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23 Novembre 2024 00:10

Sara Ziff accusa di stupro l’ex Miramax Italia Fabrizio Lombardo, marito di Chiara Geronzi

Fabrizio Lombardo frequentava assiduamente una coppia di note "signore" all'epoca molto mondane della Capitale: Mara Venier e Sandra Carraro, moglie di Franco Carraro che all'epoca della sua presidenza della FIGC assunse Benedetta Geronzi. Secondo la causa avviata dalla Ziff, Fabrizio Lombardo e Henry Weinstein erano "molto vicini": infatti l’ex produttore cinematografico americano è stato testimone di nozze del matrimonio di Lombardo nel 2003 con Chiara Geronzi.

Fabrizio Lombardo 56anni, ex uomo di fiducia di Harvey Weinstein, per anni alla guida dell’ufficio italiano della Miramax, sposato con Chiara Geronzi giornalista del Tg5 (e figlia dell’ex potente banchiere Cesare Geronzi) è stato accusata di stupro da Sara Ziff, 39 anni, ex modella e fondatrice di Model Alliance, un gruppo di difesa di modelle e creativi della moda. Lo scrive il New York Times. “Ci sono voluti vent’anni per elaborare tutto questo”, ha dichiarato la donna al quotidiano newyorkese : “Per i primi anni non riuscivo a parlarne, figuriamoci fare causa. Quando è stata approvata la legge del 2022 ho cominciato a ripensarci“. 

Fabrizio Lombardo e Chiara Geronzi

La causa è stata intentata giovedì 6 aprile dalla Ziff dinnanzi al Tribunale dello stato di New York. La presunta aggressione di Fabrizio Lombardo avrebbe avuto luogo, secondo quanto afferma l’ex modella, nel 2001, quando lei aveva 19 anni. La Ziff sostiene che all’epoca era un’aspirante attrice ed aveva assistito a una proiezione privata di un film prodotto dalla  Miramax a New York invitata da Lombardo, che all’epoca dei fatti poco più che quarantenne. Il “dirigente”fiduciario” italiano di Weinstein l’avrebbe invitata alla proiezione con la scusa che dopo avrebbe potuto incontrare Harvey Weinstein, poi per un drink al Mercer Hotel di Soho, dove, le avrebbe detto, che ci sarebbero stati sia Weinstein che suo fratello Bob. All’arrivo in hotel Lombardo invece l’avrebbe condotta con una scusa in una penthouse dove non c’era nessun’altro, e quindi le avrebbe fatto delle avances pesanti, ma alle rimostranze ed il rifiuto di lei, l’avrebbe sbattuta su un letto e violentata.

In quel periodo era facile incontrare Lombardo anche durante le vacanze pasquali e natalizie nell’esclusiva isola di St. Barth, atollo francese nel mare dei Caraibi, dove si occupava di affittare “Villa Italia”, una villa di proprietà di Massimiliano Feruzzi, rampollo della famiglia Ferruzzi-Gardini, e dell’ex calciatore dell’ Inter Nicola Berti. Ma non solo, in quanto invitava nell’isola signorine “allegre” speranzose di sfondare nel cinema grazie agli incontri con Weinstein che finivano esclusivamente in un letto di un hotel.

La società di produzione cinematografica Miramax all’epoca era di proprietà della Walt Disney, che l’aveva rilevata dai fratelli Weinstein, e successivamente nel 2010 ha venduto la società ad un gruppo di investitori .

Dopo averne parlato alcuni anni dopo con delle amiche ,  Sara Ziff sporse denuncia nel 2017 alla polizia di New York senza che però la cosa avesse esito. Quell’anno Fabrizio Lombardo era stato accusato da quattro donne, tra le quali anche l’attrice Asia Argento, di aver “facilitato” il comportamento “predatorio” di Weinstein e, per di più, di essere stato assunto alla Miramax esclusivamente a questo scopo. Una versione che Lombardo aveva categoricamente negato in un’intervista al New York Times. Ora però questa volta gli toccherà convincere la procura ed il Tribunale di New York. E non sarà un’opera facile.

La causa vede come imputati oltre a Lombardo anche Weinstein, Miramax e Disney in quanto pur sapendo che Lombardo era un “pericolo per le donne che incontrava per lavoro”, non hanno fatto nulla per impedirgli di perseguitare l’ex modella. Le parti chiamate in causa non hanno commentato la vicenda. Le accuse secondo cui Weinstein avrebbe aggredito sessualmente modelle e attrici hanno contribuito ad alimentare il movimento #MeToo costituitosi nel 2017.

Fabrizio Lombardo frequentava assiduamente una coppia di note “signore” all’epoca molto mondane della Capitale: la nota conduttrice televisiva Mara Venier e Sandra Carraro, moglie di Franco Carraro che all’epoca della sua presidenza della FIGC assunse in federazione Benedetta Geronzi, sorella di Chiara, e felicemente coniugata con il senatore Bernabò Bocca, presidente di Federalberghi. Secondo la causa avviata dalla Ziff, Fabrizio Lombardo e Henry Weinstein erano “molto vicini”: infatti l’ex produttore cinematografico americano è stato testimone di nozze del matrimonio di Lombardo nel 2003 con Chiara Geronzi. Nelle accuse di abusi sessuali lanciate negli ultimi anni contro Weinstein, Lombardo è spesso comparso ai margini delle varie testimonianze, confermando la presenza costante nella vita del produttore. Nel 2018 fu anche menzionato nell’azione collettiva per molestie intentata contro la Weinstein Company.

Sara Ziff accusa Lombardo di abusi sessuali e violenza di genere, ed Henry Weinstein e la sua società di vigilanza negligente, chiedendo dei danni al momento non ancora quantificati per i mancati guadagni, e per stress e angosce emotive. A Milano una nota agenzia di modelle racconta di presunte violenze fisiche di Fabrizio Lombardo anche ad un’altra modella di nome Carmen. La causa legale della Ziff è stata intentata anche alle sussidiarie Buena Vista e Miramax, per abuso e negligenza ai sensi dell’Adult Survivors Act (Asa), una legge approvata a New York nel maggio 2022, che estende fino a novembre 2023 i diritti delle vittime di reati sessuali di avviare azioni civili che altrimenti finirebbero in prescrizione.

Fabrizio Lombardo ed Henry Weinstein

Henry Weinstein nel 2022 è stato condannato per crimini sessuali a New York e in California, e sta scontando 39 anni di prigione, dovendo rispondere di ben 7 capi d’accusa – 2 per stupro e 5 per aggressione sessuale – per una serie di episodi avvenuti tra il 2004 e il 2013. Ed alla fine è risultato colpevole in tre proicedimenti. I giurati hanno impiegato ben nove giorni per prendere una decisione, un chiaro segnale della difficoltà nel raggiungere su alcuni capi di accusa un verdetto unanime .

Sono oltre cento le donne uscite allo scoperto accusando di aver subito molestie e stupri da parte dell’ex produttore, che dal 2017 è diventato il simbolo di una cultura di violenze e abusi nelle stanze del potere, dando vita al movimento #MeToo, ma soltanto meno di una decina di loro sono riuscite a farsi ascoltare dalla magistratura.

I giurati delle corti che hanno processato Weinstein hanno concordato solo su un caso, quello di stupro, per un rapporto orale forzato e la penetrazione sessuale avvenuta nei confronti di una modella-attrice russa che viveva a Roma, identificata come Jane Doe 1“, l’equivalente americano della “signora Bianchi” (cioè nomi di fantasia per tutelare la donna) che in realtà si chiama Evgeniya Chernyshova, nata in Siberia e al tempo dell’aggressione viveva in Italia con il marito da cui si è separata dopo lo stupro, (e che è nel frattempo deceduto) la quale ha voluto spontaneamente rivelare quanto le era accaduto: “Parte di me ha paura per il futuro, ma sono anche orgogliosa di quel che ho fatto. Se continuassi a nascondermi non potrei fare nulla. Sarei sola con il mio dolore”, ha detto testimoniando in aula di essere stata aggredita da Weinstein in una stanza d’hotel nel 2013, durante un festival del cinema a Los Angeles.

Evgeniya Chernyshova durante la sua intervista al network tv ABC News

Dopo lo stupro ha raccontato di aver passato anni alle prese con la depressione: “Mi odiavo, ero mentalmente instabile“. A darle la forza di denunciare è stato un confronto con la figlia, all’epoca 16enne, a sua volta vittima di un’aggressione sessuale: entrambe hanno così deciso insieme di non restare più in silenzio.

La difesa dell’ex produttore aveva chiesto un nuovo processo asserendo che prove importanti sul caso della ‘Jane Doe n.1’ – messaggi su Facebook scambiati con un altro testimone, l’organizzatore del Festival Pascal Vicedomini, che ne minerebbero la credibilità, prove che non sono state ammesse durante il procedimento. Il tribunale di Los Angeles ha condannato il 70enne produttore premio Oscar, che sta scontando una pena di 23 anni per un altro caso di crimini sessuali giudicato a New York nel 2020. Un totale di 39 anni di detenzione che, salvo colpi di scena, fanno pensare a un fine pena mai.

Nel frattempo nessuno sa più come vive e cosa faccia di lavoro Fabrizio Lombardo, ma questo raccontano a Milano, chi lo conosce bene, non è una novità…

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