si è aperta la porta, è entrato quell’uomo con una pistola in pugno. La stringeva con due mano e mirava dritto ai volti”. racconta Paganini con accanto la moglie, e gli altri parenti accorsi in ospedale. Campiti ha tentato di uccidere anche Paganini. “Abbiamo visto la morte in faccia – aggiunte il 67enne, che è rimasto ferito alla guancia da un proiettile – in un attimo ha esploso quattro colpi, stava per sparare ancora. Non ho avuto il tempo di riflettere, gli sono saltato addosso e ho provato a fermarlo prima che uccidesse ancora”.

“Io ho sentito almeno sei colpi, ma saranno stati di più, non ho capito nulla, vedevo la gente cadere per terra, c’era tanto sangue”, racconta Gianni un altro condomine superstite dall’assemblea condominiale, che insieme ad alcuni soci si sono avventati contro l’improvvisato killer “Si sono tutti gettati su di lui, lo hanno fermato altrimenti i morti sarebbero stati ancora di più – spiega Gianni – una persona in particolare è stata un eroe, è uno dei nostri consiglieri. Ha cercato di prendere la pistola ma lui ha continuato a sparare e lo ha colpito alla guancia. Il consigliere ha continuato a lottare ugualmente e lo ha disarmato, poi ha soccorso le persone senza neanche farsi medicare”.

A perdere la vita, oltre a Nicoletta Golisano, la segretaria contabile del consorzio Valleverde, Elisabetta Silenzi, 55 anni, e la consigliera Sabina Sperandio, 71 anni. Nella tragica mattinata romana sono rimaste ferite anche quattro persone, tra cui una donna è stata colpita al collo, in arresto cardiaco venendo rianimata in ambulanza, trasportata codice rosso all’ Ospedale Sant’Andrea. Un’altra, ferita al torace trasportata codice rosso al Policlinico Umberto I. Poi altre due vittime, un ferito al volto trasportato codice rosso al Policlinico Gemelli. E infine un cardiopatico trasportato all’ Ospedale Pertini in codice rosso per malore e dolore toracico. 

“Aveva una pistola con 16 colpi in canna, un altro caricatore in tasca e una busta di proiettili”. La pistola utilizzata dal killer era stata noleggiata al poligono di tiro del Tiro a Segno Nazionale di Tor di Quinto e mai restituita. Inoltre tempo fa aveva chiesto il porto d’armi ma gli era stato negato. Il “rigetto” della domanda era arrivato grazie alle informazioni fornite dai Carabinieri del luogo dove viveva, in provincia di Rieti, che avevano riferito delle liti in atto con il Consorzio Valleverde, l’urbanizzazione sul lago del Turano, nel Reatino, dove abitava Campiti e si cui era in corso la riunione di condominio.

L’immagine di quella Glock, l’arma impugnata da Claudio Campiti, è rimasta impressa nella memoria del signor Bruno, socio anziano del consorzio Valleverde, scampato per un vero e proprio miracolo alla mattanza di domenica mattina, quando l’uomo ha sparato durante l’assemblea di condominio uccidendo tre persone e ferendone altre tre. Da chiarire quindi su quali basi gli sia stata certificata l’idoneità psichico-fisica necessaria per sparare al poligono, circostanza che sembrerebbe stridere con il fatto che in passato gli era stato negato il porto d’armi grazie al parere negativo dei Carabinieri a seguito delle denunce per minacce presentate dai condomini del consorzio Valleverde di cui faceva parte. 

I Carabinieri hanno recuperato anche l’arma una Glock calibro 45 sottratta in un poligono di tiro a Tor di Quinto, hanno accertato che l’uomo già in passato aveva minacciato nel nel suo blog “Benvenuti all’inferno” i vicini di casa e gli amministratori del Consorzio Valle Verde. “Era moroso, doveva pagare anche l’allaccio in fogna – racconta una delle sopravvissute alla mattanza. – La storia si trascinava da anni ma mai avrei immaginato che potesse arrivare a tanto. Ma noi abbiamo segnalato e denunciato tutto già un anno fa nessuno è mai intervenuto per fare qualcosa“. 

il blog delirante di Claudio Campiti
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