L’appuntamento è fissato per stasera alle 19 a Palazzo Chigi. Il confronto tra il governo e i sindacati sul decreto Lavoro, che sarà approvato domani dal Consiglio dei ministri, si annuncia però in salita. Ieri è infatti arrivato l’attacco di Landini su una delle misure centrali che il Governo si appresta a varare e che prevede, stando all’ultima bozza del provvedimento circolata, la sostituzione del reddito di cittadinanza con l’assegno d’inclusione. “Se le notizie domani saranno confermate, l’idea che in un momento in cui aumentano le povertà si taglia il reddito di cittadinanza a noi sembra una follia”, dice senza mezzi termini Landini, parlando in provincia di Salerno.
I sindacati già nei giorni scorsi, , appresa la notizia della convocazione a Palazzo Chigi, avevano posto problemi di metodo oltre che di merito. “Essere convocati quando il provvedimento è già preso immagino che sarà una informazione di quello che il Governo ha già deciso“, ha rimarcato subito il numero uno della Cgil. “Nonostante l’orario non abbiamo mai pensato di non presentarci. Siamo sempre pronti al confronto, è la Meloni che non ci riceve, lo ha fatto a novembre e lo fa solo adesso“, è stata la stoccata di Bombardieri.
“Incomprensibili le parole del segretario della Cgil Maurizio Landini sul Cdm convocato il primo maggio per varare provvedimenti sul lavoro. Io credo sia un bel segnale, invece, per chi come noi, è un privilegiato, onorare con il nostro impegno, in questo giorno di festa, i lavoratori e le risposte che attendono”. Così la presidente del Consiglio Giorgia Meloni in una dichiarazione diffusa da palazzo Chigi
“Vorrei ricordare al segretario Landini – aggiunge poi la Meloni – che il primo maggio ci sono molte persone che lavorano, dai camerieri ai medici, dalle forze dell’ordine fino ai tecnici che consentono lo svolgimento del concerto di piazza San Giovanni. Se Landini pensa davvero che sia diseducativo lavorare il primo maggio, allora il concerto la triplice dovrebbe organizzarlo in un altro giorno. Noi non la pensiamo così – conclude – e rispettiamo l’iniziativa della triplice, così come chiediamo rispetto per il nostro lavoro“.
Il Governo non si preoccupa, va avanti e mira ad aumentare il taglio del cuneo fiscale di un altro punto percentuale per i redditi fino a 35 mila euro e a rendere più semplici le assunzioni. Sul tavolo c’è anche la riforma del reddito di cittadinanza: si chiamerà “assegno di inclusione” e sosterrà gli italiani che non possono lavorare, farà partire i corsi di formazione per gli altri e diminuirà il sussidio per gli occupabili, cancellandolo in caso di rifiuto di un’offerta di lavoro.
Nel decreto saranno più leggere le causali per i contratti a termine, da 12 a 24 mesi, collegate a contratti nazionali o ad accordi tra le aziende e i lavoratori. Gli imprenditori potranno contare su incentivi all’assunzione di giovani fino ai 30 anni: saranno in vigore dal primo giugno alla fine del 2023 e dovrebbero coprire il 60% del compenso lordo. Niente oneri contributivi per i contratti nelle regioni del Sud se si assumono disoccupati o under 35. La soglia per utilizzare i voucher salirebbe da 10 a 15 mila euro per i lavoratori di imprese del turismo.
Più larghe le maglie per i contratti di apprendistato. Saranno potenziati anche i contratti di espansione: lo scivolo pensionistico verrà allungato fino a cinque anni per le aziende con più di mille dipendenti