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22 Novembre 2024 11:13

Arrestata Laura Bonafede, la maestra amante del boss Matteo Messina Denaro. “Ha favorito il superlatitante”

Il Gip Alfredo Montalto del tribunale di Palermo nella sua ordinanza contesta a Laura Bonafede di avere “provveduto alle necessità anche di vita quotidiana del latitante” e di “avere condiviso un linguaggio codificato per celare l’identità di altre persone”.

C’era un’altra donna nella rete di latitanza Matteo Messina Denaro : si tratta della maestra di scuola elementare, Laura Bonafede, 56 anni, figlia del defunto Leonardo Bonafede capomafia di Campobello e moglie di un ergastolano, entrambi ritenuti dei “fedelissimi” del superlatitante mafioso . Nei giorni scorsi carabinieri del Ros avevano perquisito la sua abitazione di Campobello. Ed oggi è arrivato l’arresto: Laura Bonafede è stata tradotta in carcere, a seguito delle accuse a suo carico avanzate dal pool antimafia della Procura di Palermo coordinato dal procuratore capo Maurizio de Lucia e dall’ aggiunto Paolo Guido per i reati di “favoreggiamento” e “procurata inosservanza della pena” con l’aggravante di avere così favorito l’organizzazione mafiosa.

Il Gip Alfredo Montalto del tribunale di Palermo nella sua ordinanza contesta a Laura Bonafede di avere “provveduto alle necessità anche di vita quotidiana del latitante” e di “avere condiviso un linguaggio codificato per celare l’identità di altre persone”. La donna avrebbe fatto la spesa anche recentemente per Matteo Messina Denaro continuando a scrivergli, ed incontrandolo in un supermercato di Campobello due giorni prima dell’arresto del superlatitante mafioso.

Nel covo ove si nascondeva Messina Denaro erano stati ritrovati dei pizzini dai quali è emersa una lunga relazione sentimentale fra la donna che “consolava” la latitanza del boss mafioso, intercorsa sembrerebbe fra il 2007 e il 2017. In seguito ad occuparsi del superlatitante erano subentrati alcuni parenti della maestra, suo cugino Andrea Bonafede, geometra a Campobello, il quale addirittura aveva ceduto la propria identità al “boss” mafioso, motivo per il quale il 24 gennaio scorso è finito in carcere. 

Laura Bonafede spediva lettere a Messina Denaro al quale manifestava apertamente il proprio amore , e manifestava la propria gelosia sul rapporto instaurato fra il boss e la “vivandiera” Lorena Lanceri, anch’essa arrestata lo scorso 16 marzo dagli uomini del Ros: “Mi ha dato fastidio non sapere cosa stessi facendo in quel momento, non sapere se eravate soli, se ti saresti fermato ancora a lungo”.

Matteo Messina Denaro in un pizzino inviato alle sue sorelle, lodava Martina Gentile la figlia di Laura Bonafede : “Questa ragazza è cresciuta senza padre, lo arrestarono quando lei era molto piccola e non è ancora uscito visto che ha l’ergastolo“.e lodava la giovane ragazza per un suo necrologio scritto per il nonno, Leonardo Bonafede: “La cosa che mi ha fatto più senso è la frase finale di questa Martina: ‘Onorata di appartenerti’ al nonno. Ma lo capite? Ciò significa che la mancanza del padre non è di per sé motivo di degenerazione educativa, è solo Lorenza che è degenerata nell’infimo, le altre di cui so sono tutte cresciute onestamente“. Al contrario di Lorenza Alagna, la figlia di Messina Denaro, la quale invece non ha mai voluto sottomettersi alla cultura mafiosa della sua famiglia restandone lontana così dissociandosi dalla mafiosità familiare.

Sono attualmente in corso numerose perquisizioni nella provincia di Trapani. L’operazione, spiega il Ros, rappresenta una prosecuzione dell’indagine che lo scorso 16 gennaio ha consentito di catturare a Palermo il super-latitante Matteo Messina Denaro. Insieme al boss venne arrestato anche Giovanni Salvatore Luppino, l’autista che aveva portato Messina Denaro in auto da Campobello alla clinica La Maddalena di Palermo, accusato di procurata inosservanza di pena e favoreggiamento aggravati dalle modalità mafiose. 

l’arresto di Rosalia Messina Denaro, sorella del boss Matteo

Pochi giorni dopo venne arrestato, dopo il boss castelvetranese, anche Andrea Bonafede (1963) il geometra che ha fornito l’identità a Messina Denaro per “partecipazione ad associazione mafiosa“. Analoga sorte era toccata il medico Alfonso Tumbarello, per “concorso esterno in associazione mafiosa” ed altri reati pure aggravati dalle modalità mafiose:. Infatti il professionista prescriveva al finto Andrea Bonafede, che in realtà era Matteo Messina Denaro, le visite da effettuare ( a spese del Servizio Sanitario nazionale) per curare il tumore. Nella rete dei fiancheggiatori del “boss” arrestati dal ROS dei Carabinieri era finito anche un altro Andrea Bonafede (classe 19 69) per “procurata inosservanza di pena” e “favoreggiamento” aggravati dalle modalità mafiose: era lui che si occupava dei contatti con il medico per le cure del super-boss. Importante anche l’arresto di Rosalia Messina Denaro, sorella di Matteo, per “partecipazione ad associazione mafiosa“: il ritrovamento di numerosi “pizzini” occultati nella sua casa si è rivelato decisivo per il prosieguo delle indagini. Infine erano stati arrestati i “vivandieri” del boss:  Emanuele Bonafede e la moglie Lorena Ninfa Lanceri (che era diventata anche amante del Messina Denaro) per “procurata inosservanza di pena” e “favoreggiamento” aggravati dalle modalità mafiose .

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