Il Gup di Bari, dr. Francesco Ferraro ha condannato a 5 anni e 4 mesi di reclusione Mario Lerario ex dirigente della Protezione civile della Regione Puglia , che rispondeva delle accuse di corruzione per atto contrario ai doveri d’ufficio, avendo percepito due tangenti una da 10mila e l’altra 20mila euro ricevute da due imprenditori, accuse per le quali la Procura di Bari rappresentata dal procuratore aggiunto Alessio Coccioli aveva chiesto una condanna a sei anni, che ha coordinato le indagini del Nucleo Pef della Guardia di Finanza di Bari insieme al procuratore Roberto Rossi.
Lerario ha assistito in aula alla lettura della sentenza e dopodichè è rientrato nella sua abitazione di Acquaviva delle Fonti, dove si trova agli arresti domiciliari. A quattro anni è la condanna disposta nei confronti dell’imprenditore Luca Ciro Giovanni Leccese, che aveva scelto il rito abbreviato come Lerario. L’altro imprenditore che avrebbe versato una tangente al dirigente regionale Donato Mottola, è imputato in un separato processo davanti al Tribunale Penale di Bari.
Lerario e Leccese che si trovano attualmente ristretti ai domiciliari sono stati condannati anche all’interdizione perpetua dai pubblici uffici e al divieto permanente di contrarre con la pubblica amministrazione, mentre i beni sequestrati sono stati confiscati. Entrambi i due imputati sono stati condannati anche a risarcire la Regione Puglia costituitasi parte civile assistita dall’avvocato Rita Biancofiore, con il pagamento delle spese legali. Nei confronti di Lerario è stata disposta anche la cessazione del rapporto di lavoro con la Regione Puglia .
L’ avvocato Michele Laforgia difensore di Lerario, al termine della lettura del dispositivo ha parlato di “sentenza equilibrata che ha ridimensionato se pur di poco le richieste del pm. Lerario è provato da una situazione non semplice e dopo oltre un anno di detenzione ai domiciliari”