Dopo le rivelazioni del nostro giornale sulle contestate elezioni del consiglio dell’ Ordine degli Avvocati di Taranto si è scatenato un vero e proprio putiferio, che ormai ha fatto il giro d’ Italia nell’ avvocatura. Anche il più bello deve ancora avvenire, e di ora in ora la posizione di alcuni componenti della commissione elettorale è sempre più in bilico.
La lista “Le Voci del Foro per Vincenzo Di Maggio Presidente“ nel pomeriggio odierno ha diramato agli organi di stampa un comunicato stampa che abbiamo ricevuto e pubblichiamo di seguito integralmente:
“Quest’oggi abbiamo assistito all’ennesimo atto estremo di queste elezioni del Consiglio dell’Ordine degli Avvocati di Taranto. Dopo che la commissione elettorale presieduta dell’Avv. Antoniovito Altamura si era assunta la responsabilità di sovvertire arbitrariamente l’esito delle urne, snaturando la volontà degli elettori, ieri, con Pec delle ore 13:30 circa, i consiglieri proclamati hanno ricevuto la convocazione per questa mattina alle 9:00 di una seduta per l’insediamento del Consiglio dell’Ordine, per la successiva elezione del Presidente, del Vicepresidente, del Segretario e del Tesoriere, nonché del Consiglio di Amministrazione della Fondazione Scuola Forense”.
“Purtroppo, tale convocazione è avvenuta in evidente violazione – continua il comunicato – del termine minimo di tre giorni liberi previsto dall’art. 7 del Regolamento dello stesso consiglio, senza che siano state esplicitate le ragioni di urgenza poste a fondamento della riduzione del suddetto termine di legge. A nulla, però, è valsa la responsabile richiesta avanzata da ben nove consiglieri eletti nella lista “Le Voci del Foro” che, a tutela dell’ente stesso ed al fine di evitare ulteriori procedimenti giudiziari, hanno chiesto la revoca della convocazione affetta da palese nullità. Difatti, la necessità del preavviso – come previsto in ogni adunanza – risiede nel legittimo diritto dei consiglieri a partecipare, organizzando eventuali udienze e/o altri impegni. Invece, in totale spregio delle norme e del rispetto che la colleganza dovrebbe imporre, il Consiglio, dopo aver proceduto all’insediamento, ha dato corso all’elezione del Presidente avv. Giovanni Cigliola e di tutte le cariche ordinistiche, compreso il Consiglio di Amministrazione della Scuola Forense, alla cui Presidenza è stata, peraltro, nominata l’avv. Mirella Casiello convivente more uxorio e socia di cooperativa tra avvocati dell’avv. Fabrizio Nastri, componente della commissione elettorale“.
“Rimaniamo davvero basiti nell’assistere a queste inutili e continue “prove di forza” da parte di coloro che, invece, dovrebbero garantire il sereno svolgersi delle vicende ordinistiche e, purtroppo, quest’oggi hanno creato i presupposti per fare ricorso alla magistratura per ottenere il ripristino della legalità. Sul Consiglio dell’Ordine degli Avvocati di Taranto tornerà il sereno, ma, purtroppo, per farlo appare sempre più necessario ricorrere all’intervento della magistratura”.
Da informazioni riservate in nostro possesso apprese in sede romana, nelle prossime ore si assisterà ad un vero colpo di scena, per mettere fine al “teatrino” dell’ avvocatura jonica, su cui preferiamo stendere un velo pietoso. Noi restiamo ancora in attesa di ricevere una cortese risposta dall’ avv. Casiello alle nostre dieci domande rimaste prive di alcuna risposta, sulla poco trasparente liquidazione dell’ OUA, che lasciano presagire che probabilmente non ci sono risposte e documenti da produrre per fare chiarezza. Eppure la Casiello ci aveva scritto “la chiamo lunedì” ma in seguito dopo averci bloccato su Whatsapp non ha mai richiamato o risposo alle domande.
Ieri sera abbiamo assistito al trionfo dello squallore allorquando una giovane avvenente figlia di un avvocato ha cercato di contattare (inutilmente) il nostro direttore, e successivamente abbiamo scoperto una grave diffamazione sui socialnetwork da parte dell’ Avv. Francesco Sallustio, candidato non eletto nella “lista Rinnovamento – Mirella Casiello“, nei confronti del nostro direttore e giornale, motivo per cui abbiamo incaricato i nostri legali di procedere in sede penale, civile e disciplinare nei suoi confronti.