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22 Novembre 2024 10:15

Semaforo verde alla Commissione d’inchiesta parlamentare sulle cause della morte di David Rossi

"Soddisfazione enorme per una votazione all'unanimità", il commento di Antonella Tognazzi, vedova di Rossi. Resta tuttavia la "delusione" per l'emendamento presentato dal Pd che chiedeva di definire in 18 mesi la durata dei lavori della Commissione, giustificando la richiesta con una questione di rispetto per la famiglia per arrivare alla verità in un tempo definito

La Camera dei deputati ha dato il via libera all’istituzione della Commissione parlamentare di inchiesta sulla morte di David Rossi, l’ex Capo della Comunicazione del Monte dei Paschi di Siena. L’istituzione della Commissione è stata approvata con 233 voti favorevoli e nessun contrario. Una commissione d’inchiesta monocamerale, composta da 20 deputati, che faccia luce – o almeno tenti di farla – e che per farlo prosegua il lavoro fatto da una analoga commissione della passata legislatura. 

Due archiviazioni come suicidio, una sentenza di primo grado che ha rigettato la richiesta di risarcimento nel processo civile intentato contro la banca, il lavoro di una Commissione parlamentare di inchiesta sul caso nella scorsa legislatura e una seconda Commissione che presto inizierà ad occuparsi della vicenda.

Sono trascorsi oltre dieci anni dalla morte di David Rossi, l’ex direttore della Comunicazione del Monte dei Paschi di Siena, precipitato da una finestra della banca, e tanti restano ancora gli interrogativi. È la sera del 6 marzo 2013 quando David Rossi viene trovato a terra, ormai senza vita, in vicolo Monte Pio, la strada sulla quale si affacciava il suo ufficio di Rocca Salimbeni. Aveva detto alla moglie che stava tornando, invece purtroppo a casa non arriverà mai. La procura di Siena aprì un fascicolo per istigazione al suicidio, in modo da poter svolgere le indagini, ma gli accertamenti fin dall’inizio propendono per il gesto volontario. E infatti due inchieste vengono archiviate come suicidio. Una tesi respinta con forza dalla famiglia. Qualche giorno prima della morte, il 19 febbraio, la Guardia di Finanza, su ordine della Procura di Siena, aveva perquisito anche il suo ufficio nell’ambito di un’indagine sull’acquisizione della Banca Antonveneta che non lo vide mai indagato. Emergono dubbi. Che motivo aveva Rossi di uccidersi? La sua morte si intreccia con le vicende che attraversa all’epoca uno dei principali gruppi bancari italiani? Chi lo conosceva racconta di un David Rossi diverso nelle ultime settimane: cosa lo inquietava? Inchieste giornalistiche sollevano perplessità sulle indagini. E accendono i riflettori su diversi scenari come la vicenda di presunti festini nella zona di Siena.

Mentre sul fronte giudiziario il caso venne archiviato, in parlamento venne istituita una Commissione parlamentare di inchiesta guidata dall’ on. Zanettin (Forza Italia) per indagare, che ha lavorato intensamente tra audizioni e colpi di scena, disponendo una maxi perizia che se da un lato parla dell’ipotesi di un gesto «anticonservativo» dall’altro rilevò altre lesioni sul corpo non attribuibili alla caduta lasciando aperti altri interrogativi. Quelle ferite potrebbero essere frutto di una colluttazione prima del volo dalla finestra? Se soccorso prima, David Rossi poteva essere salvato?

Gli atti frutto del lavoro della Commissione vennero trasmessi alle procure competenti dando adito a nuovi fascicoli come quello aperto dalla procura di Genova sul sopralluogo dei magistrati della procura senese nell’ufficio del manager del MPS prima dell’intervento della polizia scientifica. Proprio nei giorni scorsi la procura di Genova ha chiesto l’archiviazione del procedimento per i tre inquirenti ritenendo che nella loro condotta non ci sia stato nessun dolo. Adesso, con il via libera arrivato oggi dalla Camera dei deputati, una seconda Commissione parlamentare di inchiesta tornerà ad occuparsi della morte del manager. Ed i magistrati non potranno oltremodo coprire o giustificare le nefandezze di un’inchiesta giudiziaria che fa acqua da tutte le parti, e di cui farebbero bene ad occuparsene la Procura Generale della Cassazione, l’, Ispettorato del Ministero di Giustizia e la sezione disciplinare del Consiglio Superiore della Magistratura.

“Soddisfazione enorme per una votazione all’unanimità”, il commento di Antonella Tognazzi, vedova di Rossi. Resta tuttavia la “delusione” per l’emendamento presentato dal Pd che chiedeva di definire in 18 mesi la durata dei lavori della Commissione, giustificando la richiesta con una questione di rispetto per la famiglia per arrivare alla verità in un tempo definito. Il Pd “non si è mai rapportato con noi, non votò neppure la relazione finale (della Commissione di inchiesta istituita nella scorsa legislatura ndr) – sottolinea TognazziLimitare a 18 mesi la durata della Commissione non avrebbe dato una possibilità in più alla famiglia, ma sembrava replicare la velocità con cui si decise all’epoca che quello di David era un suicidio”. “Delusione” quindi per questa presa di posizione del Pdpur riconoscendo che c’è stato il voto finale favorevole”.

Dalla nuova Commissione di inchiestami aspetto la stessa serietà e dedizione che ha dimostrato la precedente Commissione – ha concluso TognazziMi auguro siano tutti motivati a riprendere i lavori da dove erano stati interrotti e a continuare gli approfondimenti“. Anche sua figlia, Carolina Orlandi, ammette di essersi “emozionata come per la votazione della prima Commissione. Ancora una volta il parlamento all’unanimità chiede che si faccia chiarezza. Questo conferma ancora una volta quante lacune ancora siano da chiarire“.

“Ieri sera ho avuto modo di fare un appello anche a due donne che in questo momento rappresentano il Paese, Giorgia Meloni e Elly Schlein – ricorda Orlandi che ieri ha lanciato un appello alla trasmissione ‘Le Iene‘ – Ci piacerebbe incontrarle insieme, sarebbe un’occasione anche per ricordare che non esistono maggioranza e opposizione di fronte alla giustizia. E che le famiglie come la nostra hanno anche il diritto di potersi prendere cura del proprio dolore, senza dover combattere più

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