La polizia di Bali ha arrestato lo scorso 2 febbraio il latitante di ‘ndrangheta Antonio Strangio bloccato al Bali Ngurah Rai International Airport dell’isola indonesiana . Colpito dalla “Red Notice” Interpol (l’avviso di cattura internazionale per i soggetti ricercati in tutto il mondo), Antonio Strangio, 32enne, legato all’omonima ‘ndrina di San Luca (Reggio Calabria) e nota anche come “Janchi“, era ricercato per produzione e traffico di sostanze stupefacenti con l’aggravante del metodo mafioso, nell’ambito dell’operazione denominata “Eclissi 2“, diretta dalla Dda di Reggio Calabria e condotta dal Reparto Investigativo del Comando Provinciale dei Carabinieri di Reggio Calabria.
L’indagine che è la prosecuzione dell’”Operazione Eclissi“, aveva portato nel luglio 2015 all’esecuzione di 11 ordinanze di custodia cautelare , nei confronti di altrettanti soggetti appartenenti a cosche della ‘Ndrangheta del vibonese e del reggino (legati al clan Bellocco), mentre Strangio lui si era reso latitante nel 2016 scappando in Australia paese nel quale, essendo stato naturalizzato cittadino australiano, non poteva essere estradato.
I Carabinieri del Comando Provinciale Carabinieri di Reggio Calabria, supportati dall’Unità I-Can (Interpol Cooperation Against ‘Ndrangheta) e dall’Esperto per la Sicurezza italiana a Canberra, non hanno mai mollato la presa sul latitante, e al primo passo falso l’hanno catturato con la collaborazione di Interpol Indonesia, fermandolo, appena uscito dal paese australiano, a Bali, nella serata del 2 febbraio alle 21.00 ora locale (ore 15.00 italiane).
Al rientro in Italia la sua posizione dovrà essere valutata, fatte salve le ulteriori determinazioni che saranno assunte nei successivi gradi di giudizio. Quella di Strangio è un’operazione che segue di poche ore la notizia della cattura avvenuta a Saint Etienne in Francia di Edgardo Greco, latitante da 17 anni, noto come lo “chef della ‘ndrangheta” e condannato all’ergastolo per duplice omicidio. Con l’arresto di Antonio Strangio dopo poco meno di tre anni dall’avvio del Progetto “I Can” sono 42 i latitanti arrestati in tutto il mondo .che, evidenziano i Carabinieri, “sta raccogliendo i risultati di un lavoro volto a far crescere nelle forze di polizia di 13 Paesi (quelli più esposti alla minaccia) la consapevolezza della pericolosità globale dalla ‘ndrangheta, che fino a poco tempo fa veniva considerata un fenomeno folcloristico italiano e non una potente organizzazione criminale che si è fatta impresa in tutto il mondo, che opera attraverso piattaforme criptate, paga in criptovalute e che inquina il tessuto economico e finanziario delle realtà che ‘colonizza’”.
“Con la cattura a Bali di Antonio Strangio è stato messo a segno il terzo arresto contro pericolosi latitanti nell’arco di pochi giorni, dopo quelli di Edgardo Greco in Francia, che si era reso irreperibile da 17 anni, e di Matteo Messina Denaro. Desidero esprimere la mia soddisfazione e le mie più vive felicitazioni a tutte le forze di intelligence, dell’ordine e di polizia che permettono questi straordinari risultati. La lotta contro la criminalità e contro tutte le illegalità resta un obiettivo prioritario del nostro Governo” ha dichiarato il presidente del Consiglio, Giorgia Meloni.
“Un altro importante latitante di ‘ndrangheta è stato catturato grazie alla capacità, alla tenacia e all’autorevolezza nel contesto internazionale delle nostre forze di polizia. La cattura a Bali, in Indonesia, di Antonio Strangio, considerato esponente di primo piano dell’omonima ‘ndrina di San Luca e ricercato da 7 anni nell’ambito dell’operazione ‘Eclissi2’ dei Carabinieri e della Dda di Reggio Calabria, è l’ulteriore dimostrazione che lo Stato non molla la presa nel contrasto alla criminalità organizzata. Un’importante operazione per la quale rivolgo le mie congratulazioni all’Arma dei Carabinieri”. E’ quanto afferma il sottosegretario all’Interno Wanda Ferro (FDI), che prosegue: “L’arresto di Strangio, che per sottrarsi all’arresto aveva trovato rifugio in Australia, segue di pochi giorni l’arresto in Francia del latitante Edgardo Greco, ed è stato reso possibile anche grazie all’efficacia della rete di cooperazione internazionale tra le forze di polizia contro la ‘ndrangheta realizzata con il progetto I-Can promosso dal Ministero dell’Interno con l’Interpol”.