É iniziata sul sagrato della Basilica di San Pietro la celebrazione della messa di Pasqua presieduta da Papa Francesco. La celebrazione inizia con il rito del “Resurrexit”. Concelebrano con il Santo Padre, 32 cardinali, 15 vescovi e 300 sacerdoti. A fine messa, dalla Loggia Centrale della Basilica, Papa Francesco rivolgerà il Messaggio Pasquale e, dopo l’annuncio dell indulgenza pronunciato dal cardinale James Michael Harvey, arciprete della Basilica Papale di San Paolo fuori le mura, il Papa impartirà la Benedizione Urbi et Orbi.
A fine messa, dalla Loggia della Basilica, Papa Francesco impartirà la benedizione “Urbi et Orbi”. Come ogni anno, in occasione della Pasqua, i fiori in piazza San Pietro sono stati offerti dai Paesi Bassi. Si tratta di una tradizione di quasi 40 anni. Ogni anno la composizione floreale cambia. Tra i 10 mila fiori e 10 mila bulbi, anche circa 720 rose. Francesco, ieri, durante la Veglia Pasquale della notte Santa in Vaticano aveva rinnovato l’invito alla pace sottolineando che “a volte siamo impotenti dinanzi ai venti gelidi della guerra“.
“Talvolta impotenti di fronte ai venti gelidi della guerra”
“A volte abbiamo semplicemente avvertito la fatica di portare avanti la quotidianità, stanchi di rischiare in prima persona davanti al muro di gomma di un mondo dove sembrano prevalere sempre le leggi del più furbo e del più forte. Altre volte, ci siamo sentiti impotenti e scoraggiati dinanzi al potere del male, ai conflitti che lacerano le relazioni, alle logiche del calcolo e dell’indifferenza che sembrano governare la società, al cancro della corruzione, ce n’è tanta, al dilagare dell’ingiustizia, ai venti gelidi della guerra”. Ha detto Papa Francesco nell’omelia della Veglia Pasquale.
Talvolta “ci siamo forse trovati faccia a faccia con la morte, perché ci ha tolto la dolce presenza dei nostri cari o perché ci ha sfiorato nella malattia o nelle calamità, e facilmente siamo rimasti preda della disillusione e si è disseccata la sorgente della speranza. Così, per queste o altre situazioni, i nostri cammini si arrestano davanti a delle tombe e noi restiamo immobili a piangere e a rimpiangere, soli e impotenti a ripeterci i nostri perché”. Ha aggiunto il Papa Francesco nell’omelia.