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29 Novembre 2024 18:45

La7 chiude il programma “Non è l’Arena”. Giletti precisa: “Nessuna perquisizione della Dia”

Lo rende noto l'azienda precisando che "Giletti resta a disposizione". Il conduttore spiega che le voci di perquisizioni a casa sua sono "notizie false"

“La7 ha deciso di sospendere la produzione del programma “Non è l’Arena” che da domenica prossima non sarà in onda“. Lo rende noto l’azienda. “La7 ringrazia Massimo Giletti per il lavoro svolto in questi sei anni con passione e dedizione. Massimo Giletti – si specifica – rimane a disposizione dell’Azienda“. L ’editore Urbano Cairo non ne ha spiegato i motivi: “Non posso rispondere. Comunque abbiamo fatto un comunicato e non ho nulla da aggiungere. Stasera proprio non posso“. “Prendo atto della decisione di La7 – ha commentato il giornalista – in questo momento l’unico mio pensiero va alle 35 persone che lavorano con me da anni e che da un giorno all’altro, senza alcun preavviso, vengono lasciate per strada“.

“Perquisizioni in casa mia della Dia? È una notizia falsa”. Lo dichiara all’AGI Massimo Giletti in relazione alle voci diffuse da alcuni media di perquisizioni nella sua abitazione.  L’ipotesi di un incidente sulle storie di mafia continua a circolare in queste ore. In particolare si punta su Matteo Messina Denaro e su Salvatore Baiardo. Ed è proprio l’ex gelataio amico dei fratelli Graviano a irrompere nella scena.

“Tutto si chiarirà al momento giusto”, ha poi detto Massimo Giletti commentando la notizia della chiusura del suo programma con l’Ansa, “ognuno ha la sua versione. Non voglio aggiungere altro, non parlo“. E sulle voci di perquisizioni ribadisce: “È tutto falso, non c’è stata nessuna perquisizione nella mia abitazione. Nessuna notifica delle forze dell’ordine, nulla di nulla. Del resto era tutto facilmente verificabile e riscontrabile“.

Prima con un video in cui annuncia un nuovo libro e il suo passaggio a Mediaset. E poi con un articolo del quotidiano Domani in cui afferma che è stato il suo “scoop” a far chiudere la trasmissione. Confermando di aver ricevuto compensi regolarmente fatturati per le comparsate. Il quotidiano La Repubblica parla di 48 mila euro versati parzialmente “in nero”.

Tutto ha avuto inizio con la “profezia” su Matteo Messina Denaro. Baiardo prima del suo arresto ipotizzava, intervistato da Giletti, che il boss dei Corleonesi fosse malato. E che stia per morire. Non si tratta di una novità: della salute di ‘U Siccu si occupavano da tempo i rapporti degli investigatori, ipotizzando malattie anche gravi, ma non il cancro al colon.

Il procuratore di Palermo Maurizio De Lucia rispondeva parlando di “terrapiattisti dell’Antimafia. Ma i pubblici ministeri di Firenze che indagano sulle stragi del 1993 hanno deciso di ascoltano Giletti come persona informata sui fatti. E chiedono anche a Baiardo di parlare del suo incontro con Paolo Berlusconi a Milano dopo l’arresto dei Graviano. Tutto ciò mentre proprio Messina Denaro lo smentiva sulla sua malattia: “Avrà tirato a indovinare”. Adesso si parla di nuovo delle sue comparsate su La7. E dei compensi “regolarmente fatturati”, come ha confermato la produzione del programma.

Il quotidiano La Repubblica invece scrive di un’indagine aperta a Firenze sul compenso ricevuto dal programma e sulle sue dichiarazioni. Si parla di almeno 48 mila euro , di cui una parte pagata “in nero”. La questione è stata affrontata da Giletti ieri, quando il conduttore ha detto che “è falso che io abbia pagato personalmente Baiardo, ammettendo – e spiegando che si tratta di un trattamento riservato a tutti – il pagamento da parte della produzione per le ospitate. Una cosa è certa, e cioè che Freemantle, la casa di produzione di Non è l’Arena, ha retribuito Baiardo con un accredito bancario e con regolare documentazione fiscale . 

A sua volta il quotidiano Domani aggiunge che Giletti avrebbe detto ai pm di Firenze che Baiardo gli avrebbe mostrato delle foto dell’incontro tra Berlusconi, i fratelli Graviano e il generale Delfino. L’ex gelataio mafioso però nega e smentisce tutto: “Sono stato anche perquisito ma i giudici non hanno trovato niente“.

Baiardo ha annunciato ieri il suo nuovo libro e l’approdo a Mediaset quando doveva ancora scoppiare il “caso Giletti”. In un filmato successivo dice che sulla sospensione del programma lui aveva “previsto tutto. Anche la Rai non gli farà il contratto”. La procura di Firenze smentisce perquisizioni e indagini su “Non è l’Arena”. Il giornalista Marco Lillo scrive sul Fatto Quotidiano che Massimo Giletti è stato sentito dai pm di Firenze per due volte. Il 19 dicembre e il 23 febbraio di quest’anno. Pochi mesi fa il suo livello di protezione è stato alzato.

La puntata di lunedì prossimo avrebbe dovuto poi occuparsi di Antonio D’Alì, ex sottosegretario di Forza Italia. Condannato in via definitiva per associazione mafiosa. D’Alì fa parte di una famiglia che a Castelvetrano aveva la proprietà terriera più grande della Sicilia. E tra i suoi campieri (ovvero coloro che organizzavano il lavoro dei contadini) si sono alternati prima Francesco Messina Denaro e poi il figlio Matteo.

Sempre il Fatto Quotidiano scrive anche che Giletti volesse costruire altre trasmissioni sul ruolo di Marcello Dell’Utri. Anche lo storico dirigente di Berlusconi è stato condannato per associazione mafiosa. Secondo il giornalista l’ipotesi di accusa (tutta da dimostrare) relativa alle stragi del 1993 è un tabù in tv, e Giletti voleva infrangere il divieto. Lavorando anche sulle perizie sui primi capitali di Fininvest. Ma il giornale diretto da Marco Travaglio dà spazio anche alle altre ipotesi sulla chiusura del programma. La prima è l’insoddisfazione degli inserzionisti per lo share, unita ai costi della trasmissione. L’Auditel però certificava una media tra il 4,8% e il 5%: numeri che però secondo Giletti non sono negativi. Poi c’è la trattativa con la Rai. Che sarebbe intrecciata a quella con Fabio Fazio. Il quale si trasferirebbe sul canale Discovery lasciando spazio libero nel palinsesto della tv pubblica, proprio a Giletti.

Anche La Stampa scrive su questa ipotesi. E sostiene che sarebbero stati proprio i contatti con la RAI a mandare su tutte le furie Urbano Cairo il quale, apprendendo che dall’anno prossimo Massimo Giletti sarebbe ritornato nella tv pubblica, avrebbe deciso di sospendere la trasmissione. Più o meno come quei presidenti di società di calcio che esonerano gli allenatori o mettono fuori rosa i calciatori. Una ipotesi questa che risulta poco credibile in assenza di altri riscontri. Se non altro perché in questa maniera l’editore farebbe un autogol mettendosi in cattiva luce sia con il pubblico che con gli altri conduttori delle rete tv .

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