Il presidente della Provincia di Taranto , Martino Tamburrano, ha smentito oggi con determinazione e fermezza le notizie apparse nei giorni scorsi sul Nuovo Quotidiano di Puglia (edizione di Taranto) a firma del giornalista Michele Montemurro, definendole “una buffonata giornalistica“ a proposito di una presunta autorizzazione concessa alla società Cisa spa di Massafra, per raccogliere rifiuti radioattivi, che in realtà non è stata mai rilasciata. Durante l’ incontro odierno, con i giornalisti che ha avuto toni e scontri molto accesi ed a cui hanno partecipato ambientalisti e consiglieri comunali del Comune di Massafra, di cui Tamburrano è sindaco. La determinazione dirigenziale (n. 74 del 7 luglio 2015) in questione, in realtà si riferisce ad altro. Alla conferenza erano stati invitati, ma non erano presenti, il Sindaco di Taranto Ippazio Stefàno ed il presidente della Regione Puglia, Michele Emiliano.
“Lo avrei voluto qui – ha detto Tamburrano – per dirgli che un assessore regionale che parla senza aver letto le carte deve essere rimosso”. Esplicito il riferimento all’assessore Gianni Liviano, che nei giorni scorsi si era espresso sulla vicenda probabilmente senza alcuna informazione e competenza in merito. Ma a Liviano che via Facebook aveva preso nettamente le distanze dal provvedimento adottato dalla Provincia si è aggiunto successivamente anche il capogruppo Pd alla Regione, Michele Mazzarano. “Le esternazioni del mio concittadino Mazzarano credo siano figlie dell’emotività” ha aggiunto Il presidente della Provincia di Taranto “larghe intese non vuol dire opacità agostane”.
La Provincia di Taranto – ha spiegato Tamburrano ha concesso esclusivamente un’autorizzazione per una procedura per adempiere ad un provvedimento della Regione Puglia del giugno 2012, grazie alla quale viene rilevata la presenza di eventuale radioattività nei carichi di rifiuti solidi urbani conferiti alla discarica Cisa di Massafra. I portali radiometrici, sono degli strumenti che segnalano la presenza dei radionuclidi, peraltro sono imposti a tutte le discariche in Puglia, per adempiere ad un provvedimento della Regione del giugno 2012, e pertanto la Provincia ha concesso un’autorizzazione per la procedura attraverso la quale viene rilevata la presenza eventuale di radioattività nei carichi di rifiuti solidi urbani conferiti in discarica.
In merito alla contestazione giornalistica che a firmare l’Aia in favore della Cisa di Massafra sia stato il dirigente all’Ambiente l’ingegner Martino Dilonardo, il cui figlio Donato è socio di una società di cui detiene quote anche Antonio Albanese, il maggior azionista e proprietario della Cisa,Il presidente della Provincia di Taranto , Martino Tamburrano, ha precisato che “Dilonardo non è incompatibile con nulla. Non è mai stato scalfito da indagini o inchieste della Procura o da Tribunali di giustizia penale o amministrativa” . Rispondendo alla domanda su un possibile conflitto d’interesse e su sue precedenti dichiarazioni in merito Tamburrano ha replicato: “ il figlio dell’ing. Dilonardo è socio di Antonio Albanese in una società che detiene la proprietà indivisa di alcuni appartamenti e non ha alcuna compartecipazione nella Cisa” aggiungendo “Avevo detto che sarebbe stato possibile che nel suo ruolo, si sarebbe astenuto da valutazioni sulla Cisa. Ma in questo caso non siamo di fronte ad una valutazione, ma esclusivamente ad un atto dovuto, che andava rispettato entro il termine perentorio del 7 luglio 2015, a seguito di una Legge nazionale del 2014″ . ” E sinora – ha concluso Tamburrano – l’ ufficio ambiente diretto dell’ ing. Dilonardo si è occupato solo nell’ 1% dei casi della CISa mentre nel restante 99% si è occupato di tutte le aziende interessate alle normative ed infrastrutture ambientali previste dall’ AIA“.
Da segnalare al termine della conferenza stampa, all’uscita del Palazzo dell’ Amministrazione Provinciale di Taranto, la vile aggressione e diffamazione (urlata) nei confronti del nostro direttore Antonello de Gennaro, da parte del giornalista-sindacalista Mimmo Mazza (La Gazzetta del Mezzogiorno) avvenuta sotto gli occhi di uomini del reparto Mobile dei Carabinieri di Taranto e delle telecamere di controllo della Prefettura. Sul posto è intervenuto il 112 che ha ascoltato i testimoni. Ed ora se ne occuperanno i nostri avvocati in sede penale e civile. Nonchè l’ Ordine dei Giornalisti di Puglia.
Inutile dire che la redazione e tutti i collaboratori del Corriere del Giorno sono vicini al proprio Direttore, e respingono fermamente le farneticanti offese ed i comportamenti incivili ed aggressivi del giornalista Mazza, che farebbe bene a trovarsi un buon avvocato, ma anche un buon supporto medico che lo riporti alla serenità ed alla civiltà. Che oggi gli è mancata.