di Silvia Signore
Il Napoli è campione d’Italia ! Bastava un punto e un punto è arrivato contro l’Udinese. Alla Dacia Arena di Udine finisce 1-1, fra l’ Udinese a segno con Lovric ed Osimhen che nella ripresa ha trovato il gol del pareggio che vale il terzo scudetto. I tifosi del Napoli hanno invaso il campo per abbracciare i propri giocatori, con una festa sotto la curva con l’allenatore Spalletti al suo primo scudetto che ringrazia tutti.
Purtroppo in un attimo si è passato dalla festa alla violenza, quando alcuni ultras dell’Udinese sono entrati entrano in campo scontrandosi con i tifosi del Napoli, con scene di una violenza inaudita. Tardivo l’intervento delle forze dell’ordine.
Nelle strade e nei vicoli del rione il traffico è andato completamente in tilt subito dopo il fischio finale della partita. Moltissimi motorini sfrecciano per le strade, ma anche tanta gente con maglie, sciarpe e bandiere, che festeggia intonando i cori che hanno accompagnato tutta la stagione del Napoli. Sono state accese decine di batterie di fuochi d’artificio e tantissimi fumogeni, che stanno colorando il cielo di azzurro, ma anche di rosso, bianco e verde.
È un’onda di passione, entusiasmo, gioia irrefrenabile quella che avvolge le piazze, le vie e i vicoli. Almeno un migliaio di persone stanno festeggiando lo scudetto del Napoli in piazza Sanità, nel cuore del centro cittadino. Hanno seguito la partita su un maxischermo allestito accanto all’ingresso della chiesa di San Vincenzo alla Sanità e appena sopra la ‘cappella votiva’ con l’effige di Maradona. Dopo la sofferenza, durata per oltre un’ora, il quartiere è sceso in piazza per dare sfogo alla gioia per un titolo atteso 33 anni.
Il presidente del Napoli, Aurelio De Laurentiis sciarpa azzurra al collo dal centro del campo ha arringato la folla, ricevendo un enorme “grazie” alla sua tifoseria. “Mi avete sempre detto, noi vogliamo vincere ed abbiamo vinto tutti insieme”, ha detto appena dopo aver conquistato il primo scudetto della sua era, il terzo della storia del Napoli. “Grazie – ha detto De Laurentiis dallo stadio Maradona – finalmente abbiamo vinto“.
Il direttore sportivo Cristiano Giuntoli, classe 1972, passa alla storia come il direttore sportivo del terzo scudetto del Napoli. C’è molto, moltissimo di suo nel trionfo degli azzurri. Grazie a lui si devono le brillanti operazioni di mercato che hanno portato dei veri e propri “top player” a giocare con giocatori poco noti e sempre tenendo in considerazione il bilancio mantenendo in ordine i conti della società, portando sotto l’ombra del Vesuvio giocatori del livello di Osimhen, Lobotka, Kim solo per fare qualche nome. Ma il suo vedo colpo da maestro, un autentico capolavoro, è stato l’acquisto del georgiano Kvaratskhelia che er| un vero e proprio sconosciuto, rivelatosi l’asso nella manica della squadra allenata da Luciano Spalletti.
I quartieri spagnoli
Il terzo scudetto è particolare per i Quartieri Spagnoli. Perché sono diventati snodo nevralgico del turismo napoletano, anche e non solo per quella piazzetta a ridosso di via Emmanuele De Deo che ha una parete sulla quale persiste un murale che celebra Diego Armando Maradona, il capitano degli scudetti ’87 e ’90, diventato negli anni luogo di culto pagano del Pibe de oro.
E perché sono una delle anime ancora autentiche di Napoli, città complessa e spesso fraintesa. E nei vicoli a ridosso di via Toledo la festa, preparata da tempo, e si è consumata in una attesa fatta di trombette, urla strozzate, cori, applausi e clacson suonati a tutto spiano lungo tutta la partita. Poi il boato liberatorio e subito pedardi e fuochi d’artificio che hanno illuminato anche gli angoli più bui. Cinque minuti di un piccolo Capodanno posticipato, preludio di un corteo di centinaia di persone verso il lungomare per sfogare la festa solo rimandata domenica scorsa.