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3 Luglio 2024 09:38
3 Luglio 2024 09:38

Inaugurazione anno giudiziario con Mattarella

Il ministro guardasigilli Carlo Nordio ha voluto chiarire che in tema di giustizia, “ogni futura riforma” prima di essere affidata alle valutazioni del Parlamento, “si comporrà attraverso l'ascolto di tutte le voci del sistema giustizia, dall'avvocatura all'accademia e alla magistratura". Dopodichè nel suo intervento ha definito "l’autonomia e l’indipendenza dei giudici come un pilastro della nostra democrazia”, di cui lo stesso ministro riconosce la “sacralità”.
di Valentina Rito

Si è aperto il nuovo anno giudiziario della Corte Suprema di Cassazione. Alla cerimonia di inaugurazione,  nell’Aula magna del Palazzo della Giustizia, all’Assemblea generale della Corte Suprema di Cassazione per l’inaugurazione dell’anno giudiziario 2023 e per la relazione sull’amministrazione della giustizia nell’anno 2022, è intervenuto il presidente della Repubblica Sergio Mattarella. Il primo intervento è stato quello del primo presidente della Cassazione, Pietro Curzio. L’evento ha segnato anche il debutto del nuovo vicepresidente del Csm, l’avvocato Fabio Pinelli (centrodestra), eletto ieri – al terzo scrutinio – con 17 voti, contro i 14 ottenuti da Roberto Rompoli (Pd-centrosinistra).

Pinelli ha preso la parola per secondo, seguito dal ministro della Giustizia Carlo Nordio, al centro di incessanti polemiche per la sua posizione sulle intercettazioni, e dal procuratore generale della Cassazione, Luigi Salvato, e Gabriella Palmieri Sandulli, Avvocato Generale dello Stato. Infine è intervenuta la presidente del Consiglio nazionale forense, Maria Masi. Il 28 gennaio si terranno le cerimonie di inaugurazione dell’anno giudiziario presso le 26 Corti d’Appello dislocate sul territorio italiano.

Nordio: “Prima di fare riforme in Parlamento ascolteremo le toghe. L’autonomia della magistratura è sacra

Il ministro guardasigilli Carlo Nordio ha voluto chiarire che in tema di giustizia, “ogni futura riforma” prima di essere affidata alle valutazioni del Parlamento, “si comporrà attraverso l’ascolto di tutte le voci del sistema giustizia, dall’avvocatura all’accademia e alla magistratura“. Dopodichè nel suo intervento ha definito “l’autonomia e l’indipendenza dei giudici come un pilastro della nostra democrazia”, di cui lo stesso ministro riconosce la “sacralità”. Priorità “assoluta” per il Guardasigilli, è dare alla giustizia “un volto nuovo, in sintonia con le trasformazioni rapide, e talvolta repentine, dei nostri tempi

Pinelli: “Csm garantirà autonomia e indipendenza dei giudici

Il neo vicepresidente del Csm Pinelli ha detto di sentire tutta la responsabilità del compito appena affidato a tutti i nuovi consiglieri, e a me che oggi li rappresento. Sono, e siamo tutti, consapevoli della delicatezza della funzione che siamo chiamati a svolgere: garantire l’autonomia e l’indipendenza dell’ordine giudiziario, pilastro della democrazia”. Il Csm affronterà “le sfide, numerose e complesse, del sistema giustizia, portando avanti al contempo l’ideale del magistrato che noi riteniamo debba essere perseguito: il magistrato che si distingua per il rigore professionale, per il riserbo in tutti i comportamenti, e per il rispetto della dignità delle persone. L’esercizio del potere giudiziario deve sempre compiersi nel rispetto della sottoposizione alla legge del magistrato e nella piena tutela della dignità della persona“.

Curzio: “Ombra inquietante omicidi in famiglia e femminicidi. Passi avanti nella lotta alla mafia

Continua il processo di riduzione del contenzioso, tanto nel civile quanto nel penale. Con queste parole il primo presidente della Cassazione Pietro Curzio, ha aperto la sua relazione parlando di “un’ombra inquietante” che pesa sull’Italia: “circa la metà degli omicidi sono avvenuti nell’ambito dei rapporti familiari ed affettivi e una parte molto consistente, 122 su 310, vede come vittima la donna, spesso ad opera del partner o ex partner”. Tuttavia, per il numero di omicidi, in generale in calo nell’ultimo anno, l’Italia si dimostra “uno dei Paesi più sicuri in Europa“. Grossi passi avanti poi nella lotta a mafia e terrorismo, come confermato da un recente “arresto importante”, ha sottolineato Curzio riferendosi alla cattura di Matteo Messina Denaro.

Inaccettabile invece “il numero delle morti bianche, che anche quest’anno ha superato il livello di 1000 casi, con l’inquietante ritmo di tre morti al giorno“, ha detto sempre Curzio. Nei primi dieci mesi del 2022, le denunce “sono aumentate del 32,9% rispetto al 2021″ e le malattie professionali hanno visto un aumento delle denunce del 10,6%. I dati confermano la “pesante e grave conferma” della situazione di pericolo e rischio nel mondo del lavoro.

Sarà fondamentale spingere sull’assunzione di nuovo personale, tendenza già iniziata grazie ai fondi del Pnrr. L’inserimento di più risorse umane – ha detto Curzio – è un passaggio fondamentale per il buon funzionamento del settore della giustizia, per troppo tempo caratterizzato da “riforme a costo zero”. Un dato su cui riflettere: mancano al sistema giudiziario 1458 magistrati . Curzio ha rilevato che nei 47 Paesi europei che aderiscono al Consiglio d’Europa, “in media vi sono 22,2 giudici togati ogni 100mila abitanti, mentre in Italia sono solo 11,9“. Sulle riforme che continuano a dividere la politica, Curzio ha detto che “non spetta ai magistrati dare giudizi sulle scelte di politica legislativa che il Parlamento ed il governo hanno operato”. Tuttavia, “il programma attuativo originariamente fissato è stato modificato, posticipando alcune parti ed anticipandone altre e quindi si sono creati motivi di criticità“. Necessario “un periodo di adattamento e di rodaggio”.

La relazione del Procuratore Generale della Cassazione Salvato 

Su una scia culturale si è fondato l’intervento del procuratore generale di Cassazione Luigi Salvato: «Volgendo l’attenzione al diritto penale, va ribadito che è questo il luogo eccezionale della violazione di un precetto tipico, dovendo la relativa sanzione essere riservata ai casi di grave lesione di interessi costituzionalmente rilevanti. Compito della giustizia penale è giudicare fatti, non processare la storia». Salvato ha poi ricordato che “il pubblico ministero costituisce un “organo di giustizia” che nella dialettica del processo riveste il ruolo formale di parte, ma con il compito di cooperare con il giudice in vista dell’attuazione del diritto, a garanzia dei valori di legalità. Tanto dà ragione della sua collocazione ordinamentale, perché deve alimentarsi della cultura della giurisdizione, che vuol dire altresì saper misurare l’esito dell’azione penale, come rimarcato dalla recente riforma“.

Alla luce della recente riforma Cartabia, il pm deve sempre più porsi nell’ottica di esercitare l’azione penale e chiedere un giudizio solo laddove ci sia una ragionevole previsione di condanna, deve appropriarsi pertanto della cultura del giudice e badare all’esito sotto il profilo della prognosi, non incaponirsi in inchieste che porteranno ad un nulla di fatto, ingolfando solo gli uffici giudiziari e rovinando le vite degli innocenti.

Il procuratore generale poi ha attaccato anche il ruolo dell’avvocato, quale difensore dei mafiosi. Parlando infatti di Cosa nostra agrigentina ha detto: “La strumentalizzazione delle prerogative connesse alla professione di avvocato ha consentito di creare un canale di comunicazione con esponenti apicali di Cosa nostra dei territori di Agrigento, Trapani e Caltanissetta, sottoposti allo speciale regime detentivo di cui all’art. 41-bis ord. pen., così consentendo loro, dopo anni di isolamento, di ricevere e inviare messaggi da e verso i sodali in libertà“.

La Presidente del Consiglio Nazionale Forense, Maria Masi, nel corso del suo intervento ha detto che “Oggi, e non più a causa dell’emergenza sanitaria, gli Avvocati (non siamo più neppure tanti) e quindi i cittadini, cui questa Cerimonia è rivolta, poiché la Giustizia è amministrata in nome del popolo italiano, sono fuori dai tribunali e dalle sedi di giustizia e non solo fisicamente. Sono, siamo fuori perché i nuovi processi, la c.d. “nuova Giustizia” ci vede ai margini di un sistema, funzionalmente e strutturalmente inadeguato, compresso in formalismi che rischiano di far prevalere lo sbarramento alla domanda di giustizia, la statistica al diritto dovere di difesa. È avvilente dover essere costretti a comprimere il diritto di essere difesi in griglie di valutazioni, schemi, atti e breviari”

“La Giustizia continuerà a non funzionare o a funzionare male se, in attesa della annunciata separazione delle carriere, si continuerà ad alimentare la separazione tra loro degli operatori di giustizia: Giudici e Avvocati sono oramai distanti, lontani (anche le istanze di conferimento e colloquio accolte sono oramai rarissime)” ha continuato la Presidente Masi ” Avvocati e Cancellieri separati al punto che un secondo accesso alle cancellerie potrebbe essere segnalato come molesto. Separazione tra Giudici, Avvocati e le stesse Parti, che poi sono i Cittadini, in soccorso dei quali resta, oramai, solo la filosofia. La filosofia, a differenza della giustizia, infatti, non è riservata ad una ristretta aristocrazia del pensiero. La filosofia è per tutti, sostiene convinto il filosofo Aldo Masullo.  La Giustizia evidentemente no, sostiene con profondo rammarico l’Avvocatura

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