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22 Novembre 2024 17:43

Fermato uno dei sospettati sulla morte del pr barese, precipitato da un palazzo alla magliana a Roma

Placidi era stato fermato in compagnia proprio di Vitale a bordo di uno scooter durante un controllo della Polizia poche ore prima del sequestro per le strade di San Basilio. Il suo tatuaggio con la scritta "Acab", l'acronimo di "all cops are bastards", cioè "tutti i poliziotti sono bastardi", non era passato inosservato ai poliziotti.

Sergio Placidi, detto “Sergione” 48 anni di mestiere buttafuori nelle discoteche romane, sarebbe stato presente nell’appartamento al quinto piano alla Magliana dal quale lo scorso 22 febbraio è precipitato in circostanze misteriose sulla strada facendo un volo il pr barese, Francesco Vitale, 45 anni. Ne sono fortemente convinti i Carabinieri del Nucleo Investigativo del Comando Provinciale di Roma che lo hanno fermato in quanto indiziato del reato di sequestro di persona a scopo di estorsione con l’aggravante del decesso della vittima.

Francesco Vitale “Ciccio barbuto” e Sergio Placidi “Sergione”

Placidi era stato fermato in compagnia proprio di Vitale a bordo di uno scooter durante un controllo della Polizia poche ore prima del sequestro per le strade di San Basilio. Il suo tatuaggio con la scritta “Acab“, l’acronimo di “all cops are bastards“, cioè “tutti i poliziotti sono bastardi“, non era passato inosservato ai poliziotti. Ma nonostante quel controllo casuale non aveva fatto desistere il 48enne”buttafuori” dai suoi intenti criminosi.

L’uomo, con precedenti per droga, si era reso irreperibile subito dopo la morte di “Ciccio barbuto“, questo il soprannome con cui era conosciuto dagli amici il pierre barese Francesco Vitale. Placidi, da quel momento, aveva trovato rifugio tra le case popolari del Laurentino 38, e della prima provincia di Latina, nella zona di Aprilia. Ma i carabinieri del Nucleo Investigativo di via in Selci, nel frattempo, erano riusciti a tracciare i suoi movimenti fino a tendergli mercoledì pomeriggio una trappola spettacolare, quasi da film d’azione, bloccando il traffico dei pendolari sulla via Pontina per incastrarlo. Intorno alle 18 è scattato il piano dei Carabinieri, supportati dai colleghi del Reparto Territoriale di Aprilia e delle Compagnie di Roma Eur e di Pomezia.

I carabinieri in borghese avevano prima predisposto un servizio “civetta” sulla strada statale, dopodichè hanno bloccato la strada all’altezza della stazione di servizio di Pomezia sud, in direzione Ardea, alle porte di Roma, posizionando delle auto prive di segni identificativi in senso opposto a quello di marcia, mentre le gazzelle del Nucleo Radiomobile rallentavano la circolazione fino a bloccarla, senza quindi provocare incidenti. Nel giro di qualche minuto si è formata una lunghissima coda che circolava a passo d’uomo per poi bloccarsi. In quella lunga fila di veicoli è rimasta bloccata anche l’auto su cui viaggiava Placidi, in compagnia di un’altra persona. È stato così che i carabinieri sono intervenuti per prelevarlo, portandolo a piedi fino al vicino autogrill.

Per Sergio Placidi è scattato il decreto di stato di fermo emesso dalla Direzione Distrettuale Antimafia di Roma., ed è stato condotto nel carcere di Regina Coeli, accusato di avere sequestrato per oltre 12 ore nella notte tra il 21 e il 22 febbraio. Secondo quanto finora ricostruito, il pierre “Ciccio barbuto” anche lui con precedenti per droga, aveva confidato ai familiari di avere contratto un grosso debito di droga da circa 500mila euro. Ed era salito a Roma per un chiarimento e restituire una parte del debito . A quel punto la malavita romana, non avendo ricevuto i soldi attesi avrebbero fatto scattare un sequestro-lampo con lo scopo di richiedere ai suoi familiari un riscatto. Probabilmente il pierre barese si è lanciato dalla finestra per sfuggire ai sequestratori. Prima di Sergione, era stato fermato Daniele Fabrizio, detto “Saccottino”  che nella convalida d’arresto, si è avvalso della facoltà di non rispondere. Adesso mancherebbe anche una terza persona sul quale sono rivolte le indagini degli investigatori.

La famiglia di Francesco Vitale, assistiti dall’avvocato Pasquale Loseto, ha chiesto da una decina di giorni la restituzione della salma del figlio e il differimento dell’audizione prevista a Roma. Chi ha ordinato il sequestro di Ciccio non è ancora stato arresto. Motivo per cui hanno paura.

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