Il presidente ucraino Volodymyr Zelensky durante la conferenza stampa congiunta a Kiev con la premier Giorgia Meloni nel palazzo presidenziale Mariinskij, si è rivolto direttamente e senza tanti giri di parole a Silvio Berlusconi poco apprezzato in Ucraina per le sue posizioni ed esternazioni sulla guerra: “Diversi leader hanno diritto di pensiero, il vero problema è l’approccio della società italiana che a quel leader ha dato un mandato. Io credo che la casa di Berlusconi non sia mai stata bombardata, mai siano arrivati con i carri armati nel suo giardino, nessuno ha ammazzato i suoi parenti, non ha mai dovuto fare la valigia alle 3 di notte per scappare e tutto questo grazie all’amore “fraterno” della Russia“. Zelensky precisa: “Io auguro pace a tutte le famiglie italiane, anche a chi non ci sostiene, ma la nostra è una grande tragedia che va capita. Voglio che vengano qui a vedere con i propri occhi la scia di sangue che hanno lasciato“.
Il presidente di Forza Italia non ha mai nascosto i suoi legami e la stretta amicizia consolidata ed esibita spesso e volentieri con Vladimir Putin, più volte si è lasciato andare a sostenere le proprie idee filorusse, salvo poi condannare ufficialmente l’invasione russa sopratutto per ribadire delle posizioni atlantiste. L’ultima gaffe di Berlusconi, che ha messo in forte disagio il governo italiano, risale appena alla scorsa settimana, quando le sue parole su Zelensky sono finite, amplificate sulla stampa internazionale. “Io parlare con Zelensky? Se fossi stato il presidente del Consiglio, non ci sarei mai andato, perché stiamo assistendo alla devastazione del suo Paese e alla strage dei suoi soldati e dei suoi civili” aveva dichiarato il leader di Forza Italia ai giornalisti subito dopo avere votato per le Regionali, a Milano. “Giudico molto, molto negativamente il comportamento di questo signore” aveva aggiunto riferendosi sempre a Volodymyr Zelensky.
Palazzo Chigi, per spegnere le reazioni internazionali, ma anche interne in Italia, aveva dovuto precisare immediatamente che “il sostegno del governo a Kiev è saldo e convinto“, e la Meloni ha dovuto ricordare a Berlusconi che la maggioranza in “tutti i voti parlamentari” si è sempre espressa a favore dell’Ucraina . Ancora prima, per esattezza lo scorso 18 ottobre vi era stata un’altra esternazione, che aveva rischiato di far vacillare la stabilità della maggioranza appena uscita dalle urne, quando il Cavaliere si era messo a parlare a ruota libera in una riunione con i deputati di Forza Italia. L’intervento, che doveva restare riservato, era stato registrato da una manina rimasta ignota e l’audio poi trasmesso dall’agenzia LaPresse: “Io non vedo come possano mettersi a un tavolo di mediazione Putin e Zelensky. Zelensky, secondo me, lasciamo perdere, non posso dirlo…“. La responsabilità della guerra, quindi secondo Berlusconi, ricadrebbe tutta su Zelensky.
Finora Zelensky era rimasto cauto, limitandosi a una battuta nei confronti di Berlusconi: “Non lo conosco personalmente– aveva detto nell’intervista rilasciata al Corriere della Sera– Ma forse anche noi dobbiamo mandargli qualche cosa. Gli piace la Vodka? (il riferimento è a un audio in cui Berlusconi raccontava di aver ricevuto 20 bottiglie di vodka da Putin, ndr ) Noi ne abbiamo di ottima qualità in Ucraina, se crede gliela regaliamo“, aveva aggiunto. Ma questa volta si è spinto più in là, forse reso più forte dalla presenza a Kiev della premier Meloni, che ha immediatamente frenato: “Per me valgono i fatti e qualsiasi cosa il Parlamento è stato chiamato a votare a sostegno dell’Ucraina i partiti che fanno parte della maggioranza l’hanno votata– ha detto la Meloni prendendo la parola in conferenza stampa- Al di là di alcune dichiarazioni, nei fatti la maggioranza è sempre stata compatta. C’è un programma chiaramente schierato a sostegno dell’Ucraina, è sempre stato rispettato da tutti e confido che sarà ancora così. A questa maggioranza piace rispettare gli impegni presi“.
Un improvviso blackout ha interrotta per pochi secondi la conferenza stampa congiunta di Meloni e Zelensky. Al ritorno della luce, in mancanza della traduzione simultanea delle parole del presidente ucraino, la premier si improvvisa interprete traducendo in inglese una domanda su Silvio Berlusconi fatta da una giornalista italiana. “Presidente operaio…”, ha scherzato la Meloni. Una battuta ‘rubata’ all’ex premier che nel 2001 si era definito un “presidente operaio“.
Quando in serata verso alle sei e mezza, Silvio Berlusconi ha cominciato a leggere le agenzie provenienti da Kiev, di colpo ha cambiato umore . Il Cavaliere è nero, nerissimo, perdendo il sorriso che aveva manifestato poche ore prima a un post di commento all’aumento delle pensioni minime: “Un’altra promessa mantenuta“. Adesso davanti agli occhi leggendo la reazione durissima di Zelensky alle critiche che l’ex premier gli aveva mosso due domeniche fa, in un seggio elettorale. Le parole del presidente ucraino colpiscono Berlusconi.
Parole che il leader di Forza Italia non si attendeva ma che avrebbe dovuto prevedere a cui replica: “Ma che ne sa, questo signore, di me? Non sa nulla. Io i bombardamenti li ho vissuti da bambino“. Ed in quel “signore” c’è, di nuovo, una presa di distanze che ribadisce una scarsa simpatia nei confronti di Zelensky. Anche se tutti comprendono, da Arcore a Roma, la portata dell’incidente “diplomatico” causato da Berlusconi rischia di rovinare la missione in Ucraina di Meloni. E come per incanto nello stato maggiore di Forza Italia è calato un imbarazzato silenzio.