Il presidente Sergio Mattarella all’Altare della Patria per la cerimonia di deposizione della corona d’alloro in occasione della Festa della Repubblica Italiana. Il picchetto interforze ha tributato gli onori militari al Capo dello Stato, salutato da un applauso della folla, e la banda ha eseguito l’Inno di Mameli. Mattarella ha quindi salito le scale dell’Altare sulle note della “Canzone del Piave”, eseguite dalla banda interforze. Ad accompagnare il Presidente, le altre cariche dello Stato: i presidenti di Senato e Camera, Ignazio La Russa e Lorenzo Fontana, la premier Giorgia Meloni e la presidente della Corte Costituzionale Silvana Sciarra, insieme al ministro della Difesa Guido Crosetto.
Oltre 5.500 invitati tra militari e civili alla cerimonia. Come da protocollo ad aprire le celebrazioni è stata l’alzabandiera presso l’Altare della Patria, a cui è seguito poi l’omaggio al Milite Ignoto del presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, e il sorvolo delle Frecce Tricolore.
Mattarella: “Forze armate garantiscono sicurezza e pace”
“Ai valori della Repubblica e della Costituzione si ispira l’azione delle Forze Armate, che contribuiscono in maniera significativa alla cornice di sicurezza della nostra comunità nazionale e alla causa della pace nel mondo” scrive il presidente della Repubblica Sergio Mattarella in un messaggio inviato al Capo di Stato Maggiore della Difesa, Ammiraglio Giuseppe Cavo Dragone in occasione della festa della Repubblica.
“La comunanza di intenti e la sinergia che esprimono con i contingenti di altri Paesi, nell’ambito delle missioni determinate dalla comunità internazionale sono elementi cruciali per la costruzione di una architettura di sicurezza condivisa, fondamento di stabilità sociale e benessere collettivo” ha proseguito il Presidente, per il quale “l’orizzonte di una difesa europea realmente integrata è la nuova sfida che attende le Forze Armate”.
“I riconoscimenti degli alleati e dei Paesi amici, la stima e l’affetto delle popolazioni che i nostri militari assistono – ha sottolineato – sono prova eloquente della qualità del loro impegno e della credibilità conquistate nelle missioni di pace e di sicurezza al servizio del bene comune”. Mattarella ha assicurato che “ad oltre un anno di distanza, la Repubblica Italiana, insieme alla comunità internazionale, è ancora impegnata a contrastare l’aggressione condotta dalla Federazione Russa al popolo ucraino. L’Italia è fermamente schierata per la difesa della sua libertà, integrità territoriale e indipendenza, perché non vi sia un futuro nel quale la forza del diritto viene sostituita dal diritto del più forte. Una ordinata comunità internazionale non può che basarsi sul rispetto di questi principi”.
“Nel ricordo di quanti hanno donato la vita per difendere e diffondere questi valori, rivolgo il mio pensiero a tutti i caduti e alle loro famiglie. Il loro esempio ci è di guida e sollecita l’impegno per le giovani generazioni di soldati, marinai, avieri, carabinieri e finanzieri, per preservare e rafforzare per il futuro, nell’assolvimento del compito cui vengono chiamati dalle libere istituzioni, le condizioni di pace e benessere che abbiamo costruito” ha proseguito il Capo dello Stato. “In questo giorno di festa formulo a tutti gli appartenenti alle Forze Armate di ogni ordine e grado, con sentimenti di gratitudine per il servizio svolto, il più fervido augurio. Viva le Forze Armate, viva la Repubblica”.
I 300 sindaci col tricolore
La presidente del Consiglio Giorgia Meloni ha attraversato via dei Fori Imperiali e ha salutato i cittadini schierati in attesa della parata del 2 giugno. Tanti i cori “Giorgia, Giorgia” e i “daje” rivolti alla premier. Meloni, accompagnata dal presidente del Senato, Ignazio La Russa, e si è accomodata in tribuna autorità. Presenti tra gli altri i ministri Raffaele Fitto, Carlo Nordio, Giuseppe Valditara, Antonio Tajani, Daniela Santanchè, Gilberto Pichetto Fratin. Poi, con il passaggio dei corazzieri a cavallo e di circa 300 sindaci con le fasce tricolori è iniziata ufficialmente la parata sui Fori Imperiali.
Meloni: “Patria è fare sacrifici insieme”
“Se noi non ricordiamo che quello che abbiamo qualcuno lo ha costruito, anche sacrificandosi per questo, allora non capiamo neanche il senso perché noi dovremmo fare dei sacrifici per chi verrà dopo di noi la comunità nazionale. La patria è questo: una dimensione di sacrifici che si compiono insieme, per chi l’ha fatto prima di noi e per noi che lo facciamo verso gli altri”. Così il presidente del Consiglio Giorgia Meloni, parlando coi cronisti all’Altare della patria.
“La comunità nazionale, la patria, alla fine è questo. E’ una dimensione di sacrifici che si compiono insieme per chi l’ha fatto prima di noi e per noi che lo facciamo verso gli altri”. Così il premier Giorgia Meloni, a margine delle celebrazioni a Roma per il 2 giugno, Festa della Repubblica Italiana. “La Festa della Repubblica non è una semplice celebrazione museale. E’ la dimensione del fatto che bisogna capire che dalle difficoltà ne usciamo solo insieme, serve che ciascuno faccia la sua parte. Non c’è nessuno che da solo può risolvere i problemi. Siamo tutti legati: questo è l’elemento culturale che serve per capire che dobbiamo tutti remare nella stessa direzione” ha detto ancora.
“Noi abbiamo un dovere: o ci mettiamo a lavorare tutti insieme dalla stessa parte – ha continuato Meloni – o nessuno che sia da solo può uscire da una situazione di crisi“. “Niente che si chiami pace può essere scambiato con la parola invasione. C’è una nazione aggredita, c’è una nazione che aggredisce. Tutti noi lavoriamo per la pace ma non si può non partire dal presupposto che quella pace non si può costruire senza il consenso di chi è stato aggredito”, ha detto il presidente del Consiglio Giorgia Meloni parlando della guerra in Ucraina attraversando via dei Fori Imperiali, a Roma, per raggiungere la tribuna dalla quale ha assistito alla parata del 2 giugno. Una “pace giusta”, ha rimarcato la presidente del Consiglio, “è l’unica opzione possibile”.
La sfilata ai Fori Imperiali
La sfilata è organizzata in dieci settori. Fra i primi ai quali il pubblico ha reso omaggio i gruppi sportivi paralimpici delle forze armate. Ma in via dei Fori Imperiali sono passati anche mezzi speciali degli incursori e delle brigate meccanizzate, insieme con i reparti speciali come il Quarto reggimento Alpini paracadutisti «Monte Cervino», il Comsubin della Marina militare, la Prima brigata aerea operazioni speciali e il Gis dei carabinieri. Nel programma anche la sfilata di reparti di Esercito, Marina, Aeronautica, carabinieri, Guardia di finanza, Croce rossa italiana, polizia di Stato, vigili del fuoco e polizia municipale. In chiusura l’Undicesimo reggimento bersaglieri con la fanfara e i reparti a cavallo, prima del sorvolo del centro di Roma di alcuni velivoli fra elicotteri e aerei.
I paracadutisti
A seguire sei paracadutisti della scuola di paracadutismo sportivo dell’Esercito si sono lanciati da un elicottero a 1.500 metri di quota portando a terra davanti alla tribuna d’onore un tricolore di 200 metri quadrati con i fumogeni verde, bianco e rosso. La fanfara del IV Reggimento carabinieri conclude la manifestazione precedendo gli onori militari al Presidente Mattarella. E infine ancora le Frecce Tricolori.
Le celebrazioni al Quirinale
Il debutto di Giorgia Meloni nelle vesti di premier alla celebrazione del 2 giugno nei giardini del Quirinale è un’attrazione irresistibile per tutti. Ma il premier, più che farsi omaggiare, usa l’occasione prima per ascoltare le musiche di Mozart, Rossini e Verdi al concerto nel palazzo e poi per lavorare, affacciata dalla terrazza con vista sul tramonto di Roma. Si apparta con il presidente Mattarella, con Ignazio La Russa, con Lorenzo Fontana e i tre parlano anche di temi politico-istituzionali. Ma prima, con accanto il compagno Andrea Giambruno, ha alzato i calici insieme al Capo dello Stato: “Brindiamo alla Repubblica”, ha detto la Meloni, che è vestita color panna, anzi ecru, con un tailleur pantaloni e la giacchetta ha i pizzi. La segretaria del Pd Elly Schlein in un completo giacca e pantaloni nero, su camicia azzurra è entusiasta. “Mai stata qui, ma è bellissimo!”.
Per Giorgia, foto, selfie, complimenti . “Tieni duro” l’e dicono’ esortano tutti complimentandosi e lei: “Sono sul pezzo, ma che fatica”. La sintonia della premier con Mattarella è evidente. Il Capo dello Stato le fa da Cicerone, lungo i giardini che e guardando l’orizzonte la Meloni si fa prendere della poesia: “Che bello, vedo lì in fondo Palazzo Chigi dove c’è il mio ufficio“.
Giorgia Meloni ha scelto per il suo debutto un comportamento tanto istituzionale quanto colloquiale: questo il format che. Matteo Salvini è defilato con il ministro Giancarlo Giorgetti ed altri leghisti, e quando le viene incontro il capogruppo al Senato, Massimiliano Romeo, che le presenta sua moglie Laura, Giorgia Meloni le dice: “Ammazza quanto è bella”. E rivolta alla signora Romeo le dice: “Ma sei sicura di voler stare con questo qui”. Risate per tutti. Arriva un bacio plateale con Landini e rivolgendosi a chi immortala l’effusione dice: “Che bella foto vi ho fatto fare ! “.
Mentre la premier lascia il Quirinale, incrocia Fabio Panetta che entra nei giardini e tutti lo inseguono: “Complimenti“. Panetta: “E perché?“. “Perché a novembre sarai il governatore di Bankitalia”. «Voi dite?». I ministri del suo governo ci sono tutti. E anche i vertici della nuova Rai, a cominciare dall’ad Sergio e dal dg Rossi,. La sinistra si sente all’angolo, ed è visivamente tangibile. Giorgia e salutando tutti con un semplice “ciao ciao” si avvia sul tappeto azzurro che la porta verso la sua auto nel cortile del Quirinale.