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27 Novembre 2024 18:52

Le minacce via mail dell’ assistente dell’ Europarlamentare del PD Alessandra Moretti al nostro giornale

Sono almeno altri quattro italiani, pur non essendo indagati, finiti tra le maglie dell'inchiesta ritrovandosi il posto di lavoro inaccessibile e subendo il sequestro di computer e smartphone.

Ondate di fango mediatico sulla politica italiana nello scandalo del Quatar che ha visto coinvolto l’ex-eurodeputato Panzieri ed una serie di lobbisti sotto mentite spoglie di politici, lobbisti e partaborse. I media ed i magistrati belgi ormai parlano di una “Italian Connection” presente nell’inchiesta sul “Qatargate“. E lo fanno dalla scorsa settimana quando la Polizia Federale belga è entrata negli edifici del Parlamento europeo per mettere i sigilli agli uffici di una serie di collaboratori e assistenti, tutti “rigorosamente” italiani. Un lungo corridoio di stanze nel gruppo Socialisti & Democratici sigillate e chiuse a doppia mandata su disposizione della magistratura belga.  il giudice Michel Claise ha confermato ieri gli arresti per Antonio PanzeriEva KailiNiccolò Figà-Talamanca e Francesco Giorgi. La procura ha perquisito la casa dell’eurodeputato socialista Marc Tarabella, che oggi dovrà fornire le sue spiegazioni alla commissione di vigilanza del Partito Socialista belga. 

Inizialmente c’era Francesco Giorgi, fermato prima e confermato ieri agli arresti, attuale assistente dell’eurodeputato Andrea Cozzolino, e fidanzato dell’eurodeputata greca  Eva Kaili nella cui abitazione sono stati trovati borsoni pieni di centinaia di migliaia di euro in contanti . La procura belga ha deciso di avviare una sorta di pesca a strascico per scovare e raccogliendo quante più prove possibile. In queste ore il Partito Democratico ha annunciato di aver “disposto la sospensione cautelare di Giorgi con effetto immediato“. Nato ad  Abbiategrasso si segnala appena ventenne come “attivista” dei Democratici di Sinistra, all’epilogo del loro percorso, prima di spiccare il volo con una laurea in Scienze Politiche ottenuta alla Statale di Milano.

Giorgi si faceva fa notare nel centrosinistra lombardo ma la sua ambizione superava i confini regionali puntando all’Europa, destinazione Bruxelles. Collabora con il Parlamento Europeo e intreccia la sua carriera con quella di Antonio Panzeri di cui diventa assistente. Un legame che ha portato entrambi agli arresti con l’accusa di aver ricevuto laute mazzette dal Qatar per ripulire l’immagine del paese ospitante i mondiali di calcio 2022.

Al momento dell’arresto Giorgi lavora però per un altro europarlamentare Pd, Andrea Cozzolino, (che come la Moretti non è coinvolto nell’indagine), come consulente per i i rapporti dell’Ue con i Paesi del Maghreb (Marocco, Tunisia, Algeria). Cozzolino, si è dichiarato sopreso per l’arresto del suo assistente, sostenendo che lo avrebbe scelto perché già lo conosceva come esperto dei Paesi nordafricani al Parlamento Europeo, nella sua attività precedente. Nessun “contatto” sospetto quindi fra Cozzolino e Panzeri.

Sono almeno altri quattro italiani, pur non essendo indagati, finiti tra le maglie dell’inchiesta ritrovandosi il posto di lavoro inaccessibile e subendo il sequestro di computer e smartphone.

I sigilli sono stati così posti all’ufficio di Federica Garbagnati, in passato lavorava all’ Europarlamento con Panzieri, intorno al quale ruota una vera e propria rete di collocamento e alle conoscenze dell’ex europarlamentare del Pd, passato ad Articolo Uno, che ieri lo ha sospeso. La Garbagnati che è attualmente assistente dell’eurodeputata Alessandra Moretti ieri pomeriggio utilizzando un account di posta di tale “Matteo Cavallo” alle h. 17:04, ci scriveva testualmente:

“Mi chiamo Francesca Garbagnati e ho appena notato che un vostro impreciso articolo mi ha appena definita INDAGATA nell’inchiesta che vede al centro l’ex eurodeputato Pier Antonio Panzeri. Essendo ciò assolutamente falso, vi chiedo di provvedere a cancellare immediatamente il mio nome da ogni vostro articolo dal momento che non sono indagata, non sono una personalità pubblica e che il mio nome non è essenziale nella descrizione della cronaca. Provvederò immediatamente a sporgere querela nei confronti del vostro giornale e del vostro giornalista.Mi auguro correggiate immediatamente il vostro errore. Cordialmente, Francesca Garbagnati” 

Non avendo timore delle minacce di querela ricevute, nella consapevolezza di aver pubblicato la verità. le abbiamo così risposto:

Dopodichè la Garbagnati si è affrettata a far sparire da Internet e dai socialnetwork tutti i suoi profili (ha dimenticato Facebook….) e le sue foto, e persino qualche piccola pseudo-intervista dove raccontava la sua esperienza lavorativa all’ Europarlamento . Un comportamento singolare e sicuramente poco “trasparente”, che si è allineato con le bugie dalle gambe corte della Moretti, come quelle dichiarate al sito Affari Italiani che sabato scorso scriveva: “in mezzo a tanti nomi, qualcuno ha tirato fuori anche quello di un assistente parlamentare dell’eurodeputata Pd Alessandra Moretti. Ma l’assistenteche non risulta essere indagata, sarebbe coinvolta nell’inchiesta in quanto ex assistente di Panzeri (così come gli altri suoi ex colleghi)Dato il clamore della notizia è facile che il “fango” finisca un po’ dovunque, anche se alcune voci raccontano addirittura di uffici sigillati e telefoni sequestrati.” Sentita sempre da Affaritaliani, la Moretti ha smentito “che la sua assistente sia stata interrogata” (circostanza che nessuno, tantomeno il nostro giornale ha mai scritto !).

Peccato che oggi sempre la Moretti, parlando con l’ ADN-Kronos , ha ammesso che la sua assistente Francesca Garbagnati, “ha subito una perquisizione ma non è stata interrogata”. Probabilmente la Moretti non ha molta esperienza di indagini di polizia giudiziaria.

Dopo aver chiamato inutilmente per tutta la mattinata la segreteria dell’ on. Moretti all’ Europarlamento (che conta ben 7 addetti tutti stipendiati con denaro “pubblico” ) dove non rispondeva nessuno, siamo riusciti nel primo pomeriggio a contattarla via Whatsapp. La Moretti ci ha rilasciato questa dichiarazione “Tutti gli ex collaboratori di Panzeri hanno subito i sigilli dei propri uffici. Massima collaborazione con la magistratura su questa vicenda che ci lascia sgomenti”, di fatto confermando quello che il CORRIERE DEL GIORNO ed il FATTO QUOTIDIANO avevano rivelato per primi così di fatto smentendo la sua assistente che ci minaccia legalmente via mail attraverso il suo “cavaliere bianco” Matteo Cavallo, minaccia che si è trasformata in una denuncia penale per “tentata estorsione” che il nostro avvocato sta già preparando. Altro che le querele preannunciate dalla Moretti contro chiunque “pubblichi o diffonda notizie false e tendenziose o che puntino a minare la propria onorabilità” !

Giuseppe Meroni

L’ assistente della Moretti non è l’unica “portaborse” a ritrovarsi senza un ufficio. Sigilli sono stati apposti anche anche all’ufficio di Giuseppe Meroni, esponente di Articolo Uno, anche lui con un passato da assistente di Panzeri e attualmente alle dipendenze dell’ eurodeputata Lara Comi (Forza Italia) che nonostante la distanza politica hanno sempre avuto una amicizia generata dalla passione comune per il calcio. La Comi tifosa del Milan e Panzeri dell’Inter, partecipavano spesso e volentieri in Lombardia a trasmissioni tv dedicate al derby della Madonnina.

Sigilli sono stati posti anche all’ufficio di Donatella Rostagno, altra ex collaboratrice di Panzeri ritenuta un esperta di Medio Oriente e mondo arabo, attualmente alle dipendenze dell’europarlamentare belga Maria Arena che era componente del Board dell’Ong Fight Impunity, fondata nel 2019 dall’ex eurodeputato S&D Panzieri.

Davide Zoggia, ex sindaco di Jesolo e presidente della provincia di Venezia

Il quarto ed ultimo assistente parlamentare europeo coinvolto è Davide Zoggia, un ex deputato considerato “vicino” agli amici di Pierluigi Bersani, con un passato di amministratore pubblico come ex sindaco di Jesolo e presidente della provincia di Venezia, al quale gli investigatori belgi hanno sequestrato il suo cellulare. Zoggia è il responsabile degli Enti Locali del PD durante la “segreteria” Bersani, diventando il capo dell’ organizzazione del partito con Guglielmo Epifani. Attualmente fa parte dello staff di Pietro Bartolo e Brando Benifei (nessuno dei due è sotto indagine).

Davide Zoggia e Pierluigi Bersani

“I Mondiali al Qatar sono un insulto all’etica, bisogna ritirare l’assegnazione”. E ancora, con una punta di sarcasmo: “Platini, i parenti di 1.200 operai morti nei cantieri per la costruzione degli stadi si scusano per aver rovinato i Mondiali“. Poi, a un certo punto, la posizione è cambiata. Ed allora il boicottaggio si è trasformato in “un gesto ipocrita” e “chi abbandona i maxi-schermi è un idiota perché la Coppa del mondo è una festa che bisogna vivere insieme” aggiungendo che in Qatar i lavoratori “hanno un salario minimo, che viene versato sul loro conto corrente» e all’interno delle aziende c’è persino «una concertazione sindacale». Per questo gli altri Paesi del Golfo dovrebbero seguire il modello-Qatar”.

Le prime dichiarazioni che avete letto sono di Marc Tarabella, eurodeputato belga di origini italiane con alle spalle quattro mandati al Parlamento Ue. Le ultime anche. E questa giravolta è tra i motivi che hanno spinto sabato sera gli investigatori belgi a perquisire la casa del politico socialista folgorato sulla via di Doha. E’ durata un paio d’anni, dal 2014 fino al gennaio del 2016 la sua campagna politico-mediatica per annullare l’assegnazione dei campionati di calcio al Qatar . Interventi in Parlamento, dichiarazioni sui media, manifestazioni. Poi all’improvviso un lungo silenzio, interrotto a partire dallo scorso anno, quando la linea dell’esponente socialista ha preso tutt’altra direzione. Tarabella ha continuato a occuparsi di Qatar, ma questa volta con toni e dichiarazioni molto più istituzionali. Che coincidenza…

Marc Tarabella, eurodeputato belga

Tarabella è nato in Belgio nel 1963, figlio di un emigrante italiano originario di Seravezza (Lucca), dal 1994 è sindaco di Anthisnes , un comune di 4000 abitanti alle porte di Liegi. Parla perfettamente italiano ed è considerato molto vicino a Panzeri, al punto tale che un anno fa ha preso la tessera di Articolo Uno.

Le mazzette e le risultanze investigative che usciranno dai telefoni e computer sequestrati potrebbero portino altrove: per il governo del Qatar il ruolo dell’ ormai ex-vicepresidente del Parlamento Europeo, la greca Eva Kaili era un “”badge” strategico per accedere alle porte dell’istituzione europea. La parlamentare greca è stata recentemente fotografata ad Abu Dhabi in un weekend con il suo connazionale, il vice presidente della Commissione, Margaritis Schinas, esponente del Ppe che guarda caso in un tweet dello scorso 20 novembre aveva elogiato il mondiale del Qatar, definendolo un “paese che ha attuato riforme e che merita questo successo mondiale“.

Ecco perché, al momento, l’indagine belga è soltanto al primo livello. La Polizia ha voluto accelerare con le perquisizioni temendo che, con la fine del Mondiale, e lo stop ai lavori del Parlamento Europeo per la pausa natalizia, molto (cioè le valige di denaro) potesse scomparire. E probabilmente non hanno torto.

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