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22 Novembre 2024 14:01

Dalla Camera del lavoro a quella delle tangenti: ecco come funzionava la Ong di Panzeri al Parlamento Europeo

Al momento nel mirino della Procura ci sono i deputati italiani e belgi del gruppo dei Democratici & Socialisti . Ma nella ragnatela scrivono i magistrati italiani nei decreti di perquisizione e sequestro nelle case italiane di Panzeri e Giorgi disposti sulla base dell’ordine di investigazione europeo trasmesso a Milano "Ci troviamo di fronte ad un gruppo indeterminato e molto ampio di persone dedito alla consumazione di fatti di corruzione e operante all’interno di strutture europee con o senza legami con l’Unione europea".

La Ong Fight Impunity fondata da Pier Antonio Panzeri nel 2019 a Bruxelles, dopo la mancata rielezione ha un ruolo centrale nella corruzione su cui verte inchiesta sulla Tangentopoli europea della magistratura belga, un vero e proprio centro di distribuzione di tangenti, provenienti da Qatar e Marocco e distribuite nel Parlamento Ue dopo essere arrivate, ed occultate, nei conti correnti della Ong che con la scusa dei diritti umani, era un fiume di soldi in nero.

Gli investigatori belgi hanno più di qualche sospetto sull’ipotesi che nel giro di tangenti sia coinvolto anche l’ eurodeputato campano del Pd, Andrea Cozzolino, a seguito delle confessioni verbalizzate da Francesco Giorgi nell’interrogatorio di garanzia, il quale avrebbe fatto il suo nome come possibile percettore di parte delle tangenti provenienti dal Qatar e Marocco. Cozzolino al momento non è stato indagato perché non ci sono tracce e prove di passaggi di denaro, ma soprattutto, perché gode dell’immunità da parlamentare. 

l’eurodeputato del PD Andrea Cozzolino

Cozzolino, secondo quanto hanno ricostruito gli investigatori, sulla base degli atti parlamentari ha avuto sempre una posizione “morbida”, sicuramente più morbida rispetto al suo gruppo parlamentare, nei confronti del Qatar. Ad esempio si è astenuto su nove emendamenti nella risoluzione del 24 novembre scorso sulla “situazione dei diritti umani nel contesto della Coppa del mondo Fifa in Qatar”. Agli atti dell’inchiesta è allegata anche una mail inviata dall’ eurodeputato napoletano del Pd ai colleghi prima del voto, in cui scriveva:. “Vi ribadisco la mia posizione che ho portato nell’incontro di ieri e vi chiedo di votare contro… Si sostiene che la Coppa del Mondo sia stata assegnata dalla Fifa al Qatar grazie ad abusi e corruzione. Il Parlamento europeo non dovrebbe accusare un Paese senza prove. E in ogni caso, se vogliamo discutere di corruzione nello sport, allora forse sarebbe necessario riflettere su tutto, compresa la Coppa del Mondo che si è giocata in Germania nel 2006″.

Francesco Giorgi, ex assistente di Panzeri ora al servizio di Cozzolino

Giorgi è il punto di collegamento tra i due: dopo aver fatto l’ assistente di Panzeri, è passato a lavorare dal 2019 per Cozzolino. Un altro nome fatto da Giorgi è quello del deputato socialista belga Marc Tarabella, che è stato già perquisito. Tutti negano addebiti di illeciti, mentre la Procura federale è impeganata alla ricerca riscontri, valutando la possibilità di chiedere l’autorizzazione a procedere al Parlamento. Ma è su questo che in questi giorni stanno lavorando gli investigatori delegati dai magistrati attraverso l’analisi di “criminal forensics” dei computer, dai telefoni, dalle chat anche quelle cancellate recuperate grazie ai sofisticati mezzi a disposizione della polizia belga, con cui stanno cercando di reperire delle eventuali accuse a carico di Cozzolino per poi chiedere al Parlamento di procedere nei suoi confronti. Determinante sarà quello che ha raccontato e racconterà il suo assistente, Francesco Giorgi.

Giorgi è stato molto chiaro sulle eurodeputate Moretti e Arena.Non ne ho mai sentito parlare. Sono persone che rispetto e credo che la loro integrità non c’entri nulla in questo contesto“. Il quotidiano La Repubblica scrive che a loro risulta che Alessandra Moretti nell’ottobre scorso abbia effettuato un viaggio in Qatar, come risulta anche dal suo profilo Twitter, con un’altra Ong vicina al governo di Doha. Gli investigatori stanno cercando riscontri di questo viaggio, ed è il reale motivo per cui l’ufficio della sua assistente è finito tra quelli sotto sequestro. E in queste ore gli investigatori stanno verificando fra i documenti e nei computer.

Alessandra Moretti in visita ai cantieri degli stadi del Qatar in costruzione

Nessuna domanda, invece, è stata fatta a Giorgi sul ruolo di Bonifei. A conferma che il principale collegamento è dato da alcuni ex collaboratori di Panzeri finiti poi a lavorare con il capogruppo del Pd. E a proposito di assistenti, una delle collaboratrici di Arena si è coperta di ridicolo facendo sapere di “non aver avuto alcuna collaborazione” con Panzeri , ma solo una collaborazione con la sua Ong, la Fight Impunity, che rimane cruciale però nell’indagine. I belgi sostengono di avere le prove che nei conti correnti della società siano arrivati direttamente fondi dal Qatar. A conferma che le contabilità della corruzione sarebbero due: la prima, quella in contanti, e la seconda che gira invece sui conti della Ong. Ed è proprio da quei conti che sarebbero partiti, secondo l’impostazione iniziale della Procura, alcuni bonifici per “ammorbidire” le posizioni di persone vicine alla cricca del Qatar. Giorgi in uno dei suoi interrogatori ha confermato ai magistrati che le Ong servivano proprio “a far girare il denaro“.

La principale attività formale della Ong Fight Impunity era quella di redigere un rapporto annuale. All’ultimo, quello del 2021, ha lavorato anche Giacomo Bartolo, il figlio di Pietro Bartolo, un altro eurodeputato Pd. “Aveva un contratto a partita Iva da circa 1. 900 euro lordi mensili – ha rivelato Giorgi –. Ha lasciato dopo sette mesi perché la vita a Bruxelles era troppo cara e il lavoro non pienamente soddisfacente”. Due assistenti dell’eurodeputato Bartolo, uno dei quali aveva lavorato per Panzeri, sono stati perquisiti. Il suo nome non compare nei mandati di arresto.

Al momento nel mirino della Procura ci sono i deputati italiani e belgi del gruppo dei Democratici & Socialisti . Ma nella ragnatela scrivono i magistrati italiani nei decreti di perquisizione e sequestro nelle case italiane di Panzeri e Giorgi disposti sulla base dell’ordine di investigazione europeo trasmesso a Milano “Ci troviamo di fronte ad un gruppo indeterminato e molto ampio di persone dedito alla consumazione di fatti di corruzione e operante all’interno di strutture europee con o senza legami con l’Unione europea”. ha scritto la procura nel decreto di perquisizione. Un gruppo che avrebbe venduto la “propria attività” in cambio di “ingenti somme di denaro“. 

l’eurodeputata greca Eva Kaili

Gli altri parlamentari “vicini” alla Fight Impunity citati negli atti sono Eva KailiMaria Arena, il capogruppo del Partito democratico Brando Benifei e Alessandra Moretti. Cozzolino era il presidente della delegazione per le relazioni con i Paesi del Maghreb e delle commissioni parlamentari miste Ue-Marocco. Era inoltre membro della commissione Diritti umani, dalla quale sono passate le risoluzioni più problematiche per il Qatar: ricopriva, dunque, per i due principali “finanziatori” del gruppo, un ruolo cruciale.

I soldi in contanti scovati dalla Polizia a Bruxelles costituirebbero solo una minima parte delle tangenti. Nel frattempo gli investigatori della Guardia di Finanza stanno spulciando sette conti correnti italiani che “perché è presumibile che il provento dei fatti illeciti sia stato trasferito sui conti bancari”. Ed infatti sono già stati individuati negli estratti conti resi disponibili dalle banche, alcuni movimenti di notevole interesse investigativo. Una traccia sulla quale gli investigatori hanno appena iniziato a lavorare per ricostruire il quadro internazionale dell’organizzazione criminale che versava ingenti somme di denaro in cambio dell’attività di fiancheggiamento degli eurodeputati (e non solo) che erano sul libro paga delle tangenti pagate dai Paesi corruttori.

Pier Antonio Panzeri e Abderrahim Atmoun

E’ stato Francesco Giorgi a rivelare di far parte di un’organizzazione utilizzata sia dal Marocco che dal Qatar per influenzare gli affari europei, confermando che Panzeri era il capo di questa organizzazione, che si celava dietro la facciata della Ong Fight Impunity e di aver avuto il ruolo di gestire le grandi quantità di denaro. Panzeri era considerato un “amico” dai servizi segreti del Marocco, ed aveva lavorato a Bruxelles nel 2017 con l’attuale ambasciatore del Marocco in Polonia, Abderrahim Atmoun, ritenuto l’agente della corruzione, nell’ambito di una commissione bilaterale.

L ’eurodeputato spagnolo Miguel Urbán, eletto con Podemos, non veniva ritenuto “amico” del Marocco, ed aveva denunciato nel maggio 2021un’intrusione notturna di ignoti nella sua casa di Madrid. dove sono stati rubati due hard disk, foto di famiglia e il salvadanaio di sua figlia, ma lasciati oggetti di maggior valore. Urbán insospettitosi, aveva denunciato l’ accaduto alla polizia spagnola ed al servizio di sicurezza del Parlamento Ue, che avevano valutato l’episodio come sospetto in quanto realizzato da “mani esperte”. David Sassoli, all’epoca dei fatti presidente, aveva immediatamente allertato i ministeri degli Interni di Spagna e Belgio. Alla luce dei fatti emersi negli ultimi giorni anche questo episodio è diventati oggetto di valutazione da parte degli investigatori belgi.

L ’eurodeputato spagnolo Miguel Urbán

Tra le indagini in corso su richiesta della magistratura belga, anche la convocazione delle persone che hanno lavorato con la Ong Fight Impunity, fondata dall’ex parlamentare europeo Panzeri, perché viene considerata uno dei cuori dell’inchiesta. La polizia belga ha accertato che parte dei fondi arrivati sui conti correnti della Ong giungessero direttamente dal Qatar. Quello che ha raccontato Francesco Giorgi ha trovato conferma: “le Ong servono a far girare il denaro”, che è quello che è stato contestato a Luca Visentini, il segretario del sindacato mondiale, fermato e poi rilasciato la scorsa settimana.

il sindacalista Luca Visentini

Visentini aveva ricevuto dalla Fight Impunity un finanziamento per la campagna elettorale che lo ha eletto segretario. La Procura sospetta che sia stato uno scambio per ottenere dichiarazioni pro-Qatar, alla vigilia dei campionati del mondo. Visentini si è difeso comprovando che i bonifici erano stati registrati ed i soldi utilizzati, effettivamente, per la campagna elettorale. Provando che le posizioni del sindacato nei confronti del Qatar erano state sempre molto dure. Il giudice ha creduto a queste giustificazioni, e per questo, lo ha rilasciato.

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