Un peschereccio senza chiglia partito da Smirne, in Turchia, ha incontrato le onde proibitive del mare forza 4-5 arrivando, non si sa come, davanti alla costa calabrese, in località Steccato di Cutro, provincia di Crotone. La salvezza era lì, a portata di mano, nel buio delle quattro del mattino. A bordo c’era un numero ancora adesso imprecisato di uomini, donne e tanti bambini: qualcuno parla di 180 persone, altri di 250. I più afghani, pachistani, siriani, ma anche iraniani, somali e palestinesi.
Soltanto cento metri ancora e quel vecchio battello, che i trafficanti hanno avevano spacciato essere un motopeschereccio sicuro, sarebbe approdato a riva. Ma c’erano correnti troppo forti ed onde alte 3-4 metri. Non ha alcuna valenza, allo stato delle cose, sapere se quella carretta del mare sia finita dentro una secca o se sia stata un’onda a spaccarla in due pezzi a metà. Purtroppo parlano i fatti: barca smembrata, e quella povera gente in balia del mare. Chi sapeva nuotare ed trovato la forza di affrontare le onde fino a riva si è salvato. Per tutti gli altri purtroppo una morte atroce.
Il barcone naufragato all’alba di oggi davanti alle costa di Steccato di Cutro era partito quattro giorni fa dal porto di Smirne, in Turchia . Lo rende noto la Guardia di Finanza spiegando che l’imbarcazione era stata avvistata nella serata di ieri a circa 40 miglia dalla costa crotonese da un velivolo dell’agenzia europea Frontex in pattugliamento. Scattato l’allarme, erano salpati una vedetta della sezione operativa navale di Crotone e un pattugliatore del gruppo aeronavale di Taranto. Le proibitive condizioni del mare hanno tuttavia impedito di raggiungere la zona e i mezzi sono dovuti rientrare agli ormeggi. E’ stato quindi avviato il dispositivo di ricerca via terra e l’allarme è stato girato anche alle forze di polizia. Giunti sul luogo dello sbarco, non è stato possibile fare altro che constatare lo spezzamento del barcone ormai completamente distrutto dalle onde.
Il mare Mediterraneo è diventato un vero cimitero. Il numero dei morti in mare continua a salire e tocca ormai quota 26mila in dieci anni. Già 225 nel solo 2023, calcolando quelli del naufragio di oggi davanti alle coste crotonesi. Erano stati 2.406 nel 2022. Sono le vittime dei viaggi della speranza. Migranti partiti dall’Africa e dall’Asia col sogno di raggiungere l’Europa. Ma annegati durante la traversata. E’ l’Oim–Organizzazione internazionale per le migrazioni a portare il conto delle vittime con il “Missing migrant project”, attivo dal 2014. Un progetto che prende in considerazione tre rotte: Mediterraneo Centrale, Occidentale e Orientale. La prima, che collega Libia e Tunisia all’Italia, è la più letale in tutto il mondo. Oltre 17mila tra morti e dispersi registrati dal 2014 ad oggi. La strage maggiore del Mediterraneo centrale risale all’alba del 3 ottobre 2013, quando un barcone di 20 metri partito da Misurata, in Libia, si rovescia a mezzo miglio da Lampedusa. Il bilancio è di 368 morti accertati ed una ventina di dispersi.
“Un superstite mi ha riferito di un’esplosione a bordo e di corpi bruciati”, ha raccontato un soccorritore. Le motovedette sono impegnate in mare alla ricerca di sopravvissuti. Sul posto sono accorsi anche uomini della Polizia di Stato e dei Carabinieri, insieme al personale della Croce Rossa Italiana. Il governatore calabrese Occhiuto ha attaccato: “La Calabria è in lutto, dove è l’Europa?”. Il sindaco di Cutro, tra i primi ad accorerre, ha spiegato: “Erano già arrivati dei migranti, ma non c’era mai stata una tragedia di queste dimensioni”. La testimonianza del medico: “C’erano cadaveri che galleggiavano dappertutto“.
“La tragedia avvenuta al largo delle coste calabresi ci dice che quella barca che dovrebbe farci sentire con-sorti, accomunati da una simile sorte, resta per ora una speranza: il mondo continua a essere diviso in transatlantici e zattere, benestanti e disperati, stanziali e migranti per forza“. Lo afferma in una nota don Luigi Ciotti, presidente di Libera e del Gruppo Abele. “Sì perché bisognerebbe smetterla di chiamarle migrazioni: sono deportazioni indotte – prosegue – Nessuno lascia di sua spontanea volontà gli affetti, la casa, affrontando viaggi rischiosi in mano a organizzazioni criminali e in balia degli eventi atmosferici. Lo fa solo perché costretto da un sistema economico intrinsecamente violento, sistema che colonizza e sfrutta. Lo fa perché l’Occidente globalizzato, in nome dell’idolo profitto, gli fa terra bruciata attorno offrendogli in alternativa sfruttamento se non schiavitù – sottolinea don Ciotti -. Ed ecco la silenziosa carneficina che si sta consumando da almeno trent’anni sotto gli occhi di un ricco Occidente che finge di non vedere.“
È stata sottoposta a fermo dai Carabinieri e dalla Guardia di Finanza la persona sulla quale erano in corso accertamenti perché sospettato di essere lo scafista del barcone naufragato a Cutro. Si tratta di un cittadino turco la cui posizione è ora al vaglio della magistratura. Secondo quanto si è appreso, tra i relitti sarebbe stato trovato anche il documento di un altro soggetto che al momento non è stato rintracciato e che potrebbe essere fuggito o figurare tra i dispersi o le vittime.
La Procura della Repubblica di Crotone ha aperto un fascicolo, al momento contro ignoti, per disastro colposo, omicidio colposo plurimo e favoreggiamento dell’immigrazione clandestina in relazione al naufragio avvenuto all’alba di oggi sulle coste del crotonese. Il procuratore capo della repubblica di Crotone questa sera ha preso parte alla riunione in Prefettura con il ministro dell’Interno Matteo Piantedosi, che in precedenza era stato a Steccato di Cutro per rendersi conto di persona dell’entità del disastro.
Mattarella: “Migranti, una tragedia che non può lasciarci indifferenti“
Il presidente della Repubblica Sergio Mattarella ha espresso il proprio “dolore per il naufragio avanti alle coste crotonesi, nella quale hanno perso la vita decine persone e tra queste alcuni bambini. Molti tra questi migranti – ha detto Mattarella in una nota – provenivano dall’Afghanistan e dall’Iran, fuggendo da condizioni di grande difficoltà. È una ennesima tragedia del Mediterraneo che non può lasciare nessuno indifferente“. “E’ indispensabile – ha aggiunto il Capo dello Stato – che l’Unione europea assuma finalmente in concreto la responsabilità di governare il fenomeno migratorio per sottrarlo ai trafficanti di esseri umani, impegnandosi direttamente nelle politiche migratorie, nel sostegno alla cooperazione per lo sviluppo dei paesi da cui i giovani sono costretti ad allontanarsi per mancanza di prospettive“.
Meloni: “esigiamo collaborazione degli Stati di partenza“
La presidente del consiglio, Giorgia Meloni, esprime “il suo profondo dolore per le tante vite umane stroncate dai trafficanti di uomini. E’ criminale mettere in mare una imbarcazione lunga appena 20 con ben 200 persone a bordo e con previsioni meteo avverse. E’ disumano scambiare la vita di uomini, donne e bambini col prezzo del ‘biglietto’ da loro pagato nella falsa prospettiva di un viaggio sicuro. Il governo è impegnato a impedire le partenze, e con esse il consumarsi di queste tragedie, e continuerà a farlo, anzitutto esigendo il massimo della collaborazione agli stati di partenza e di provenienza. Si commenta da sé l’azione di chi oggi specula su questi morti, dopo aver esaltato l’illusione di una immigrazione senza regole“. Così Palazzo Chigi in una nota.
Il Papa: “Appreso con dolore del naufragio dei migranti”
“Stamattina ho saputo con dolore del naufragio avvenuto sulla costa calabrese, presso Crotone. Già sono stati recuperati 40 morti, tra cui molti bambini. Prego per ognuno di loro, per i dispersi, per gli altri migranti sopravvissuti”. Lo ha detto Papa Francesco all’Angelus. “Ringrazio quanti hanno portato soccorso e coloro che stanno dando accoglienza – ha aggiunto il Santo Padre -. La Madonna sostenga questi nostri fratelli e sorelle”.