Approvato in serata dalla Commissione Bilancio del Senato alla presenza in aula del ministro Raffaele Fitto l’emendamento proposto da quattro esponenti di Fratelli d’Italia, i senatori Guido Quintino Liris de L’Aquila, Paola Ambrogio di Torino, Lavinia Menunni di Roma e Vita Maria Nocco di Santeramo in Colle eletta alle ultime politiche nel collegio che comprendeva anche Taranto, al decreto legge PNRR n. 13/2023 attualmente al vaglio dell’organismo parlamentare e destinato ad approdare in questi giorni in aula per la conversione, che prevede la nomina di un commissario straordinario per i Giochi del Mediterraneo in programma nel 2026 a Taranto.
L’emendamento di FdI utilizza il Dl sul Pnrr come veicolo in quanto l’obiettivo è modificare la legge n. 25 del 28 marzo 2022, “Misure urgenti in materia di sostegno alle imprese e agli operatori economici, di lavoro, salute e servizi territoriali, connesse all’emergenza da Covid 19”, che è quella da cui erano stati stanziati 150 milioni per costruire e ristrutturare gli impianti individuati per i Giochi.
“Al fine di assicurare la tempestiva realizzazione degli interventi necessari allo svolgimento dei Giochi del Mediterraneo di Taranto 2026, con decreto del presidente del Consiglio dei ministri adottato, su proposta del ministro per gli Affari europei, il Sud, le politiche di coesione e Pnrr, di concerto con il ministro per lo Sport e i giovani, sentito il ministro dell’Economia e delle finanze, entro trenta giorni dalla data di entrata in vigore della presente disposizione, è nominato un commissario straordinario”. A seguito del decreto di nomina del commissario , è contenuto nella proposta, “è stabilito l’eventuale compenso del commissario straordinario” il quale “per la realizzazione dei progetti e degli interventi può avvalersi, sulla base di apposite convenzioni, delle società, delle pubbliche amministrazioni centrali e periferiche e degli enti pubblici dotati di specifica competenza tecnica nell’ambito delle aree di intervento, senza nuovi o maggiori oneri a carico della finanza pubblica”. Gli oneri inerenti alle convenzioni da stipulare “sono posti a carico dei quadri economici degli interventi da realizzare”.
Il comitato organizzatore che inizialmente era presieduto dal sindaco di Taranto, Rinaldo Melucci, che nel privato faceva l’agente di servizi marittimi e portuali, e quindi privo di qualsiasi esperienza organizzativa, e diretto dall’ex assessore del Comune di Bari (giunta Emiliano) Elio Sannicandro il quale nel suo curriculum vanta le proprie dimissioni da Presidente del CONI Puglia, a seguito di un provvedimento di censura ricevuto dal CONI nazionale, dichiarava ai soliti giornalisti e giornaletti “amici” di essere sorpreso dai rilievi ma sicuro di poter recuperare eventuali ritardi con la collaborazione di Roma, accusando il Governo sulle lungaggini nel mettere a disposizione le risorse ancora necessarie per il piano di interventi sugli impianti, pari a circa 150 milioni.
In un’intervista rilasciata a Quotidiano pubblicata domenica scorsa, il sindaco Melucci sosteneva che la crisi sembrava superata si era detto fiducioso e di aspettare a breve una chiamata da Roma per fare il punto della situazione. Ipotesi del terzo tipo e cioè dell’ irrealtà, come dichiarato da fonti riservate del Ministero dello Sport al CORRIERE DEL GIORNO, che il sindaco Melucci ed il sodale Sannicandro possono riporre nel cassetto dei sogni irrealizzati.
Il decreto approvato dalla Commissione Bilancio del Senato verrà convertito entro il prossimo 25 aprile e dopodichè l’attuale struttura organizzativa messa in piedi da Melucci e Sannicandro verrà smantellata e riorganizzata da un commissario nominato dal governo che gestirà la cabina di regia dei Giochi del Mediterraneo. Il ministro Abodi insieme al ministro Fitto stanno già vagliando una serie di candidati in possesso di capacità organizzative comprovate, per mettere fine ad un armata Brancaleone che si spacciava ed autoproclamava “comitato organizzatore”.
La festa è finita. Taranto, i Giochi del Mediterraneo e lo sport sono salvi. Gli “affarucci” di qualche furbetto sono andati in fumo (leggasi: il faraonico e folle nuovo stadio di Taranto). I soldi dei contribuenti vanno tutelati e non dilapidati per finire nelle tasche dei noti “prenditori” di denaro pubblico che infestano ed infettano la città dei due mari.