di Alessia Di Bella
La vela è uno sport acquatico molto affascinante e seguito da milioni di persone in tutto il mondo, per questo motivo vengono organizzate numerose competizioni mondiali. Facciamo un passo indietro per capire bene come funziona questa disciplina: una regata velica è una competizione che vede coinvolte le barche a vela; per ogni classe sono disponibili specifiche tipologie di regate. L’oggetto delle regate, per una determinata classe, consiste nella percorrenza di un percorso prestabilito nel minor tempo possibile, nell’ambito del quale la barca si può trovare in condizioni di navigazione anche differenti. Come in tutti gli sport in cui gareggiano dei mezzi comandati dall’uomo, la vittoria può derivare sia dall’essere umano che la pilota, sia dalla qualità della macchina. Le manovre vanno eseguite alla perfezione, ma il progetto può prevedere una barca più facilmente manovrabile o, in caso contrario, una barca instabile e difficile da comandare. Portare una barca a vela ad alte velocità, a parità di vento, dipende sia dall’abilità dell’equipaggio ma anche dal livello di perfezione del progetto. Il circuito da svolgere, spesso chiamato nel gergo come campo gara, può essere un tracciato delimitato da delle boe apposite come per le regate in lago, oppure può essere un percorso definito da un punto di partenza ed un punto di arrivo come per le grandi regate in stile America’s Cup.
Sponsor e vela: un binomio che ha più di un secolo
Nonostante le numerose testimonianze, non si può definire con esattezza la nascita vera e propria della sponsorizzazione nello sport: infatti questa forma di comunicazione, per essere considerata tale, deve avere uno scopo commerciale. Partendo da questa valutazione, l’origine di tale attività in ambito sportivo può essere fatta risalire al 1899 e proprio con le barche a vela. Infatti in quell’anno un personaggio dotato di forte carisma mostra le sue abilità commerciali proprio in questo sport: si tratta di Sir Thomas Lipton, un nobile irlandese che fa della produzione di tè la sua fonte di ricchezza. Egli, oltre ad essere un valido commerciante, era appassionato velista e ha scelto così di unire il lavoro al piacere recandosi oltre Oceano per partecipare alla sfida di Coppa America: essa era (ed è ancora) una regata prestigiosa, in cui Lipton intravide la possibilità di far conoscere il suo prodotto anche al mercato americano e quindi di incrementare i propri profitti.
Attraverso un club nautico irlandese, Lipton lanciò la sua prima sfida al New York Yacht Club, defender della Coppa America: il confronto tra le due squadre è terminato a favore di quella americana. Tuttavia, nonostante la sconfitta, il successo commerciale e la simpatia suscitata nel popolo statunitense hanno convinto Sir Lipton a ripresentarsi nelle edizioni successive.Nella storia della vela ma anche in quella dell’America’s Cup sono molti i nomi di quegli industriali, e ancora prima mecenati, che hanno investito in questo sport il proprio patrimonio: tra questi, oltre al già citato Lipton, troviamo il francese Bich, colui che ha inventato l’omonima penna a sfera.
Proprio negli anni in cui la sponsorship trova un suo spazio all’interno della comunicazione aziendale, le imprese iniziano ad investire in progetti volti a rafforzare la propria immagine e a ricercare impatto mediatico anche attraverso lo sport della vela. La vela come mezzo di comunicazione ha seguito il percorso storico ed evolutivo delle sponsorizzazioni sportive, forse talvolta anche precorrendo i tempi. E’ necessario capire quali possibilità ha offerto e offre il mondo della vela e delle regate alle aziende interessate in sponsorizzazioni. Le sponsorizzazioni sportive sono sempre più complesse e hanno raggiunto una forma denominata co-marketing sportivo, che vede più attori collaborare per il raggiungimento di un obiettivo.
In origine la vela è stato il mezzo di movimento privilegiato per le barche da guerra e da commercio. A partire dal 1700 si diffonde lo yachting, inteso come andare in barca a vela per sport o come passatempo: in questi anni vengono costruiti velieri, imbarcazioni di lusso e su misura per gli aristocratici e grossi proprietari terrieri che si dedicavano alla navigazione solo nelle occasioni di mondanità. Verso la fine del 1800, questo sport si è diffuso anche tra la nuova borghesia e la barca diventa soprattutto uno status symbol, un segno di prestigio, successo e potere.
Contemporaneamente si assiste, soprattutto nel nord Europa, all’utilizzo sportivo della barche: vengono infatti costruite imbarcazioni non abitabili e adatte solo per le regate. La passione per questa competizione è così forte da spingere i proprietari a trascorrere l’estate a gareggiare, e l’inverno nei capannoni allestiti per sistemare e modificare le imbarcazioni per la stagione successiva. Lo yatching progressivamente conquista tutta l’Europa, gli Stati Uniti, il Canada, l’Australia e la Nuova Zelanda: vengono creati gli “yachting club” e di conseguenza le gare ufficiali si moltiplicano.
Le regate più famose e avvincenti
La prima tra le regate internazionali è stata la Competizione delle cento Ghinee, era il 1851. Ora si chiama America’s Cup, un “match race” tra lo yacht club che detiene la coppa e lo sfidante, il vincitore della Louis Vuitton Cup, competizione a eliminazione preliminare alla Coppa America. Forse è la più conosciuta per la copertura mediatica, l’altissima tecnologia degli yacht e la tipologia stessa della regata, ma non è l’unica a dare spettacolo.
La Giraglia, creata in un café parigino nel 1952 da Renè Levaiville, Franco Gavagnin e Beppe Croce, debuttò l’11 luglio 1953 con 22 imbarcazioni in gara, l’edizione 2016 della Giraglia Rolex Cup, ne contava 302. Tra le imbarcazioni ammesse, Swan tradizionali e Wally ultramoderni, Maxi, Beneteau 40.7 e 47.7, Corel 45. La competizione prevede regate costiere e le 243 miglia in altura tra Saint Tropez e Genova, passando per l’isola della Giraglia in Corsica.
L’anno 2020 ha segnato una svolta nell’organizzazione della manifestazione “Les Voiles de Saint-Tropez“ che fino ad ora durava solamente una settimana ; il nuovo programma prevede 2 settimane di regate e promette di offrire uno spettacolo eccezionale. Potranno partecipare velieri piu’ grandi e le condizioni di gara saranno migliorate per organizzare l’evento esclusivo che si chiamerà “Les Voiles Super Boats” . Si aggiungeranno al programma delle nuove regate costiere, alle quali potranno partecipare i trecento velieri iscritti: vele moderne o tradizionali, Wally, Loro Piana, Mini Maxi, Super Maxi, Schhooners, GTR e Class J.
Sempre nel Mediterraneo, la Rolex Middle Sea Race, fa parte dell’olimpo delle regate: una classica offshore, difficile per le condizioni del mare e dei venti, ripaga skipper ed equipaggi con lo spettacolo della natura. Il percorso di regata prevede infatti 680 miglia nautiche con partenza da Grand Harbour (Malta), poi verso nord sulla costa est della Sicilia fino allo Stretto di Messina, rotta alle Eolie, Marettimo e Favignana, a sud verso Lampedusa e Pantelleria, fino al porto di Massamxett, dove termina la gara. Eric Tabarlay, Cino Ricci, Sir Francis Chichester e Ted Turner sono alcuni tra i velisti di spicco che hanno partecipato alla regata.
La regata da trendsetter è in Toscana. La 151 Miglia Trofeo Cetilar è la competizione di media altura che più rapidamente è cresciuta negli ultimi anni per numero di partecipanti. Un percorso creato per esaltare le capacità degli equipaggi, attraverso le isole. Da Livorno a Punta Ala passando per Marina di Pisa, scoglio della Giraglia e il faro delle formiche. L’unica regata d’altura che ti consente di scoprire una costa, un’isola o una terra diversa ogni due ore di navigazione. Con la Fastnet, la Sidney Hobart e la Newport-Bermuda, siamo negli oceani. La Fastnet, la cui prima edizione è del 1925, si svolge ad anni alterni: si parte da Cowes, sull’isola di White, verso lo scoglio Fastnet, sud ovest dell’Irlanda, isola di Scilly e Plymouth, 608 miglia in totale.
Sport di nicchia e peso degli sponsor
In epoca covid, con il paese mezzo bloccato, una fetta di Italia si collegava su Rai Sport o Sky Sport per guardare una diretta dall’altra parte del mondo. A dodici ore di fuso orari, e agli antipodi della Nuova Zelanda, nel Golfo di Hauraki, si disputava la 36esima America’s Cup. La barca tricolore Luna Rossa sfidava il detentore del titolo, la neozelandese Emirates. La partenza fulminante di Luna Rossa, con 3 vittorie nelle prime 5 gare, aveva fatto accarezzare l’idea che gli italiani potessero insidiare il titolo ma quando alla sesta regata, la barca italiana di Prada e Pirelli sbagliò una manovra e venne superata da Emirates, si capì che si era persa l’occasione cruciale e che Luna Rossa non ce l’avrebbe fatta.
Il Vendée Globe nell’ultima edizione, l’edizione dei Foil, ha avuto uno scatto in avanti in termini di popolarità molto forte. Probabilmente aiutato anche dalla caduta, sempre in termini di popolarità, della Coppa America, il giro del mondo in solitaria senza scalo e senza assistenza, ha fatto i numeri. Numeri in termini di pubblico che si trasformano in maggiore facilità per gli skipper di trovare uno sponsLogico chiedersi perché una grande banca come la Banque Populair investe circa 5,5 milioni di euro l’anno nella vela. Che ritorni ha? Per trovare le risposte abbiamo indagato nel complesso mondo del Vendée Globe.
I ritorni per gli sponsor maggior nel finanziare un’impresa come il giro del mondo come il Vendée Globe sono importanti e sono in salita. Gli esperti del settore hanno calcolato che Banque Populaire dal suo investimento nel Vendée Globe abbia ricavato guadagni per 55 milioni di euro, oltre a una forte visibilità permanente e a un accrescimento del valore dell’immagine della banca. Nel totale il Vendée Globe nell’ultima edizione ha generato ritorni per i suoi sponsor pari a 185 milioni di euro. Si va, appunto dai 55 milioni di Banque Populaire al 1.8 milioni di SMA dello skipper Neuling Paul Meilhat che è stato uno degli skipper che hanno abbandonato la gara per problemi all’attrezzatura.
Ma gli sponsor più entusiasti di investire nel mondo degli IMOCA 60 sono quelli di Alex Thompson, Hugo Boss, Mercedes Benz e BASF. I loro ritorni dal 2014 ad oggi assurgono a 200 milioni di euro, oltre 12 volte l’investimento fatto. Solo in video caricati su You Tube, il team di Thomson ha registrato 38 milioni di visualizzazioni.
Il dilemma dei diritti tv
Nell’attesa di programmazioni, per incrementare l’interesse del pubblico, Rai e Sky hanno trasmesso gratis la America’s Cup, perchè a loro volta hanno avuto gratis i diritti tv. La mossa è servita a far conoscere lo sport e creare un base di tifosi e appassionati, da questo punto di vista, traguardo raggiunto, con i diritti gratuiti, la Vela è entrate in più case possibili ma ancora rimane, uno sport di super-nicchia. La popolarità della vela aumenta ogni giorno di più, grazie anche all’impegno profuso dagli sponsor , gli effetti commerciali ci sono: ogni volta che l’Italia è arrivata in finale con Prada, la linea di abbigliamento griffata Luna Rossa ha generato un vero e proprio boom di vendite. Stavolta in scia si è messa pure la casa di orologi Panerai, che ha prodotto dei modelli appositi.
Da oltre sessant’anni, Rolex vanta un legame privilegiato con il mondo della vela, sport che celebra prestazioni e tradizioni. Il Marchio, partner degli eventi, dei protagonisti e degli yacht club più prestigiosi, condivide la passione dell’eccellenza con i grandi rappresentanti di questo mondo. Rolex sostiene alcune delle più prestigiose regate costiere e d’altura con equipaggio. Il Marchio collabora con numerose regate costiere annuali e biennali in tutto il mondo ed è Orologio Ufficiale di due di queste competizioni, entrambe all’avanguardia della tecnologia nautica: il SailGP, in cui competono 7 catamarani fra i più veloci del pianeta, e la 52 Super Series, disputata da monoscafi TP52 ad alte prestazioni. Rolex è anche partner di regate d’altura di prim’ordine come la Rolex Fastnet Race, la Rolex Sydney Hobart Yacht Race e la Rolex Middle Sea Race.