I finanzieri del Comando Provinciale di Milano, nell’ambito di attività d’indagine delegate dalla locale Procura della Repubblica, hanno eseguito un decreto di sequestro preventivo nei confronti del Consorzio Industria dei Servizi operante nel settore della logistica, per un controvalore di oltre 21 milioni di euro, emesso dal Giudice per le Indagini Preliminari presso il Tribunale di Milano, su richiesta del Pubblico Ministero, per reati tributari.
Il nome del Consorzio Industria dei Servizi era già emerso nell’inchiesta milanese del pm Paolo Storari sui cosiddetti “serbatoi di manodopera” e che aveva portato, tra il 2021 e lo scorso anno, le Fiamme Gialle a sequestrare circa 24 milioni di euro in totale alla società Dhl Supply Chain Italy spa, appartenente al colosso tedesco della logistica e dei trasporti.
Dall’indagine svolta dal Nucleo di Polizia Economico-Finanziaria Milano,era già emerso un sistema, basato su un giro di false fatture e su finte cooperative che assumevano formalmente i fattorini, che avrebbe favorito “lo sfruttamento dei lavoratori”, ai quali non venivano versati contributi previdenziali e assicurativi, oltre che attuando “pratiche di concorrenza sleale“. Secondo l’accusa, il Consorzio Industria dei Servizi in questo meccanismo, si sarebbe interfacciato, da un lato, con Dhl e dall’altro con le finte cooperative. È stato ricostruito dagli investigatori un giro di presunte false fatture per operazioni inesistenti per oltre “193 milioni di euro“.
Dhl Supply Chain Italy spa, oltre ad aver già pagato le imposte evase e relativi interessi e sanzioni, ha dovuto assumere direttamente circa 1.500 lavoratori, cioè quelli che in precedenza erano stati “schermati” attraverso le cosiddette società filtro.
Tra giugno 2021 e febbraio 2022 erano già stati sequestrati a Dhl quasi 24 milioni “in quanto beneficiaria finale di fittizi contratti di appalto, stipulati con lo scopo di celare un’illecita somministrazione di manodopera”, realizzando “una rilevante evasione dell’Iva con ricorso a numerose società cooperative“. Dagli accertamenti successivi è stata ricostruita la “filiera della manodopera” dalla quale sono emersi i rapporti “schermati” tra Dhl e le cooperative, ricorrendo al Consorzio Industria dei Servizi che faceva da filtro, attraverso società intermediarie. E per l’accusa, dunque, sarebbe stato “coinvolto direttamente nella imponente frode all’Iva”.
La pratica» di interposizione illegale di manodopera, come era già venuto a galla dagli atti, sarebbe stata utilizzata da Dhl Supply Chain Italy “da anni per la gestione dei servizi offerti” , “sicuramente sin dal 2016″, come provato dalle presunte fatture false emesse dal Consorzio Ids, scoperte dagli investigatori delle Fiamme Gialle