La visita di oggi di Ursula von der Leyen nella Capitale per partecipare alla presentazione di un libro che raccoglie i discorsi di David Sassoli, è stT la restituzione della cortesia e del “segnale” politico offerto dal premier Giorgia Meloni nel suo primo viaggio internazionale, proprio a Bruxelles. Nell’incontro fra le due donne si è parlato sopratutto della questione migranti in vista del prossimo Consiglio europeo del prossimo 9 febbraio, dove per l’insistenza del Governo italiano Roma il dossier è stato finalmente posto all’ordine del giorno. Il confronto verterà anche su altri temi: dall’urgenza di un’agenda economica comune nell’Unione Europea, al sostegno alle imprese dei 27 Stati membri, in risposta alla recente legislazione americana che ha stanziato mega incentivi alle aziende USA.
L’incontro di oggi è stato incentrato anche sul decreto legge varato dall’Italia per regolare l’attività delle Ong. Il Governo italiano lo ritiene un modello che dovrebbe far parte del Piano d’azione europeo su cui sta lavorando la Commissione europea, comunque che occorra che passi il principio che le Ong debbano sottostare alle leggi nazionali, rispettando disposizioni e normative delle autorità del Paese a cui chiedono un porto di approdo, senza appellarsi a interpretazioni diverse basate sui trattati internazionali.
La legge controfirmata all’inizio dell’anno dal presidente della Repubblica è perfettamente in linea con questi ultimi, in sede europea non ha ancora ricevuto valutazioni politiche o critiche formali , e costituisce un tentativo giuridico, secondo Palazzo Chigi, per ridurre e contrastare il rischio che le Ong possano diventare un fattore di attrazione del traffico illegale di clandestini. E la presidente del Consiglio chiederà alla presidente della Commissione europea un impegno deciso su questo punto per arrivare ad una posizione comune, in sede Ue, per contrasto ai trafficanti.
“Cara Ursula, ti accompagno“, mentre fanno insieme le grandi scalinate di Palazzo Chigi. “Cara Giorgia, è un piacere rivederti”, mentre la presidente della Commissione europea e la presidente del Consiglio si baciano e abbracciano come due leader che hanno ormai un’ottima consuetudine e un dialogo avviato su binari giusti, con un clima rilassato, un aperitivo e dei toast che accompagnavano l’agenda di un incontro che era ampiamente programmata dagli staff e sulla quale c’era poco da decidere e molto da “registrare”.
Lo scopo principale del premier Meloni era quello di mettere sul tavolo alcuni punti chiave e richiedere che venissero messi in agenda in attesa dei passi futuri dell’Unione, a cominciare dal Consiglio europeo del prossimo 9 febbraio. A giudicare dalla soddisfazione dello staff di Palazzo Chigi sembra che siano state diverse e su diversi argomenti le aperture di Ursula von der Leyen verso Giorgia Meloni . Questa la richiesta della Meloni: “Io la penso così, i nostri confini sono confini europei, di tutti, e credo che su questo principio dobbiamo lavorare insieme per sviluppare un Piano europeo che funzioni e sia efficace“.
Un teorema accolto dalla von der Leyen che le ha risposto: “Faremo di tutto per arrivare a dei principi condivisi da tutti gli Stati membri”. La presidente della Commissione europea si è mostrata disponibile anche su alcuni punti più insidiosi, quando la Meloni ha chiesto in modo aperto un “maggior coinvolgimento politico e finanziario” delll’ Unione europea negli accordi e nelle relazioni con i Paesi del Nord Africa, poichè ovviamente un accordo europeo può avere un peso e un’efficacia molto maggiore di uno stretto fra due Stati.
Un altro argomento importante si cui si è parlato è la nuova legislazione italiana appena adottata sulla condotta delle Organizzazioni non governative che operano nel Mediterraneo. Per la Meloni è un insieme di principi e precetti che può essere adottato e discusso anche a livello europeo. “Se occorre un Piano europeo per gli investimenti e le relazioni con il Nord Africa occorrerebbe anche una normativa condivisa fra i 27 Stati della Ue sulle Ong“, hanno commentato nello staff della presidenza del Consiglio al termine dell’ incontro , rimarcando quello che sono state le richieste del capo del governo italiano.
La Meloni sui migranti intende distinguere meglio che nel passato i profughi dai migranti economici, illustrando la posizione italiana e le dinamiche che portano a considerare le Ong, spesso, anche un fattore di attrazione equivoca per gli scafisti. Ma questo è un argomento delicato, perché la Meloni si rivolge ad una politica tedesca e nell’ultima legge di Bilancio di Berlino ci sono anche dei fondi per le Ong che ogni giorno litigano con il nostro Viminale e battono bandiera tedesca.
Un argomento che può rivelarsi insidioso anche su un altro argomento nevralgico del confronto che è dura poco più di un’ora, a cui hanno partecipato per il governo italiano, il ministro Raffaele Fitto, il consigliere diplomatico Francesco Maria Talò, e l’ ambasciatore italiano presso le istituzioni comunitarie Piero Benassi.
L’origine nazionale di Ursula von der Leyen è uscita fuori quando Giorgia Meloni ha chiesto con forza che qualsiasi strumento venga adottato nel quadro di una risposta economica europea alla legislazione fiscale americana di incentivi e sussidi alle imprese a stelle e strisce sia realmente “europeo”, nel senso di non concedere vantaggi a chi ha maggiore spazio fiscale di bilancio, come si è visto con la Germania e la legislazione tedesca sul caro energia.