L’ Amministrazione Provinciale di Taranto guidata dal sindaco di Massafra Martino Tamburrano ha rilasciato un’Aia (cioè un’ Autorizzazione integrata ambientale) per la durata di sedici anni alla CISA spa di Massafra, il cui azionista principale è l’imprenditore Antonio Albanese attuale vicepresidente di Confindustria Taranto, per effettuare un “confinamento temporaneo” di materiali radioattivi o che sono stati in contatto con loro, che vengono definiti tecnicamente “mezzi risultati positivi ai rilievi radiometrici“. Il provvedimento riguarda anche «lo smentellamento dello scrubber», un depuratore di scarichi gassosi. A fronte di queste concessioni il gestore si impegna a depositare una “garanzia finanziaria” (cioè una fidejussione bancaria n.d.r.) di 7 milioni di euro, che dovrà essere “impegnata” (cioè valida ed attiva n.d.r.) fino a due anni dopo la validità del provvedimento. La determina è stata firmata il 7 luglio 2015 dal dirigente all’Ambiente, l’ingegner Martino Dilonardo ( padre di Donato Dilonardo socio di Antonio Albanese ) in assenza dei “pareri obbligatori non vincolanti” del Comitato tecnico provinciale, e sono “esclusi i provvedimenti in materia di Via, Vas e Aia“.
L’ingegner Donato Dilonardo, risulta essere fra i tre soci della Dilca Costruzioni srl, società di cui detiene il 49% delle quote e nella quale partecipa col 25,5% la CISA SpA, di cui Tonino Albanese è titolare del 99%, e col restante 25,5% la Co.Ri.Im. srl amministrata da Paolo Convertini (che è pure amministratore unico di una società controllata da Antonio Albanese), individuato come amministratore unico dell’impresa edile. La visura camerale della Dilca conferma dalla lettura dell’ ’oggetto sociale della società, che si occupa anche di “attività diretta alla decontaminazione di edifici, aree, spazi attrezzati, suolo e acque da qualsiasi sostanza o agente inquinante”. Attività, queste non del tutto lontane dal settore ambientale.
Secondo quanto previsto dal Regolamento approvato con la delibera di Consiglio Provinciale n.49 del 24 giugno 2010, il funzionamento del Comitato “esprime pareri obbligatori non vincolanti sulle istanze di autorizzazione e/o approvazione, ivi compreso la revoca delle autorizzazioni rilasciate, sulle materie delegate ex Legge regionale 30/1986 e confermate con Legge regionale n.17 del 14 giugno 2007″. Quindi avvalendosi di detta normativa il dirigente avrebbe potrebbe anche autorizzare l’Aia nonostante un eventuale parere consultivo “negativo” del Comitato, assumendosi conseguenzialmente ogni responsabilità nelle sedi competenti, ma la norma di fatto obbliga il dirigente a registrare questo giudizio. Ma il dirigente in questione, l’ingegner Martino Dilonardo non ha ricevuto alcun parere sino alla data del 7 luglio, cioè il giorno in cui ha firmato l’atto, in quanto il Comitato che lui stesso avrebbe avuto la facoltà di insediare, in realtà non mai è stato “costituito“. L’attuale dirigente, ha quindi ritenuto opportuno procedere nonostante il mancato parere del Comitato al rilascio dell’Aia .
Dilonardo, attraverso la determina che riporta la sua firma pur scrivendo: “Considerato che L.R.30/1986, all’art.5 comma 1 delega le Province per l’approvazione ed i progetti e per l’autorizzazione all’esercizio degli impianti di gestione dei rifiuti anche pericolosi, mentre l’art.5 comma 9 dispone che le Province si avvalgono di appositi comitati tecnici nei quali deve essere comunque garantita la presenza di esperti nei settori chimico, ingegneristico, geologico e sanitario, con specifica competenza nella materia dello smaltimento dei rifiuti” ha dato il via libera all’Aia per Cisa .
Il predecessore di Dilonardo, cioè l’architetto Roberto Di Giacinto , invece il 3 ottobre 2014 si era rifiutato di approvare la richiesta venendo sostituito dal presidente della Provincia e sindaco di Massafra Martino Tamburrano subito dopo essersi insediato qualche giorno prima, cioè il 29 settembre 2014, al vertice della Provincia di Taranto, appunto con Martino Dilonardo . Lo ricorda lo stesso Dilonardo nella sua determina riprendendo la relazione ( “responsabile del procedimento – Funzionario tecnico”) dell’ ingegner Emiliano Morrone, figlio dell’ex dirigente all’Ambiente della Provincia Ignazio Morrone (ora in pensione) , ritenendo l’istanza “improcedibile per incompetenza della Provincia“. La CISA ad onor del vero ha fornito successivamente le sue controdeduzioni all’ufficio competente della Provincia di Taranto, completando la documentazione il 6 febbraio scorso, cioè quando Dilonardo aveva già preso il posto di Di Giacinto, convocando varie conferenze di servizi in occasione delle quali l’Arpa ha richiesto alcune integrazioni e ha dettato una serie di prescrizioni. La Cisa di Albanese , ha quindi trasmesso le sue contro-deduzioni richieste dall’agenzia diretta da Assennato . La Provincia di Taranto, a sua volta, senza ritenere opportuno di farle verificare ad Arpa cioè a chi le aveva chieste, le ha ritenute idonee allegandole alla relazione istruttoria.
Nella determina lo stesso dirigente ha rilevato che mancano i provvedimenti in materia di Via, Vas e Aia da parte dei soggetti che compongono la conferenza dei servizi, salvo poi scrivere al punto 5 che “la realizzazione dell’area dedicata al confinamento temporaneo dei mezzi risultati positivi ai rilievi radiometrici non costituisce modifica sostanziale in ambito Via, trattandosi di un presidio ambientale e che l’eventuale smantellamento dello scrubber è soggetto ad istanza di valutazione di modifica sostanziale/non sostanziale in ambito Via“.
Il “fronte” Pelillo-Chiarelli che aveva portato all’elezione di Martino Tamburrano alla Provincia di Taranto, sembra essersi spaccato, come dimostra la dichiarazione di Michele Mazzarano capogruppo Pd alla Regione Puglia : “Sono molto contrario a trasformare la mia terra in una grigia pattumiera di materiale radioattivo. Sono molto contrariato da una politica che dibatte solo di veleni, anche quando non ce ne sarebbe bisogno. Mi consta che il mio partito sia totalmente all’oscuro di opache determine dirigenziali agostane. Ora il dirigente, responsabile della sciagurata autorizzazione data alla Cisa per il conferimento di rifiuti radioattivi, deve essere prontamente rimosso“
I Verdi chiedono con una nota ufficiale via Internet al presidente Tamburrano “perché si è proceduto alla firma di questa determina che ha dato il via libera all’aia nonostante la mancanza del parere del comitato tecnico? Come mai il Dirigente Dilonardo nonostante l’evidente conflitto d’interesse, non si è astenuto dal firmare la determina? Stiamo assistendo alla nascita di una nuova Cemerad? Prendiamo le distanze da questa politica delle larghe intese che ha come unico scopo di continuare a perseguire un’ economia basata sui veleni, sullo sfruttamento indiscriminato del territorio, aggravando il rischio sanitario e favorendo il guadagno di pochi soggetti.“
Su tutto questo al contrario dei colleghi del Quotidiano, la Gazzetta del Mezzogiorno tace e nasconde la testa dopo l’intervista in ginocchio ad Albanese firmata dal “giornalista-sindacalista-ambientalista” Mimmo Mazza. Chissà come mai…