Sei pagine in cui non ci sarebbe la ‘notitia criminis’ anche perché la Juventus non viene mai nominata. E’ questo il contenuto della famigerata ‘Carta Covisoc’, del 14 aprile 2021 sulle plusvalenze consegnata oggi ai legali di Paratici e Cherubini, dopo che il Consiglio di Stato ha confermato l’ordine in tal senso del Tar.
I legali dell’ex dg Fabio Paratici e dell’attuale ds Federico Cherubini erano fuggiti dai confini della Giustizia Sportiva e si erano rivolti al Tar (Tribunale amministrativo regionale) del Lazio per cercare di metter mano su un documento che a loro avviso poteva essere decisivo per far invalidare il processo e annullare inibizioni e condanne. Un documento fino a quel momento secretato e gelosamente conservato dalla Covisoc (che lo aveva ricevuto) e della Procura Federale (che lo aveva redatto). Il Tar ha dato ragione a Paratici e Cherubini, disponendo che “la carta segreta” fosse messa disposizione dei richiedenti in buona ottemperanza al loro diritto ad un giusto processo.
A quel punto, la contromossa: era scesa in campo anche la Figc, in appoggio a Covisoc e Procura federale che avevano deciso di rivolgersi al Consiglio di Stato sostenendo che quella carta dovesse restare inaccessibile e accusando Paratici e Cherubini di aver violato la pregiudiziale rivolgendosi alla giustizia ordinaria e non a quella sportiva. I giudici amministrativi di Palazzo Spada hanno fissato l’udienza collegiale il 23 marzo ma non hanno concesso la sospensiva richiesta dalla FIGC non ravvisando un danno definibile come catastrofico per la parte deducente.
Ieri gli sviluppi. Il Consiglio di Stato ha dato ragione alle difese, ribadendo a Procura, Covisoc e Figc quanto già aveva disposto il Tar: la “nota 10940” del 21 aprile 2021 deve essere consegnata. E così è stato fatto, sia pure con modi e tempistiche bizzarre… La Pec con il documento è finalmente stata inviata ai richiedenti alle ore 20 passate, cioè svariate ore dopo che circolava sui siti Web e nelle redazioni dei giornali. Trattasi di un documento di 6 pagine, scritto e firmato dal procuratore federale Chiné: una lettera della procura federale che contiene chiarimenti interpretativi sulle plusvalenze e sulla definizione di “fittizie” e di “sistema” in cui il nome dei bianconeri non viene mai fatto. Una mail mandata in risposta a una nota Covisoc del 31 marzo 2021.
“E’ evidente che l’esercizio dell’azione disciplinare -si legge nelle sei pagine della ‘carta’- in questa materia potrà essere utilmente perseguito” solo – spiegava il procuratore federale Giuseppe Chinè – “ove emergano elementi per indagare su casi che fanno ragionevolmente ritenere la sussistenza di operazioni di scambio in termini di sistematicità, non già di un’episodica operazione“.
L’unico dubbio è che dietro quella carta ce ne sia un’altra, citata nell’oggetto «Riscontro della nota Covisoc in data 31 marzo 2021». Cosa conteneva quella nota? E più in generale, il carteggio fra Procura e Covisoc fa presupporre l’inizio di un’indagine? Non in senso tecnico: pare più un ragionamento preparatorio di un’inchiesta, all’epoca dello scambio il tema delle plusvalenze è caldo, sia Covisoc che Procura ragionano, probabilmente sulle modalità investigative, rese difficili – come sottolinea lo stesso Chiné – dall’assenza di un criterio o una legge (che mancano tutt’ora, per la cronaca). Quindi cosa inquietava la giustizia sportiva? Magari un giorno ce lo diranno o lo scopriremo.