L’introduzione delle nuove modalità di rinnovo automatico delle offerte ricaricabili da parte degli operatori di telefonia mobile, ogni quattro settimane, e non più mensilmente come in passato, comporta un aumento medio annuo della spesa di circa il 7% . Lo stima l’ Agcom, il cui consiglio si è riunito il 28 luglio per analizzare la questione battezzata “la tredicesima” sui cellulari . I deputati del Movimento 5 Stelle hanno inoltrato lo scorso 24 luglio una segnalazione all’ Antitrust per chiedere chiarezza sulla strategia adottata da tutti gli operatori, anche se con modalità differenti. I clienti di telefonia mobile si vedranno addebitare il costo dei servizi sottoscritti. Quella prassi per la quale se un cliente ha 250 minuti di telefonate da godere nel corso di un mese, se li vede ora azzerare al compimento della quarta settimana. L’effetto cumulato è di far pagare gli italiani di più, tredici volte in un anno invece di dodici.
La segnalazione all’Antitrust
Altrettanto ha fatto il Garante per le comunicazioni per gli effetti “sulla concorrenza derivanti dalla concomitanza delle politiche tariffarie delineate, e in particolare gli effetti restrittivi sugli utenti di ricaricabili che in pochi mesi hanno visto drasticamente ridursi la possibilità di reperire sul mercato offerte di rinnovo automatico della tariffazione”».
Diffidata Tim
Le nuove sottoscrizioni a offerte ricaricabili dei gestori Wind e Vodafone hanno rinnovo automatico ogni 28 giorni rispettivamente dallo scorso marzo e da giugno. Molto più aggressiva Tim che, a partire dal prossimo 2 agosto, ha da un lato previsto il rinnovo ogni 28 giorni per le nuove sottoscrizioni, mentre dall’altro ha comunicato ad Agcom l’intenzione di estendere la modalità a numerosi piani tariffari dell’offerta ricaricabile già sottoscritti, con effetto – quindi – anche sui clienti già acquisiti. Il Garante ha ritenuto “non completa l’informazione agli utenti sull’intenzione di rimodulare le offerte già sottoscritte” ed “ha diffidato la società al rispetto degli articoli 70 e 71 del codice delle comunicazioni e, conseguentemente, a prorogare di sessanta giorni, decorrenti dalla completa informativa agli utenti interessati, il termine per l’esercizio del diritto di recesso senza costi”.
“L’auspicio “dell’Autorità – conclude la nota – è che, grazie a tale misura, gli utenti possano acquisire maggiore consapevolezza della reale portata della manovra e scegliere con consapevolezza se esercitare il diritto di recedere dal contratto, passando ad operatori alternativi”