Nel corso di un incontro svoltosi a Roma nei primi giorni di agosto, venne concordato che il Ministero della Pubblica istruzione, la Provincia di Taranto e la Regione Puglia si sarebbero impegnati per gli anni 2015 e 2016, cofinanziare i capitoli relativi alle spese fisse per il personale dell’istituto “Giovanni Paisiello” versando un milione di euro a testa una tantum, per un totale di tre milioni di euro, nelle more del processo di statalizzazione dello “storico” istituto musicale tarantino.
La decisione è stato confermata il 5 agosto scorso nella sede della presidenza della Regione, al termine di un incontro a Bari tra il presidente Michele Emiliano e il presidente della Provincia di Taranto Martino Tamburrano, formalizzata con una lettera, da entrambi concordata e sottoscritta, al ministro Stefania Giannini, ricevendo come risposta dallo stesso ministro la volontà del Governo a cofinanziare l’intervento.
Sinora il “Paisiello” ha vissuto infatti soltanto grazie ai finanziamenti dell’amministrazione provinciale che a seguito della riforma “Delrio” erano a rischio, con il rischio di dover condannare il liceo musicale alla conseguente chiusura e cessazione delle proprie attività .
L ‘assessore all’Industria turistica e culturale della Regione Puglia Gianni Liviano in un suo comunicato stampa (in cui fa una “gaffè” dimenticando il presidente della Provincia Tamburrano) ha dichiarato: “Vorrei ringraziare sia il presidente Michele Emiliano che il prefetto Umberto Guidato per la celerità con la quale hanno accolto il mio appello a far presto. La convocazione del tavolo di lavoro per il prossimo 1° settembre ne è la riprova. La chiusura del prestigioso istituto musicale costituirebbe un grossissimo danno tanto più se si parla del rilancio culturale della nostra comunità. Insomma, ora più che mai occorre fare fronte comune perché in ballo ci sono posti di lavoro e opportunità di studio per i nostri ragazzi ai quali dobbiamo offrire almeno una possibilità di scegliere di rimanere nella propria città piuttosto che emigrare altrove“. Una domanda è lecita : ma cosa c’entra Liviano con la soluzione di questo problema ?